Capitolo 20

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NIC'S POV

Sono passati un paio di giorni.
Elly sta cercando qualcuno di cui si può fidare per lasciare la libreria e finalmente trasferirsi.

In questo momento non sono a casa, sono un paio di giorni che guardo il profilo Facebook di David per vedere che posti frequenta, cosi da fargli una bella sorpresa.
Mi trovo in un bar dove viene spesso il sabato sera.

Sto aspettando da circa mezz'ora e finalmente lo vedo arrivare da lontano.
Continua a camminare tranquillo sul marciapiede, e io scendo dalla macchina.
Non si accorge subito di me, ma quando lo fa sgrana gli occhi e sbianca completamente.
Io mi avvicino sempre di più e lui è immobile.

Quando sono abbastanza vicino da poterlo sentire dice:

"Aspetta posso spiegarti"

Non gli do il tempo di dire altro che gli sferro un pugno in piena faccia.

"Che cosa vuoi spiegarmi brutto pezzo di merda eh?" chiedo io sferrando un altro pugno.

Lui non osa alzare mano, sa bene che ho ragione ed è lui dalla parte del torto.

"Io non avrei mai voluto che andasse a finire così" dice lui.

Comincio a sferrargli pugni in pieno viso finché il suo naso non inizia a sanguinare e si accascia a terra.
Le mie nocche bruciano, ma non mi importa.

"Prima cerchi di rubarmi la ragazza, e quando lei ti rifiuta cerchi di stuprarla?" dico tirandogli un calcio.

"M-mi dispiace, scusami" dice lui.

"Io delle tue scuse di merda non me ne faccio un cazzo, le tue scuse le devi fare a Elly, non a me, e ti sia ben chiaro, se provi anche solo per sbaglio a toccarla e io lo vengo a sapere, ti spezzo le ossa, una per una, capito?" dico io e lui annuisce.

Gli sferro un ultimo calcio, giusto per essere certo che abbia capito cosa lo aspetta.

Torno in macchina e comincio ad andare verso casa.
Guardo le mie nocche sanguinanti, mi bruciano molto.

Punto gli occhi sull'orologio e vedo che sono le 22 circa.
Emily starà già dormendo, almeno non mi dovrà vedere in questo stato.

Dopo una decina di minuti parcheggio e salgo in casa.
Apro la porta il più piano possibile.

"Dove sei stato?" chiede Elly sorridendomi leggermente.
Sorriso che sparisce subito appena vede le mie mani.
Corre verso di me e mi prende le mani.

"Ma che hai fatto?" sussurra con occhi sgranati.

"Niente" dico io.

"Niccolò" dice ferma.
Io non le rispondo ma mi trascina in bagno.
Mi siedo sopra la lavatrice e lei prende il kit d'emergenza.

Prende l'acqua ossigenata e del cotone cominciando a tamponarlo sulle nocche.

"Brucia?" chiede e io annuisco leggermente "Bene"

Pulisce bene le mani, levando tutto il sangue e comincia a fasciarmele.

"Cosa hai fatto Nì" dice fermandosi per guardarmi negli occhi.

"Ti ho detto niente" dico io.

"E questo come te lo sei procurato allora?" dice.

Io non le rispondo ma la guardo semplicemente.

Lei spazientita continua a fasciarmi le meni e quando finisce mette tutto apposto ed esce dal bagno senza dire nient altro.

Io rimango ancora un po' li dopodiché la raggiungo in camera.

È sdraiata sul letto e sta guardando fuori dalla finestra.

Io mi sdraio accanto a lei e la abbraccio.
Lei non ricambia ma sta ferma immobile.

"Amore" dico io.

"Mh" dice lei.

"Sei arrabbiata?" chiedo io.

"Si" dice.

Le do un bacio sulla spalla.

"Non risolverai tutto con due bacetti, non sta volta" dice lei.

"Sono andato a trovare David" dico io.

Lei si gira subito verso di me.

"Non dirmi che le tue nocche sono ridotte così per colpa di quel verme" dice lei.

"Allora non te lo dico" sorrido.

"Che cazzo ridi Nic" dice lei "Che cosa dirai domani a tua figlia quando ti chiederà come mai hai le mani fasciate?"

"Le dirò che mi sono fatto male" dico io facendo spallucce.

Lei sospira sonoramente.

"Non ti saresti dovuto abbassare a quei livelli per me" dice lei.

"Se non lo faccio per te, per chi lo dovrei fare? Ti amo da morire e farò di tutto per te" dico io e lei sorride leggermente.

"Anche io ti amo" dice "Ma ti prego, non ridurti più così"

"Ci proverò" dico baciandola.

-

IL MOMENTO TANTO ATTESO È ARRIVATO.

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