Prologo

127 5 0
                                    

   ▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬

0 0

18 anni prima

   ▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬


E Q U I L I B R I U M
Secondo Regno


TIRESIA, un vecchio sacerdote, era intento ad eseguire i suoi quotidiani riti spirituali.

Era inginocchiato dinanzi all'altare costruito in onore della fondatrice di Arcadia, Olivia, con le mani congiunte e il capo calato.

Aveva una folta barba bianca che gli superava il mento e la pelle del viso raggrinzita a causa della vecchiaia.

Indossava una tunica grigia a maniche lunghe che gli copriva il capo calvo con un cappuccio, mentre ai piedi portava dei sandali marroni, in alcune parti scorticati per le lunghe camminate che adorava fare. 

I suoi occhi erano chiusi, ma se fossero stati aperti si sarebbe potuto vedere solo uno strato vitreo dinanzi le pupille.

Egli era cieco e nonostante ciò era uno dei più esperti nel suo mestiere. 

Di Tiresia non si poteva dire che fosse un semplice sacerdote, anzi. Egli era un visionario, riusciva a prevedere il futuro e quasi sempre ciò che vedeva si avverava. 

Alcuni dicevano che, a causa della sua cecità, fu Olivia stessa a donargli un occhio interiore che gli permetteva di mettersi in contatto con mondi paralleli, con altri universi.

Un occhio che era in grado di fargli avere delle visioni.

Il suo potere era autentico, motivo per cui i sovrani del secondo regno, Equilibrium, decisero di prenderlo a corte e consultarlo ogni qual volta ne avessero bisogno. 

Per la sovrana Dido era un conforto, una sicurezza ed era l'unica che dava credito a ciò che diceva, a differenza del re August che alcune volte si dimostrava abbastanza scettico. 

Tiresia alzò il capo e sbatté le palpebre.

Aiutandosi con le mani si mise in posizione eretta e percorse la distanza della cappella con l'intenzione di raggiungere la credenza. 

Allungò le mani dinanzi a sé cercando l'anta del mobile.

Quando i palmi captarono la ruvidezza del legno, arrestò i suoi passi.

Tastò la porta finché non afferrò la maniglia e aprì. 

Le sue dita accarezzarono la superficie delle mensole. Aveva bisogno di una candela che potesse accendere tutte quelle più piccole che incorniciavano l'altare. 

Scavò nel solito posto ed eccola lì. L'afferrò e richiuse la credenza con cura. 

In quel momento era avvolto da un'aura celeste. Le sue orecchie erano piene di voci angeliche. Sentiva dei bisbiglii, i sussurri delle anime in viaggio nell'altro mondo.

Erano in momenti come quelli che il suo occhio interiore era più vivo che mai.

Percepiva ogni rumore, ogni suono, ogni voce in modo più acuto. Sentiva le correnti d'acqua della cascata vicina fino al battito del cuore di un uccellino posato su un ramo di un albero. 

The Heirs of ArcadiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora