L'aria è umida, e la puzza di sudore e fumo mi riempie la narici da un pò. Non so quanto sia passato, un'ora forse, un'ora dentro questo buco sporco e maleodorante. Io e le ragazze siamo chiuse in una stanza, una di quelle piccole che si trovano nei carceri, con solo tre sedie e un tavolino di legno. Non so dove ci troviamo, non ho visto nulla che potesse darmi indizi sul posto, dato che mi sono svegliata direttamente qua. Hope è tranquilla, e la cosa mi meraviglia moltissimo. Veronica ha parlato poco e niente, è terrorizzata tanto quanto me. Inoltre, il motivo di questo rapimento? Chi è stato? Il terrore e la preoccupazione che mi invadono da quando sono arrivata qui non danno spazio all'immaginazione e alle possibili ipotesi su chi potrebbe essere il rapitore.
"E adesso che facciamo?" Veronica mi distoglie dai miei pensieri, facendomi voltare verso di lei. Hope scuote la testa in segno negativo, non avendo una risposta. Le guardo entrambe, notando gli occhi lucidi di Ver e la preoccupazione poco evidente di Hope. Nessuno parla, continuiamo a guardarci, sperando che qualcosa succeda, una minima, piccolissima cosa.
HARRY'S POV.
È da piú di un'ora che giriamo per Londra in cerca delle ragazze. Sono preoccupato e terrorizzato da quello che potrebbe succederle. Liam non è con noi, era ubriaco e non capiva una minima cosa di quello che gli dicevamo. Abbiamo detto ad altri ragazzi di annullare la festa e ritornare a casa. Le borse delle ragazze erano lí, quindi probabilmente non sono andate via di scelta loro. Tantissime ipotesi riempiono la mia mente, lasciandomi immaginare le peggiori situazioni in cui si potrebbero trovare. Adesso siamo fermi, accostati ad un marciapiede. Siamo distrutti, abbiamo cercato ovunque e non abbiamo idea di dove potrebbero essere. Sbatto le mani al volante, uscendo poi dalla macchina seguito da Ashton. Porto le mani alla testa, tirandomi i capelli e bisbigliando cose tra me e me, fino a quando un pensiero lontano ma non irraggiungibile mi passa velocemente per la mente. Prendo velocemente il cellulare, digitando il numero che ho digitato spesso nell'ultima settimana. Premo il tasto di chiamata e deglutisco, pensando a quello che potrebbe accadere. Non so cosa sto facendo, non so se adesso mi cercherà, mi ucciderà o semplicemente aspetterà il momento giusto per avermi di nuovo in suo possesso, ma so che sto facendo tutto questo per Rose, e se devo rischiare mente e corpo per scoprire dove sia la mia ragazza, mi va bene anche cosí.
"Harry" la voce bassa, roca, simile alla mia.
"Robert" dico incerto, notando una nota di divertimento nella sua voce.
"Cosa c'è?" chiede.
"Dove sei?"
"Oh" ride "ti interessa davvero?"
"Sí" ringhio, notando l'espressione preoccupata di Ash al mio fianco.
"Dimmi, chi è delle tre?" sento una fitta al petto, ricevendo perfettamente il messaggio. Stacco il telefono dall'orecchio, guardando terrorizzato Ashton. Sapevo che c'era lui di mezzo, l'ho saputo da quando mi ha mandato quei messaggi. Sapevo che non se la sarebbe presa di nuovo con Anne e James, lo sapevo perfettamente. Dovevo andarmene, non dovevo restare qui. Avrei dovuto proteggerla, stare con lei, non lasciarla sola con le ragazze. E adesso sono qui, in una fottuta strada di Londra, mentre la ragazza che amo è rinchiusa e dio sa cos'altro da qualche parte in questa merda di posto.
"Ci sei ancora?" chiede Robert, facendomi sussultare.
"Sí" dico calmo "dove sei?" ripeto. Non risponde, facendo cosí aumentare il mio nervosismo.
"Cazzo, ho detto dove sei!"urlo.
"Non ci riuscirai cosí facilmente, harry"
"Mi tieni al posto loro" dico, meravigliando me stesso.
"Come?"
"Hai sentito bene" ride, esclamando qualcosa e ringrasiandosi. Mi dà l'indirizzo e chiude, lasciandomi un vuoto e un nodo allo stomaco. Spiego tutto ad Ashton, in macchina. Ogni minimo particolare, ogni singola parola detta e ogni fatto in questi ultimi due anni. Gli dico dei soldi, degli abusi e delle minaccie di Robert. Gli dico dei messaggi della sera scorsa, di Anne, di James, della droga e anche del tradimento passato. Mi svuoto completamente, liberando il vero me. Ashton non risponde, semplicemente annuisce e porta una mano alla mia spalla, facendo un mezzo sorriso alla fine. Chiedo il perchè di questo sorriso, non lo capisco, davvero. Quando peró dice che è felice che io ne abbia parlato con lui, dimentico per un momento Robert, e penso che forse non è stato buono tenere tutto dentro per anni, non è stato buono non parlarne, non spiegarlo a qualcuno. Sapere che Ashton mi ha ascoltato, mi ha accettato per quello che sono, ha compreso quello che ho passato, è davvero fantastico.
Arriviamo velocemente all'indirizzo indicato poco prima, ho ancora un nodo allo stomaco e il mio unico pensiero fisso in questo momento è Rose.
Un ragazzo alto e biondo apre la porta, mostrando a noi la sua altezza e le spalle possenti. Capisce velocemente chi sono, cosí ci porta ad una scala che a sua volta porta ad uno scantinato. Poi lo vedo, e giuro che l'istinto omicida che ho adesso supera tutti quelli che ho avuto negli ultimi due anni, ma cerco di controllarmi e lo spingo a parlare. È cambiato moltissimo da quando ha divorziato con Anne. Non aveva queste occhiaie, non aveva questo sguardo da drogato e non pensava solo a maltrattare la gente. Non è piú lo stesso Robert di una volta, lo so bene, ma pensare che una volta lo definivo "il mio eroe" mi porta ad avere i brividi.
"Le libero, allora?" chiede con voce bassa. Annuisco, avanzando e lasciando Ashton in piedi dietro di me.
"Bene" si volta verso l'uomo al suo fianco "portale qui"
"Devi lasciarle andare" sputo.
"Sta zitto" ringhia. Stringo i pugni, aspettando le ragazze. Mi sembra di sentire un urlo, un lamento forse, e il mio autocontrollo continua a diminuire sempre di piú. Dopo poco spunta lo stesso uomo di prima, questa volta seguito da altri due. L'ultimo ha Rose.
Spalanco gli occhi, notando il graffio sul suo viso e il sangue fuoriuscire dal naso. Cammina a malapena e il vestito che aveva per quella che doveva essere la sua serata è strappato. Mi precipito su di lei, staccandola piú che velocemente dall'uomo.
"Rose" quasi sussurro, prendendola tra le mie braccia e passandole una mano tra i capelli. Lancio un'occhiata furiosa a Robert, che invece, dalla parte opposta della stanza, sta sorridendo.
"Harry" la voce spezzata. Si rimette in piedi, portando una mano alla testa. Noto che Veronica ed Hope non sono combinate molto meglio. Veronica ha un taglio al labbro e un occhio nero, ed Hope ha dei segni rossi sul viso e sulle braccia. Noto la delusione nei suoi occhi quando non vede Liam, ma immediatamente i miei pensieri ritornano a Robert e agli uomini ai suoi fianchi.
"È lei, allora" sorride, facendomi irritare.
"Me lo aspettavo, conosco bene i tuoi gusti, ero sicuro che fosse lei la puttana che paghi"
Cerco di non arrabbiarmi, chiudo gli occhi e mi rilasso, stringendo i pugni e continuando a pensare a qualcosa che possa farmi uscire di qui. Faccio un altro passo avanti, verso di lui.
"È me che vuoi" dico. Annuisce, facendo uno strano segno con le mani agli uomini. Velocemente mi prendono per la braccia, trascinandomi verso la porta.
"Harry!" è Rose, che ovviamente è ignara di tutto. Mi volto, guardandola per un'ultima volta e mimandole con la bocca un 'ti amo'. Dopodichè, solo urla e lamenti, solo grida. Adesso tutta la mia fiducia va in Ashton, solo lui adesso puó fare qualcosa. Non so come uscirò di qua, che fine farò, se morirò o se resteró vivo, ma voglio, pretendo, che Rose stia bene, che non le succeda piú nulla di tutto quello che ha passato. Continuo a sentire le sue grida, e giuro che sarebbe meglio morire, che sentire urlarle il mio nome piangendo. Sento le urla diminuire, e solo quando sono solo, dentro una stanza al buio e umida, scoppio in un pianto nervoso, accasciandomi in un angolo e pensando a quanto la mia vita è sbagliata e maledettamente crudele.
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Remember - Harry Styles
FanfictionRose Hathaway. Si è appena trasferita ad Holmes Chapel per motivi di famiglia e adesso sta per conoscere nuove persone e avere nuove esperienze. Harry Styles, un ragazzo conosciuto per caso, riuscirà a scavare nel passato di Rose, aiutandola a far d...