16. BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO... COME NO

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Quella notte non chiusi occhio, praticamente. Io e Albus eravamo rimasti lì a ballare per tantissimo tempo, finché, praticamente, non ci avevano buttato fuori; poi eravamo corsi su per i corridoi, non rinunciando a qualche bacio contro le pareti. Dopo, ci eravamo lasciati davanti alla porta del suo dormitorio, salutandoci in modo un po' impacciato ma splendidamente dolce. E, stendendomi sul letto, non avevo sentito neanche la minima traccia di sonno. Quella notte, avevo fatto tantissime cose: mi ero messa il mio più comodo e caldo pigiama, avevo preparato i bagagli per le vacenze, letto un sacco, guardato Call me by your name e un po' di vecchi episodi di Flash, e ad un certo punto ero anche andata a fare un giretto per Hogwarts, godendomi l'alba dalla Torre di Astronomia. Nella mia testa c'era un ritmo felice che non ne voleva sapere di andarsene, e a me, in effetti, non dispiaceva neanche: Albus mi ama, ripeteva, Sto con Albus. Sto con mio cugino. Sono la fidanzata di Al. Io, Rose Weasley, ho trovato l'amore. Assurdo. Assurdo ai limiti del possibile. Ma bellissimo. Stupendo. Meraviglioso . Come Albus. Quanto lo amo. Ero crollata solo al ritorno dalla passeggiata, vale a dire che mi ero addormentata di botto appena messa sotto le coperte, e mi ero svegliata nello sferragliante treno che mi avrebbe riportato a casa in quelle vacanze, l'Hogwarts Express, urlando "Oh Dio santo!!" facendo scoppiare a ridere tutti quelli nella cabina, cioè Hugo, davanti a me, Dalla, al suo fianco, Jamie e Al, naturalmente, alla mia destra. Mi dissero che non c'era stato verso di svegliarmi, così Albus mi aveva portato di peso sul treno. Infatti ero ancora in pigiama. Sorrisi e incontrai lo sguardo di Albus: lui mi rivolse uno dei suoi caldi sorrisi e mi strinse la mano. Presi un grande respiro -Ragazzi... Io e Al stiamo insieme.- dissi. Non ne furono particolarmente sorpresi -Ma davvero?- disse James, ironico -Non l'avevamo capito dagli sguardi languidi che vi lanciate, dai rumori di baci contro la porta di ieri notte, dal tuo discorso di ieri, Rose. Sul serio, siamo allibiti.- gli diedi un pugno forte sul braccio, e lui se lo massaggiò sogghignando -Comunque, siamo davvero felici per voi!- esclamò Dalla, facendo subito annuire vigorosamente Hugo. Io stinsi forte la mano di Albus, e lui si chinò per baciarmi. Riuscivo quasi a vedere Hugo alzare gli occhi al cielo, Jaime sorridere come un beota e Dalla fare un misto tra le due cose. Al si tirò su, e, dopo essersi stiracchiato a dovere, fece un'espressione preoccupata -Rose... dovremmo dirlo ai nostri. Lo so che l'idea non ti alletta per niente, e volgio che tu sappia che per me è lo stesso, ma dobbiamo dirglielo. Se non approveranno... ce ne fregheremo e infrangeremo le regole. Siamo bravissimi in questo, no?- chiese, un po' più rilassato -Sì.- risposi io -Glielo diremo. Troveremo il modo e il momento giusto, credimi. E loro lo accetteranno. Non possono fare altrimenti, no?- non potevano. Erano i nostri genitori, dopotutto. Dovevano farlo. Speravo solo sarebbe stato più facile di come me lo immaginavo.
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Fu più difficile di quanto entrambi ci aspettassimo.
Voglio dire, non potevamo mica tirarlo fuori così, al viaggio di ritormo da Kings Cross, come se avessimo detto che l'altro giorno avevamo mangiato delle patate molto buone: ma ve lo sareste immaginato? "Sapete, mamma e papà, io e Al stiamo insieme. Forte, no? Oh, guarda, un airone!" una cosa del genere era inconcepibile. Nei due giorni successivi, provammo a prenderli da parte, ma fu perfettamente inutile; c'era sempre qualcosa da fare, in quei giorni: preparare le camere per zio Percy, la zia e Molly, sua figlia; acquistare determinati cibi per il pranzo, aiutare la nonna a fare un po' di tutto. C'erano anche stati svariati rischi di essere scoperti mentre ci baciavamo appassionatamente nelle nostre stanze, facendo nascondere l'altro o l'altra appena in tempo prima che aprissero la porta. Alla fine, io e Albus avevamo deciso di dirglielo al pranzo: rischioso, ma ci saremo tolti la spina dal fianco, e saremmo stati sicuramente più leggeri. E ora, eccoci lì, a guardarci. C'era un leggero brusio: il momento perfetto. Cercai la mano di Albus sotto il tavolo e gliela strinsi forte. Lui ricambiò, e il suo sguardo si spostò sul mio. Ora, stava dicendo, facciamolo ora. Insieme. Mi girai e mi schiarii la gola, per attirare l'attenzione generale (il che non era cosa da poco, considerata la quantità esorbitante di persone a quella tavolata). Quasi tutti si voltarono, e io mi feci forza. Dovevamo dirlo. Via il dente, via il dolore, no? -Io e Albus dobbiamo dirvi una cosa.- dissi con voce squillante, in modo che tutti mi sentissero. Con non poco divertimento, mi accorsi che era una frase assurda, che suscitava ansia solo a sentirla. Riuscivo a leggere le emozioni nelle espressioni dei miei parenti: la felicità mista a terrore di mia madre, che aveva capito tutto, evidentemente, lo sconcerto di mio padre, il sospetto gelido negli occhi di zio Harry, l'innocente sospetto nel sorrisetto nascente di zia Ginny e dei nonni, gli sguardi dubbiosi degli zii, i sorrisi dei nostri cugini, l'occhiolino di Fred, il fratello maggiore di Roxanne, di due anni in più di me ed uguale al suo omonimo zio, nonché a suo padre, con cui, insieme a Jamie, avevo combinato guai su guai. Albus strinse forte la mia mano -Io e Rose siamo innamorati.- disse, la voce forte priva di ogni tremore. Papà sollevò le soppracciglia -E quindi?- non voleva capire. Pessimo segno -Papà, non fare così. Sai benissimo cosa vuole dire Albus.- sbottai. -Siamo innamorati... l'uno dell'altra. E stiamo insieme.-. Papà e lo zio Harry sembravano doversi trattenere da fare una scenata, la mamma parlava concitata con zia Ginny e insieme facevano saettare i loro sguardi da me e Albus a i due uomini. Zio Harry diventò paonazzo più o meno nello stesso momento in cui mio padre assunse una sfumatura prugna sulle orecchie. -Albus?!?! esclamò -Come puoi farlo?!? Rose è tua cugina!! Non potete stare insieme, questa cosa è sbagliata!!- Albus serrò la mascella -Non m'importa se è mia cugina. Non m'importa se per la maggior parte delle persone è sbagliato. Questo è quello che voglio io, e quello che vuole Rose. E, per quanto mi riguarda, mi basta questo.- si girò verso di me e sorrise, dolce. Gli sorrisi anch'io, nonostante avessi paura delle reazioni dei nostri genitori. Infatti, mio padre prese la parola -Rose. Questo non è... Non potete. È perverso, Rose. Completamente sbagliato. Non starete insieme. Vedrete che questo è solo un momento di debolezza.- il tono era calmo, ma dalla sua espressione era palese la rabbia e lo sconcerto. -Non è vero!!- sbraitai io, alzandomi in piedi -Questo amore non è più "perverso", come dici tu, di qualsiasi altro che unisce le persone in questa sala. Non è più perverso di quello che provi per la mamma. Non è più perverso del sentimento che si legge nei tuoi occhi, zio, quando guardi zia Ginny. Non è più perverso dell'amore che ci tiene uniti come famiglia. Io amo Albus perché è mio cugino. Perché siamo cresciuti insieme. Perché ogni volta che lui è con me trovo il mio posto nel mondo, che improvvisamente non sembra più girare vertiginosamente. Perché l'amore è fatto così. Non possiamo decidere quando ci innamoreremo, né di chi, ma so che si può scelgiere la persona con cui passare la propria vita. E quella persona, per me è Albus. Per te è la mamma. Per il nonno è la nonna. Per lo zio Harry è zia Ginny. Non chiedermi di non amarlo più, perché sarebbe impossibile, e non dire che il nostro è un momento di debolezza. Siamo più forti che mai. Non ci serve la vostra approvazione.- ansimavo. Albus mise una mano sulla mia e io mi sedetti, lentamente -È vero.- disse James, che fino a quel momento aveva tenuto gli occhi fissi sul piatto. Mi venne in mente cosa mi aveva detto due giorni prima...
Flashback
Jamie e io stavamo giocando a carte in camera sua. Mi stava confessando i suoi timori riguardo alle reazioni dei nostri genitori -Non lo so, Ro (era l'unico, insieme a Fred, a chiamarmi così). I miei daranno di matto. Non tanto mia madre, da lei non me l'aspetto per niente, ma mio padre... è un papà meraviglioso, non fraintendermi, ma su certe cose è un po' conservatore. Non apprezzerà, ne sono sicuro, soprattutto dal momento che sia io che Al ci siano... sì, insomma ci siamo innamorati delle nostre cugine. Quanto ai genitori di Nicky... - come sempre, il suo viso si addolcì alla pronuncia del nome di Dominique -Zio Bill è un tipo molto a posto e sono quasi certo che accetterà senza condannarci, ma zia Fleur... è un tesoro, per carità, e io le voglio molto bene, ma non prenderà molto bene la notizia, temo. Credo proprio che in Francia (dei maghi, ovviamente) abbiano messo una legge contro i fidanzamenti tra parenti stretti. Ho paura, Rose. Io e te sappiamo cosa vuol dire essere ribelli, sappiamo che a volte comporta avere la disapprovazione dei nostri genitori, soprattutto in quanto primogeniti, ma Dom è convinta di dover proteggere Jacques ed essere un punto di riferimento. Ho paura che per lei questo sia troppo.- l'avevo consolato -Dominique è forte.- avevo esclamato -E gli zii capiranno. Anche zia Fleur, vedrai. Non permetteremo che qualcosa si metta tra te e Dom, o tra me e Al. Te lo prometto.-
Fine flashback
Mentre parlavamo, James forse aveva fissato il suo piatto, ma ora aveva preso il coraggio a due mani e stava discutendo con gli adulti. Mi si scaldò il cuore: lui era James, forse l'unico cugino che mi capiva a fondo: era l'unico a capire cosa volesse dire sentirsi sbagliati, la pecora nera della famiglia. Eravamo simili, e io provavo grande affetto per lui. -Cosa è vero, James?- chiese zio Harry -Quello che ha detto Rose.- rispose Jay -Non importa quello che pensate voi: noi ci amiamo lo stesso, e il nostro amore non è meno forte del vostro.- zia Ginny aveva stretto gli occhi, come faceva ogni volta che aveva un sospetto -Nostro?- chiese, semplicemente. James si sporse e afferrò la mano di Nicky -Io e Dominique stiamo insieme.- spiegò. Dominique trovò il coraggio di guardare sua madre in faccia, e zia Fleur sbiancò. -Dominique!?- esclamò, sempre con il suo forte accento francese -Come puoi... come puoi fare questo ai tuoi genitori?! Lo sai benissimo che in Francia è vietato! Oh, Bill, dille qualcosa!!- zio Bill era tranquillo, forse solo un po' stupito -Fleur, tesoro... - disse, un po' imbarazzato -Non mi sembra giusto condannarla così. Se si amano... So cosa dice la Legge in Francia, ma qui siamo in Inghilterra, e non mi sembra non ci sia niente di male... E poi, sai benissimo come sono l'amore e la giovinezza: credi davvero che se, quando avevamo poco più della loro età, ti avessero detto che non potevi stare insieme a me gli avresti dato ascolto? Io non penso proprio. Io non l'avrei fatto, non avrei rinunciato a te. Neanche per una legge. E non lo farei neanche adesso, che sono molto più serio e meno ribelle. Ti amo, e amo anche Dom e Jacques. Non facciamoli soffrire, non togliamo loro l'occasione di essere felici solo perché pensiamo che quello che stanno facendo sia sbagliato: si amano. E, sinceramente, preferisco mille volte James a un ragazzo qualsiasi poco affidabile di Hogwarts. Lo conosciamo da quando è nato. È giusto così, Fleur.- dovetti trattenermi da stritolare zio Bill in un abbraccio. Nel frattempo, mia madre aveva posato la forchetta -Io sono d'accordo con Bill.- esclamò, causando grande stupore nello zio e in mio padre -Anch'io.- disse zia Ginnny. -Hermione... Ma... Come?- farfugliò papà -Ron. Ricordi il nostro sesto anno?- mio padre annuì, lentamente -E quando siamo andati a cercare gli Horcrux con Harry? Ricordi il nostro amore rincorso e inseguito a lungo? Ricordi quanto abbiamo sofferto, ma quanto abbiamo gioito nel trovarlo, dopo la Guerra? Ricordi il nostro bacio nella Camera dei Segreti, zuppi? Ricordi quello che abbiamo trovato? Ci amiamo da sempre, Ron, e io ti ho amato e ti amo ogni giorno di più. Vorresti veramente togliere questo amore, questa gioia, a nostra figlia, solo perché è il suo è un amore un po' fuori dagli schemi? Vorresti che tua figlia ti odiasse solo per questo? Vorresti veramente far soffrire Rose? Vorresti veramente essere detestato e, per giunta, ignorato dalla tua topolina, come la chiami sempre? E tu, Harry- disse rivolgendosi allo zio -Vorresti questo per James e Albus, i tuoi figli, e guadagnarti in aggiunta anche l'odio di Lily, che si schiererebbe sicuramente contro di te? Ricordi che Albus è stato male quest'anno? Ti sarebbe importato allora, se Albus avesse amato Rose? No, perché i nostri figli sono la cosa più preziosa che abbiamo. E non farli soffrire, o soffrirai anche tu, il doppio. E James... James è un bravissimo ragazzo, nonostante, come Rose, ce la metta tutta per essere considerato un ragazzaccio. Non pensate a questo amore come a una ribellione: Rose e Albus e James e Dominique sono serissimi. Il loro amore è serio.- zio Harry guardò zia Ginny e si beccò un severo sguardo di rimprovero -Hermione ha perfettamente ragione- si schierò dalla parte della mamma -Pensateci, Harry, Ron. E poi non ditemi che non ve lo aspettavate: Rose e Albus hanno passato la loro intera esistenza uno accanto all'altra, si sono sostenuti a vicenda. Non come fanno due migliori amici, ma come fanno due persone che si amano. Perché loro si amano, ragazzi, e non potete negarlo. Non potete non leggerlo nei loro occhi quando si guardano, né far finta di non notare come il viso di James si illumina ogni volta che vede o tocca Dominique. Non potete negare come Dom sia più leggera e felice ogni volta che è nella stanza insieme a Jamie. E non ditemi che non avevate capito neanche loro due: James diceva di andare a studiare insieme a lei, ma chi volgiamo prendere in giro, studiare? Chissà da quanto tempo usano quella scusa per baciarsi in pace. Perché è quello che fanno i ragazzi che si amano. Non importa se sono cugini, loro si amano come fanno tutti gli altri ragazzi della loro età. Anzi, forse di più: scommetto che fanno molto sul serio, dal momento che si sono fidanzati pur sapendo che alcuni di noi non avrebbero approvato, e ce l'hanno anche detto. Volete davvero togliere il possibile amore della loro vita dalle braccia dei vostri figli e delle vostre figlie? Non credo proprio. Se vi fate questa domanda, sono sicura che tornerete in voi.- zia Ginny incrociò le braccia al petto, si appoggiò allo schienale della sedia e squadrò tutti i presenti con uno sguardo che diceva: provate a sfidarmi, se ne avete il coraggio. Nessuno aprì bocca, e lei assunse un'aria molto soddisfatta. Mia mamma diceva sempre che sotto sotto zia Ginny era rimasta adolescente, quella ragazza ribelle e cazzuta (ovviamente mia madre in diceva "cazzuta") che era cresciuta con sei fratelli maschi più grandi, e mi diceva anche che le assomigliavo tantissimo. Io l'ammiravo da matti, ed ero fiera di assomigliar sia a mia madre che alla zia: era come essere il miscuglio delle due eroine più coraggiose della storia moderna dei maghi. -Tua sorella ha ragione, Ron. Dalle ascolto, anche tu, Harry.- disse la nonna, severa. -In effetti... Sì, quello che avete detto è giusto. Bill, Hermione, Ginny... avete capito ciò che noi non volevamo vedere. Ci dispiace.- aveva detto zia Fleur -Anche a noi dispiace. Rose, Albus, Jamie, Dominique... Potete perdonarci? Non vi metteremo mai piu i bastoni tra le ruote.- disse zio Harry, e papà annuì -Certo.- disse James -Ma dovete prometterlo. Noi ci amiamo, e vogliamo essere accettati per questo.- continuai io. Lo zio, papà e zia Fleur annuirono, e il pranzo continuò tranquillamente. Almeno finché, arrivati alla fine dello scambio dei regali, sentii qualcosa impadronirsi di me; fu come se uscissi dal mio corpo, e mi guardai incredula mentre alzavo la testa, con occhi vacui e spiritati, diventati improvvisamente grigi, e pronunciavo, con voce mostruosa e vibrante che non era mia, queste parole:
-Nell'oscurità una vecchia tesse una tela,
che solo la libertà
che il lupo e la fenice perpetuano
potrà distruggere.
La storia si ripete a causa del Servo del Male,
Cercatore dell'Oscuro Potere.
La progenie della Rosa Bicolore
e la discendenza dei Tetri
si scontreranno,
mettendo fine all'eterna guerra.-
Rimasi immobile a guardare i miei familiari inorriditi e ammutoliti, mentre cadevo, svenuta, sullo schienale della sedia e tutto si faceva nero.

Come due comete // RosbusDove le storie prendono vita. Scoprilo ora