Sarah sentì dei passi alle sue spalle, e si girò. Era Selene. Si alzò dal divano e disse —Alla buon ora. Ti ho richiamato ore fa. — la sgridò. —In realtà sono passati solo venti minuti— bofonchiò là biondo cenere —Cosa ti ho detto sul tuo comportarti in modo saccente?— le chiese puntandole addosso l'indice. Lei alzò gli occhi al cielo e incrociò le braccia — Cosa vuoi, stavolta?— domandò, lecitamente. Sarah però avrebbe preferito che non lo facesse. Si sedette sul divano, e Selene la imitò, appoggiandosi al comodo schienale. — Albus Potter mi ha lasciato.— disse guardando con insistenza il muro —Che cosa?!?— urlò Selene — Questo manda a monte tutti i nostri piani— disse posandosi una mano sugli occhi. —Non obbligatoriamente.— rispose Sarah. Selene la squadrò con una sguardo interrogativo. — Ho messo nella borsa di Albus quella fiala di Amortensia moderata che abbiamo preparato qualche mese fa. — . Lei sbiancò — Ma sei impazzita?!? Non è sicura! Potter potrebbe rimanere avvelenato! E rimanerci secco!!— strillò alzandosi, e Sarah fece lo stesso, ma con gelida calma disse — Lo so. Ma, se funziona, avrò la mia passerella per il successo e la fama completamente sgombri da ogni ostacolo. O, se Albus Potter morirà, troverò un altro modo. —. Ora Selene era completamente rossa per la rabbia — Sei un mostro. E anche una stolta, se credi che ti aiuterò ancora in questa... impresa!—. Fece per voltarsi, ma Sarah la afferrò — Oh, ma tu lo farai.— disse con un gelido e maligno sorriso — perché, se ti ritirassi, io direi a tutti quel segreto su tuo padre... e tu non vuoi che si diffonda per tutta Hogwarts, vero? Non vuoi che tutti sappiano che quella sgualdrina da quattro soldi di tua madre è andata con un uomo sposato, vero?—. Selene digrignò i denti — Non osare chiamare mia madre in quel modo!!— urlò — Se dici qualcosa a qualcuno o smetti di fare quello che ti dico, l'unico nome con cui tutti ricorderanno tua madre sarà "Pansy Parkinson la sgualdrina".— le lasciò il polso e la guardò negli occhi un'ultima volta prima che lei si voltasse e se ne andasse. Allora Sarah si voltò e un sorriso soddisfatto comparì sul suo volto. Aveva tutto. Non le serviva niente. O almeno così pensava.
***
Mi svegliai, era mattina presto. Ripensai a quel sogno assurdo, e mi convinsi che fosse tutto frutto della mia immaginazione. Mi rimisi a dormire, serena. Peccato che al risveglio non mi ricordassi per nulla del sogno, e che all'epoca non conoscessi ancora i miei poteri sensitivi.--------------------------------------
Erano passate alcune settimane, ma i miei sentimenti non erano cambiati di una virgola. Per essere a 3/4 di novembre, faceva parecchio freddo, infatti era proprio un gelido sabato. Io e le ragazze (tutte tranne Roxanne, lei era in giro con Beth, le due erano diventate proprio affiatate) eravamo tutte nel dormitorio, rilassate all'ennesimo potenza. Dalla, seduta sul suo letto, sopra il mio, rammendava il suo golfino da Serpeverde; Dominique lunedì sarebbe stata interrogata in Erbologia e quindi camminava su e giù per la stanza ripetendo a bassa voce le malattie che può prendere la foglia della Schiantambra; Maddie stava mettendo lo smalto argento a Lily, che studiava Storia della Magia (poco prima era stato il contrario); io (incredibile a dirsi) stavo studiando da tutta la mattina, e in quel momento memorizzavo un complicato incantesimo di Trasfigurazione.
All'improvviso Roxanne entrò, e per il rumore improvviso (c'era assoluto silenzio nella stanza, fatta eccezione per i sussurri di Nicky, ed io ero concentratissima) della porta che si apriva io sobbalzai e gridai la formula ad alta voce (un fenomeno da baraccone. Sono un fenomeno da baraccone.). Roxanne rise — È ora di pranzo, scendiamo?— chiese guardando l'orologio che aveva al polso. Andammo a mangiare, e per tutto il pasto cercai tra la folla Albus, ma il mio sguardo attento non lo localizzò a nessuno dei tavoli. Lì per lì non ci feci troppo caso, ma alla fine del pranzo non lo avevo ancora trovato, e iniziai a preoccuparmi; poi però notai anche l'assenza di Scorp, e mi tranquillizzai. Quei due potevano anche essere maschi e perduti senza di me, ma se erano insieme non c'era da preoccuparsi. Vidi che Hugo, Teddy e James si stavano allontanando in gruppo, e li raggiunsi. Quando fui alle loro spalle mi sembrarono tesi, e ne ebbi la conferma quando Hugo disse — Dobbiamo andare in infermeria.—. — Perché? Qualcuno di voi sta male?— chiesi; loro si voltarono e si guardarono tra loro — Glielo diciamo?— chiese Teddy — No! Scorpius ci ha chiesto di non farlo!— esclamò Hugo — Non me ne frega una cippa di quello che dice Malfoy!— disse James — Lo sapete quanto sono legati, e poi è furba, lo capirebbe. — mi guardò negli occhi — Albus è stato avvelenato. Ora è in infermeria.—.
Il mio cuore saltò un battito. Avvelenato. Albus è stato avvelenato. Come in uno stato di trance camminai piano spingendo di lato i ragazzi e poi mi misi a correre a perdifiato verso l'infermeria. Non poteva essere vero. "Al è troppo forte per farsi piegare da un semplice veleno." pensai. Poi però lo vidi.
Era lì, su un lettino, il petto nudo, gli occhi chiusi, la pallida come non l'avevo mai vista prima. Bianca... come quella di un cadavere. Era... era... no! No! NO! mi passarono davanti tutti passati insieme a lui, belli e brutti, felici e tristi, divertenti e non. volevo costruirne altri, non sapevo cos'altro avrei fatto anche per un giorno solo. Scorpius, seduto su una sedia accanto al letto, si teneva le mani tra i capelli, e benché non lo vedessi bene, sembrava stesse mordendosi il labbro inferiore. Rimasi lì, sulla soglia, sotto shock, troppo sconvolta per piangere, o correre da lui. MIss Isabelle si accorse di me e mi lesse nel pensiero — Non è morto, Rose. — rilassai le spalle e chiusi gli occhi, mi sentivo così felice! Poi però mi resi conto che comunque non stava bene, e feci qualche domanda a Miss Isabelle — Quanto è grave?— chiesi — Abbastanza. Il problema è che non è stato intossicato con un veleno, ma con una pozione molto complessa preparata male, e non c'è niente da fare se non aiutarlo con l'ossigeno e alcuni antidoti. Adesso lo attaccherò al cardiogramma. — annuii. Presi un gran respiro, e pronunciai quella domanda che temevo così tanto —Ce... ce la farà?— chiesi con la voce tremante —Sì, o almeno, è molto probabile. Ma dipende da quando si sveglierà.— lo attaccò al cardiogramma, e poi spostai una sedia al fianco del letto, e gli presi una mano. Era così fredda. Troppo fredda. Dopo qualche minuto, alzai lo sguardo sul biondo platino, che mi guardava a sua volta, preoccupato. —Vattene.— ordinai, con fermezza —È il mio migliore amico!!!— protestò lui. Il mio sguardo fiammeggiante cozzava contro il suo —È anche il mio, eppure tu non volevi che lo vedessi! Anche tu sei mio amico, e mi nascondi le cose, e che cose!!— gli dissi —L'ho fatto per te, Rose, soltanto per te! Non volevo che soffrissi guardandolo in queste condizioni! — si avvicinò e mi mise le mani sulle spalle — Io lo so che lo ami, Rose. Lo so perché... so cosa si prova ad amare qualcuno...— era diventato tutto rosso, e nascondeva gli occhi dietro quella bionda zazzera disordinata —Un momento... Lily??— lui annuì, senza guardarmi. — Vai. Da. Lei. Subito. Credo... che dobbiate... parlare...— lui non se lo fece dire due volte e corse fuori dalla stanza, ma, arrivato alla soglia, si girò —Richiamami nel caso succedesse... qualcosa.— (il richiamo è un incantesimo tramite il quale un mago chiama un altro. Si esegue portando la bacchetta molto vicina alla bocca, pronunciando il nome del mago tre volte e dicendo il luogo in cui ti trovi, per esempio: Hogwarts, Infermeria, o Privet Drive, N° 4. In questo modo il mago richiamato sente la bacchetta fare un sibilo ripetuto, la porta alla tempia, e le informazioni vengono trasmesse al suo cervello, e si può smaterializzare nel luogo indicato.). Annuii e sentii una sensazione di gelo allargarsi nel petto. Quel qualcosa non mi era piaciuto per niente. Sarebbe potuto significare il risveglio di Albus, ma anche la sua... la sua... no! Non volevo pensarci. Sarebbe finito tutto bene, io lo sapevo.
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Come due comete // Rosbus
Любовные романыRose non voleva crederci. Non poteva crederci. Era impossibile che lei, l'ironica, sarcastica, unica e irripetibile Rose Minerva Grace Weasley si fosse innamorata di Albus Severus Potter, suo cugino, suo confidente, suo amico. Anche per le sue migli...