Roma non fu sorpresa dal ricevere questo bacio, ma ormai la sua mente annaspava alla ricerca della decisione migliore.
Lentamente poggiò la mano sulla nuca del ragazzo e inizió ad accarezzarlo, mentre si staccava.
"Denver..." sussurrò piano, notando la tristezza e la vergogna nei suoi occhi chiari "Ora ti spiego" aggiunse a voce bassa continuando con il movimento della mano.
Lui annuì timidamente aspettando risposta.
"Se fossimo in un'altra situazione per me potevamo anche metterci insieme, però non adesso. Non ora. Non in una rapina." spiegò "Mi dispiace farti stare male, non te lo meriti" lo consolò.
Denver la guardò negli occhi e vide che era sincera "Sei così bella, ho dovuto farlo, non potevo rinunciare a questa occasione. Non farti una colpa per non aver ricambiato, ho sbagliato io".
"No no no, non hai sbagliato tu" disse lei, mentre lui le prendeva la mano "scusami ancora" aggiunse.
Detto questo i due si riavviarono verso il casale, sperando di non fare ritardo per le lezioni del Professore.DOMENICA
ORE 16:40
54 ORE DI RAPINAMentre cammino per un corriodoio, vicino ad uno dei bagni osservò il soffitto e poi il pavimento, in seguito nuovamente il soffitto, poi di nuovo il pavimento, come se il movimento della testa riflettesse i miei pensieri e il mio umore: altalenante.
Sento un vociare provenire dal bagno degli uomini, delle voci che si fanno sempre più forti. Voci di ragazzi che insultano una loro compagna; alzò lo sguardo dal pavimento e davanti a me trovo Nairobi.
"L'hai sentite?!" chiedo riferendomi alle voci che continuano.
"Adesso li rimetto in riga" disse lei, severa.
Entrambe camminiamo fino al bagno e troviamo una Alison accerchiata da una decina di suoi campani, mentre sottostà alle loro spinte e parole forti.
"EHI STRONZETTI!" alzò la voce e tutti si voltano verso di me, Alison tiene gli occhi a terra.
"È questo che insegnano nelle scuole private?" chiede Nairobi, afficiandosi al gruppo "Tutti contro uno? Coraggiosi. Tutti in branco contro una povera ragazza" la mora guarda uno dei ragazzi: alto, fisico robusto, per stereotipo capitano della squadra della scuola direi.
"Tu chi sei? Il più coraggioso?" domanda visibilmente nervosa "Tu sei quello che ha le palle più grosse, eh?".
C'è qualche secondo di silenzio.
"Direi di verificare" rido io, osservandoli dalla soglia della porta.
Nairobi fa esattamente quello che ho detto io, lo prende per le palle, in tutti i sensi, probabilmente facendogli male.
"No, sono piccole" lo prese in giro, con la voce con cui si parla ai bambini "Roma, lo avresti mai detto? L'uomo senza palle" si volta per un attimo verso di me e entrambe ridiamo.
Continua a stringergli le palle e lo lascia solo dopo aver finito di umiliarlo. Lui parla a voce bassa ed è arrossito, i suoi compagni lo osservano in un silenzio pieno di imbarazzo.
Nairobi ordina ad Helsinki di portare via i ragazzi, ma trattiene Alison. Io mi allontano e seguo il serbo con gli studenti, chiudendo la fila per controllare che nessuno faccia cazzate.
"Dovresti vergognarti" mormoro, quando riesco a passare accanto al ragazzo che a parere mio Nairobi non ha umiliato abbastanza."Roma! Roma, aspetta, dai!" mi chiama Berlino raggiungendomi a passo veloce, dopo che gli sono passata davanti senza nemmeno guardarlo.
Mi volto di scatto verso di lui "Io non parlo con te" dico seria e mi giro ancora, ricominciando a camminare premendo con i miei passi a terra.
"Sei arrabbiata per caso?" chiede poggiandomi la mano sulla spalla e facendo sì che mi voltassi verso di lui.
"Io arrabbiata? Basta. Sono normalissima." scandisco bene le parole e scrollo le spalle, con fare menefreghista.
"Allora perché fai così?" inarca le sopracciglia.
"Volevi sparare a Denver" rispondo monocorde, guardando il muro dietro di lui.
Qualche attimo di silenzio cala nel corridoio, mentre mi sforzo di ascoltare i pochi rumori in sottofondo.
"Dobbiamo dare alla polizia le prove che sono vivi." mi informa, apatico quanto me.
Io annuisco e mi dileguo, cercando di concentrarmi solo sul veloce battito del mio cuore, come se il resto non contasse nulla.
![](https://img.wattpad.com/cover/159721645-288-k409437.jpg)
STAI LEGGENDO
ROMA|| La casa di carta
FanficLa zecca di stato di Madrid. Un gruppo di criminali estremamente diversi tra loro, ma costretti ad appianare le loro divergenze. Sessantasette ostaggi. Un capo dell'operazione ironico e geniale che controlla il tutto. Ma se i criminali fossero stati...