Give me five!

Number 18

Ieri ho provato a chiedere alla prof se potevo far ripetizioni con qualcuno e fortunatamente il piano di Alex ha funzionato: ora sto andando a casa di Aidan che è stato praticamente obbligato dalla prof. In realtà non mi servono ripetizioni di matematica ma per poter parlare con Aidan questo ed altro. Ho il suo indirizzo su un biglietto, non ci siamo scambiati i numeri, e sono quasi arrivata.
Mi sono vestita in modo sportivo: maglietta bianca Levis e jeans nero strappato, scarpe Adidas bianche e capelli legati in una treccia.
Busso, il cuore quasi non sta al suo posto tanto dall'ansia.
La porta si apre.
-Entra- Aidan è lì davanti a me, erano passate 2 settimane da quando ci eravamo parlati l'ultima volta.
Lo seguo dentro casa sua, è più grande di quel che pensavo.
-Allora cosa vuoi ripetere- mi chiede freddamente.
-L'ultimo argomento visto che a breve faremo il compito- sospiro mentre entro.
Ci mettiamo in salone e cominciamo a ripetere, non parliamo di nient'altro che di equazioni, formule e problemi ma il vero problema, quello che affligge noi due, non lo consideriamo nemmeno. Sono ormai passate due ore, i genitori di Aidan torneranno fra qualche ora ed io ho appena finito l'ultimo problema assegnato per casa.
-Non hai bisogno di ripetizioni-
Tacio, mentre poso la penna nel borsello, lui si alza e si curva come suo solito verso di me.
-Non mi rispondi?-
-Non so cosa dire- dico facendo spallucce.
-Bene, ci vediamo tutti i giorni dispari alla stessa ora, puoi andare- si avvia verso la porta.
-Se non ti dispiace vorrei restare un'altro po', non c'è nessuno a casa a quest'ora e non ho le chiavi- anche questa era stata un idea di Alex, che aveva studiato il piano nei dettagli.
-Chi mi dice che non menti?- dice inarcando le sopraccigli.
-Nessuno- vorrei abbracciarlo ma non posso, muoio dalla voglia di stringerlo a me: da quando ci eravamo rincotrati non ne avevamo avuto l'occasione.
Rimasi seduta, sulla sedia a guardarmi le mani.
-Va bene resta-