La mattina dopo mi svegliai tardi, o almeno lo dedussi dal modo in
cui la luce solare calda e pastosa filtrava dalle alte vetrate e ricopriva la stanza. La mia testa era ancora appoggiata al petto di Al, il suo braccio mi cingeva le spalle, e le nostre mani sinistre erano intrecciate (e, incredibilmente, per una volta nella mia penosa vita, la mia mano non era sudata, wow). Mi sorpresi a scoprire di non volermi neanche girare per guardarlo, o salutarlo. Volevo che quello splendido momento rimanesse sospeso nel tempo, nuotare in quella realtà così illusoria, ma bellissima. Volevo immagimare ancora un pochino che fossimo una coppia, una ragazza e un ragazzo qualunque, che ci fossimo innamorati l'uno dell'altra, e che non ci fosse nessun ostacolo. Mi resi conto, però, che ogni secondo passato in quel "sogno" avrebbe reso ancora più tremendo ogni attimo della realtà. Racimolai tutto il coraggio presente in me e mi voltai; Albus sorrise, sorpreso -Ciao!- esclamò -Ti sei svegliata, vedo-. Io sorrisi -Ebbene sì. Che ore sono?- chiesi, cercando di mostrare nonchalance -Le dieci e tre quarti. Stavi russando talmente tanto che sembrava ci provassi piacere!- disse ridendo di gusto; risi anch'io, conoscendo la mia tendenza a russare. -Come stai?- chiesi: mi pentii subito dopo, ma ormai gliel'avevo chiesto -Bene... Insomma, meglio, ecco- ora non mi guardava più negli occhi -Mentre tu dormivi Miss Isabelle mi ha fatto qualche esame... mi è dispiaciuto molto spostarti, dormivi così bene! Ma comunque non ti sei svegliata, quindi tanto meglio!! E... niente, le ho raccontato quello che è successo ieri, e lei era ammiratissima, sul serio!- arrossii -Sono molto contenta, ma avrei preferito non doverlo fare... - dissi accennando un timido sorriso -Sì, be', hai ragione. Ma sei stata... Non trovo meanche le parole per descriverlo! E io ti sono più che grati, ovvio." mi guardò negli occhi, e io sentii una volta di più quella sensazione. Era come se Albus mi nascondesse qualcosa, qualcosa di grande, che io in parte comprendevo, ma non riuscivo a cogliere il significato di quei lunghi attimi in cui non facevamo altro che scrutarci. Quei momenti in cui pareva che entrambi stessimo cercando di leggere i pensieri l'una dell'altro, senza però capire cosa si celasse dietro gli occhi dell'altro/a. Distolsi lo sguardo, non potevo sopportare un attimo di più quella sospensione nel tempo - Ho una fame tremenda- dissi, cercando disperatamente di cambiare argomento, mentre mi alzavo - Disponiamo di una qualsiasi sostanza nutritiva per riempire i nostri voraci stomaci?- Albus rise, nonostante mi sembrasse un po' seccato a causa del mio brusco interrompere il contatto visivo - Sì, io ho già fatto colazione, ma sul tavolo in fondo alla stanza c'è qualcosa da mangiare- mi rispose. Qualcosa? Io lo avrei definito più un banchetto! Benché io abitassi 3/4 di un anno a Hogwarts, per sei anni, ad ogni pasto rimanevo sempre più estasiata e sorpresa. Del resto, quella di mangiare è sempre stata la mia passione più grande!Ad un certo punto, mentre mi abbuffavo, sentii una voce chiara e divertita dietro di me -Fcorpiuf!- gridai, con la bocca piena di un croissant al cioccolato -Fieni qui- gli dissi mandando finalmente giù il gozzo nella mia bocca -Mi dispiace per ieri, ero disperata, e non avremmo dovuto litigare in una situazione del genere, saremmo dovuti star vicini l'una all'altro e- Scorpius mi teneva un indice a un palmo dal naso, ridacchiando -Stai tranquilla, sul serio! Anch'io ho fatto la mia parte!- esclamò alzando le spalle -Ma si può sapere di che cosa stiate parlando?- domandò Albus, indispettito; gli spiegammo tutto -TI SEI FIDANZATO CON LILY?????- urlò alla fine -E QUANDO PENSAVI DI DIRMELO, QUANDO VI SPOSERETE???- sembrava veramente essere andato su tutte le furie -Beh... ecco... ti eri appena svegliato, e non volevamo che- si scusò Scorpius -Che andassi di nuovo in arresto cardiaco?- lo interruppe Albus -Cosa?? No! Ma stanotte il tuo cuore... si è fermato?? Ma quando? E cosa hai fatto??- chiese apprensivo Scorpius -È successo stanotte, alle due.- risposi io - Si era appena svegliato, e improvvisamente ha iniziato a tossire, e il suo cuore ha accellerato e poi si è fermato.- al solo ricordo tremai -Ma per fortuna c'era lei! Senza, non sarei qui.- concluse Albus -Comunque, sono davvero felice per te e Lily. Credo che lei abbia sempre avuto una cotta per te...- disse con un sorrisino -Ma... ero l'unico a non essermene accorto??- domandò sbalordito Scorpius -Sì!!- rispondemmo ridendo all'unisono io e Albus -Ti posso chiedere una cosa?- domandai a Scorpius -Certo! Andiamo in bagno?- capì subito che non volevo che Al sentisse -Perfetto. Al, ti dispiace se ci assentiamo un attimo? Se ti serve qualsiasi cosa chiamaci.-. Andammo nei bagni dell'infermeria; a parte la confusione nell'essere indecisi sull'entrare o nei bagni delle femmine o dei maschi (alla fine entrammo in quello dei maschi), ci mettemmo subito a parlare -Tu eri con lui, quando si è sentito male, vero? Come... come è successo?- chiesi, con la voce che mi tremava -Rose, è stato orribile- disse lui con un'espressione terrea -Lui bevve quella che credeva fosse la sua solita burrobirra alla mora, ma dopo pochi secondi iniziò a tremare ad avere i sudori freddi, e alla fine stramazzò a terra, avendo le convulsioni. Allora l'ho portato in infermeria, dove è entrato in coma. Non so davvero cosa fosse quella burrobirra. Albus in queste cose è molto attento, non me lo spiego.- neanche io me lo spiegavo; gli stavo per raccontare che tre giorni prima aveva lasciato Sarah, ma non mi sembrava appropriato: sarebbe sembrato che la stessi giudicando inutilmente. E poi, sentii un rumore meccanico venire dall'infermeria -Albus!!!- gridai, correndo. Per fortuna, non era niente: Albus mi osservava con aria colpevole, sporgendosi dal letto verso la carrozzina caduta alla sua sinistra -Scusa- disse -Volevo solo venire da voi, e Miss Isabelle mi ha detto di muovermi con la sedia a rotelle...- si giustificò -Non ti devi scusare- dissi io -Ma non farlo mai più. Chiamami se hai bisogno!- gli venni incontro, e sistemai la carrozzina. Scorpius, intanto, aveva raccolta le sue cose -Ora devi andare, faccio ripetizioni a un ragazzino del secondo anno. Passo dopo!-e così dicendo se ne andò. Io feci per andare al tavolo della colazione, ma ebbi un giramento e inciampai. Albus se ne accorse e, quando gli fui davanti, mi afferrò e mi prese in braccio, in un istante. Lui mi posò una mano sulla fronte -Rose, ma sei rovente!- mi avvertì -Ma sì...- mi giustificai io - Il caldo...- (patetica) -Il caldo? A novembre?- mi scoprì Al. Ridemmo come due matti, ma quando ci calmammo, ci rendemmo conto che i nostri nasi quasi si sfioravano, e il nostro respiro si mescolava. Le nostre mani erano intrecciate, e il mio busto era così vicino al suo che sentivo il suo cuore battere all'impazzata, all'unisono col mio (a parte il fatto che comunque lo sentivo grazie all'elettrocardiogramma, ma sentivo proprio il rumore della pulsazione). Ma perché il suo batteva così forte? Per un attimo, pensai che anche lui fosse innamorato di me, ma durò poco, purtroppo. Sì, perché fummo interrotti da un -Albuuuus, siamo venuti a trovarti!!- era la voce di Zia Ginny. Mi voltai verso di lei, e vidi che era accompagnata da Zio Harry e i miei genitori. Imbarazzatissima, scesi da Albus; inutile dire che eravamo tutti rossi come dei peperoni. -Mamma! Papà! Zia! Zio!- salvò la situazione Al -Cosa ci fate qui?- zia Ginny si avvicinò e mi scoccò un bacetto veloce sulla guancia, accompagnato da un abbraccio -Appena mi è arrivata la notizia che stavi molto male- disse accarezzando il figlio -Sono corsa qui. E tuo padre e gli zii mi hanno seguito, approfittandone per salutare anche tutti (N.B.: la numerosissima prole Weasley) gli altri.- concluse. -Sono contento che siate venuti, ma io sto bene, davvero- si difese Albus dalle coccole soffocanti della madre, scostandosi -Ah, be'!, questo è tutto da provare. Mi pare evidente che qui non ci sia Isabelle, quindi aspetterò il suo ritorno qua, per chiederle informazioni sulla tua condizione .- disse zia Ginny, sedendosi accanto ad Al scrutando, cinica, le apparecchiature e le flebo a cui era attaccato. -Allora, Topolina- mi chiamò affettuosamente il papà, prendendomi da parte -Come va? Non ti sei rimessa con quel Malfoy, vero?- roteai gli occhi, sospirando -Papà, quante volte te lo devo ripetere! È stato due anni fa! Fra me e lui c'è solo amicizia.- gli spiegai per la milionesima volta; lui sembrò soddisfatto e iniziammo a chiacchierare, fino a quando la mamma, finora intenta a bisbigliare qualcosa di sospetto a zio Harry, ci interruppe -Rose, ho una voglia matta di fare un giro per Hogwarts e salutare tuutti i miei figli, nipoti, conoscenti ed ex professori. Mi vorresti accompagnare?- come se potessi rifiutare, tsk! Salutai Al con un impacciato abbraccio, dopodiché iniziò un infinito tour fatto di corridoi, scale, stanzini accidentali, saluti a professori e alunni (che guarda caso sono figli di amici, cugini, nipoti, e altri legami vari), ancora corridoi, elfi domestici, e ancora scale. Piacevole, per carità, anche se ha smesso di esserlo quando ho rigurgitato la colazione nello scintillante bagno del 5° piano. Forse era stato causato da questa domanda -Ti sei innamorata di Albus, vero?- mia madre sa sempre tutto. Ma come diavolo fa? Me lo volete spiegare? Non è tecnicamente possibile mentirle! Ed è per questo fui sincera -Sssì- con una faccia che... oddio, sono patetica. -Rose, sei una ragazza molto intelligente, quindi di sicuro ti sarai accorta di tutto ciò che questo comporta, ma ti devo dire lo stesso che questo ti farà soffrire. Io ci ho messo sette anni per far capire a tuo padre che l'amassi, e poi non ci siamo nemmeno subito messi insieme!; Albus, però, è tuo cugino. Capisco cosa tu stia passando, anche se in realtà non potrò mai farlo, appieno. Comunque secondo me anche lui ti ama. Ma almeno da quando avevate sette anni- disse Herm con un sorrisetto -Ma va?- esclamai io, confusa -Guarda che è impossibile, lui ha avuto così tante ragazze... non credo proprio. Spero solo che tutto questo mi passi, anche se so che non succederà mai. Lo amo, mamma. Non ho mai provato queste sensazioni con qualcun'altro. Non ho mai desiderato qualcuno così tanto. Non ho mai sofferto così tanto.- appoggiai la testa alla sua spalla, e lei cinse le mie con un braccio. -Lo so, piccola mia, lo so.- camminammo così, lentamente, abbracciate in una malinconica e silenziosa armonia per qualche minuto. Perché tutto questo si ruppe? Ma come, non l'avete ancora capito? Mi è venuta la nausea, ovviamente! Solo io potrei rompere un momento così poetico con quanto di meno grazioso ci sia. -Rose!! Cosa...?!- Esclamò mia mamma ricorrendomi verso i bagni femminili, e successivamente tenendomi i capelli raccolti dietro mentre davo il meglio di me nel gabinetto. -Rosie, ma sei rovente!- esclamò posandomi una mano sulla fronte quando mi risciacquai la faccia -Chissà perché, ma mi sembra di averla già sentita 'sta frase...- (ALLERTA SPOILER: L'AVEVO GIA' SENTITA) dissi prima di svenire come una pera cotta. -------------- Mi svegliai nel mio letto nel dormitorio con un panno bagnato in fronte, sotterrata da almeno quattro strati di coperte e un mal di testa lancinante. Senza badare troppo a cosa stessi facendo, mi rizzai a sedere di scatto, ed ebbi un giramento assurdo -Whoa, whoa- disse ridendo la voce di Al accanto al letto, riadagiandomi sdraiata -Cosa pensi di fare?- Aspetta un attimo... perché Albus era lì? Non sarebbe dovuto essere in infermeria? Mi girai a guardarlo: era su una sedia a rotelle, a cui erano state agganciate due flebo e l'ossigeno. All'indice sinistro una macchinetta suonava al ritmo del cuore, controllando il battito cardiaco. -Tu dovresti essere in infermeria, a letto!- dissi con fare perentorio ad Al -Anche tu!- ribatté lui -Hai quaranta di febbre, signorina!- Mi rimproverò, tossendo subito dopo. Io mi allarmai, ma lui mi tranquillizzò, e si avvicinò con la sedia al letto -Uhm... ecco... potrei...- era improvvisamente diventato rosso come un peperone -Sdraiarmi vicino a te?- la domanda mi stupì, ma piacevolmente -Certo... ma non vorrei infettarti, già te la passi male così, figuriamoci con un febbrone da cavallo come il mio! E non dimenticarti di restare attaccato a tutte le flebo e all'ossigeno.- lui sorrise e si alzò, barcollando. Per un attimo ebbi paura che cadesse, ma compì un passo incerto e si sedette sul letto; allungò le braccia verso la carrozzina, e l'avvicinò. Compiva ogni atto con una tale grazia e naturalezza, sembrava che lo facesse da una vita. Desiderai poter vederlo compiere quei gesti ogni giorno, ogni mese, ogni anno. Quel sogno era così vivido, eppure talmente sfuggente, improbabile. Lui si coricò e io mi girai dall'altro lato, perché non mi vedesse, o almeno non notasse l'amore che sgorgava dai miei occhi. Albus allungò il braccio sinistro e afferrò la mia mano destra, appoggiando entrambe le braccia sul mio fianco. La strinsi forte e sospirai: avrei voluto restare così, in questa posizione, in eterno. Cullata dalle speranze trasognate che affollavano ogni parte di me, mi addormentai.
Spazio autrice . So già che mi starete odiando, come minimo, per questo periodo di prolungata assenza, ma ehi, io sono Tecla! Be', spero che il capitolo vi sia piaciuto, ma anche se non fosse così me ne farei una ragione, questa è a mia arte, dopotutto, non la vostra!
You know you love me,
XoXo,
Gossip Girl
*Meglio nota come "Tecla Cappa, figlia di Fabrizio Cappa, da Piacenza"*
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Come due comete // Rosbus
RomanceRose non voleva crederci. Non poteva crederci. Era impossibile che lei, l'ironica, sarcastica, unica e irripetibile Rose Minerva Grace Weasley si fosse innamorata di Albus Severus Potter, suo cugino, suo confidente, suo amico. Anche per le sue migli...