Seduta su una sedia casuale, in una stanza casuale contemplo il nulla finché una voce non spezza il tutto.
"Roma! Hanno sparato ad Arturo sul tetto!" urla Helsinki spalancano la porta della camera in cui mi trovavo.
Un misto di soddisfazione e preoccupazione di colpisce al ventre e mi fa scattare in piedi.
"Come? Perché?" chiedo confusa, parlando a voce alta.
"Devono averlo scambiato per un sequestratore!" mi risponde sempre gridando lui.
Scatto fuori, nei corridoi e mi metto la maschera. Nell'aria si respira agitazione.Corro a prendere il kit medico e nella stessa stanza incrocio Tokyo. Ci lanciamo uno sguardo diffidente e entrambe prendiamo dell'occorrente.
"Sai come è successo?" le chiedo mentre ci avviamo verso le scale, da cui stanno portando giù Arturo.
Lei mi guarda aggressiva e scrolla le spalle "Chiedilo a Denver" rispose nel panico.
Giungiamo sul posto. Denver e Mosca tengono il ferito e lo sdraiano su una barella. Una macchia di sangue è dipinta sulla spalla di Arturo.
Gli attimi seguenti sono confusi e ci parliamo senza nemmeno guardarci in faccia. Appianiamo le divergenze e cerchiamo di salvare un uomo che, per quanto irritante, ci serve.
Ormai siamo nella banca da 32 ore, ma mai mi sarei aspettata che gli inconvenienti si sarebbero presentati così in fretta e con questa intensità.
Arturo parla, si lamenta e le sue parole sono biascicate. Immagino che in quei momenti stesse ripensando alla sua vita. Ragionava su quale sarebbe stata la donna della sua vita: Laura, sua moglie, o Monica, ormai morta, la segretaria che aveva lasciato incinta. Non so quanto possiamo aiutarlo a dargli tempo per risolvere questo problema, perché i nostri corsi di primo soccorso non erano proprio un granché.
Di quelle lezioni ricordo principalmente che ci eravamo trovati a dover separare Tokyo e Nairobi che avevano iniziato ad insultarmi dandosi delle lesbiche, ma non mi era chiaro il motivo, solo che erano finite ad alzarsi le mani.Riusciamo a fermare il sangue, ma sicuramente la polizia ci manderà un equip di medici per operarlo. Anche questa era una delle variabili del professore.
Sono seduta su uno sgabello, accanto ad Arturo che boccheggia da sdraiato, prendendo fiato.
Berlino scende le scale, mi lancia un'occhiata e poi guarda Arturo.
"Arturo? Arturo? Come si chiama tua moglie?" chiede mentre si rigira un telefono tra le mani.
"Laura" risponde l'uomo.
"Che bel nome! Ora ti facciamo parlare con Laura" dice apatico Berlino. Io lo squadro da capo a piedi e accennò un sorrisetto "È in questi momento che servono le mogli. Ti danno conforto, nessuno si ricorda della propria moglie quando si trova all'ingresso di una discoteca ubriaco fradicio. Però se hai qualche problema, un'incidente o semplicemente paura la cosa cambia" nel frattempo è arrivato anche Rio.
Berlino si siede accanto a lui e gli chiede se sta pensando a Monica, lo sfotte un po' e dopo lo minaccia, puntadogli forte la pistola propria sulla ferita, di sparargli se al telefono dirà qualcosa di strano. Al contatto violento con l'arma Arturo soffre visibilmente e si lamenta; io e Rio ci lanciamo uno sguardo agitato. Vorrei intervenire, ma qualcosa mi blocca.
Mi prendo Berlino da parte, dopo che ha messo via la pistola.
"Sei stato una merda" dico sincera, guardandolo negli occhi.
"Dovevo avvisarlo, no?" chiede retorico.
"Potevi puntargliela in testa la pistola. O sulle palle." rispondo quasi sadicamente.
"Roma..." mi guarda "Stai diventando debole" afferma scrollando le spalle.Arturo parla al cellulare, le cui fotocamere sono state oscurate, con sua moglie e io lo tengo d'occhio. O meglio, tengo d'occhio Berlino.
Giunge anche Denver, con gli occhi seri e guarda fisso Arturo. La telefonata prosegue, finché quasi non scoppio a ridere quando l'uomo chiama sua moglie, Laura, con il nome della sua amante, Monica.
Berlino mi guarda e ci tratteniamo tutti e due dal ridere. Mi piego su di lui, con la fronte sulla sua spalla, e mi sforzo con tutta me stessa di stare zitta.
"Come sei bravo, Arturo" dice Berlino, mentre noto che anche Rio sembra divertito "La tua segretaria, col pancione. Lauretta che ti aspetta sulla 4x4 con i bambini, tu circondato dai soldi. Sei una leggenda" ride."Berlino!" arriva Nairobi "I medici sono qui fuori" la guardo.
Berlino si allontana e io e Rio lo seguiamo con i fucili "Rio, porta Alison in un ufficio" ordina guardando la ragazza.
Nairobi fa mettere le maschere agli ostaggi e li porta da all'ingresso, facendogli tenere i fucili finti puntati verso chiunque entri.
Io mi allontano, seguo Berlino nel suo ufficio, non che sia una novità.
Guardo fuori dalla finestra e vedo i medici che entrano, ma vengo distratta dallo squillo del telefono.
Salto in piedi e cerco di andare a rispondere, ma Berlino mi anticipa.
"Ascoltami bene, uno dei sanitari è un poliziotto infiltrato" dice il Professore. Io sto vicino al telefono e ascolto quello che il Professore sta dicendo. Nella stanza arrivano anche Tokyo e Helsinki che si tengono un po' lontani.
"Quale?" domanda Berlino.
"Quello con gli occhiali. Sai che devi fare?"
"Perfettamente, vado subito" risponde serio.
"Berlino, deve essere un lavoro di estrema precisione"
"Lo so" e mette giù.
Si volta verso di noi.
"Quello con gli occhiali è della polizia" scrolla le spalle, molto calmo.Scendiamo tutti quanti per raggiungere l'ingresso. Abbiamo il volto coperto dalla maschera e quando arriviamo io mi tengo leggermente distante. Ho una pistola e sono attenta, ma lascio che se ne occupino i miei compagni.
"Posate tutti gli oggetti metallici qui dentro" ordina Berlino, porgendo ai due medici e un poliziotto infiltrato un contenitore.
"Occhiali, orologi, se avete armi, microspie. Vi consiglio di consegnare anche quelle. Individueremo qualsiasi tipo di radiofrequenza" spiega.
"Toglietevi anche le scarpe, per favore".
Al sentire quella frase sorrido dietro la maschera. Glielo ha chiesto per favore.
"E adesso stendetevi a terra. Come scarafaggi" ride.
Nel frattempo Helsinki pianta un microfono negli occhiali del poliziotto, senza farsi vedere, con la scusa di dover controllare gli oggetti consegnati.
Perquisiamo tutti e tre i medici e poi Berlino li fa alzare.
Nairobi restituisce gli occhiali al poliziotto.Ho tutto sotto controllo.
Domanda del giorno:
Se dovesse realizzarsi una ship che non shippa te continuereste comunque a seguire la storia?Canzoni che ho usato per correggere questo capitolo:
- "Come ti fa Mad" di Madman
- "Estate dimmerda" di Salmo
- Tutte le veleno di Gemitaiz e Madman
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ROMA|| La casa di carta
ФанфикLa zecca di stato di Madrid. Un gruppo di criminali estremamente diversi tra loro, ma costretti ad appianare le loro divergenze. Sessantasette ostaggi. Un capo dell'operazione ironico e geniale che controlla il tutto. Ma se i criminali fossero stati...