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Equilibrium
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Secondo Regno
♕18 anni dopo
IL CINGUETTIO DEGLI UCCELLI che si trovavano sugli alberi vicini colmava l'aria silenziosa che vigeva nel cortile del Palazzo.
Le foglie frusciavano, provocando un piccolo eco che rimbombava tra le mura.
Qualche farfalla svolazzava di qua e di là.
Gli erano sempre piaciute perché erano le farfalle più colorate che avesse mai visto.
Ogni tanto si posavano sulle sue braccia o addirittura sui capelli, ma non gli davano fastidio.
Anzi, le portava a spasso per l'enorme castello, mostrandole a ogni persona che incontrava.
La servitù rideva del suo piccolo gesto, trovandolo adorabile e lui continuava a sorridere, incoraggiato da quelle reazioni.
Il problema sussisteva quando incrociava per sbaglio i sovrani.
Gli lanciavano subito uno sguardo torvo e severo e lui era costretto a far andare via le farfalle.
Non riusciva a capire perché loro non lo trovassero divertente.
Gli ripetevano sempre che era un reale e che quindi non doveva rincorrere cose inutili, come delle semplici farfalle.
Gli dicevano che doveva mantenere alta la loro immagine, altrimenti cosa avrebbero pensato gli altri regni?
Non capiva perché fosse così importante mantenere una certa fama, ma in ogni caso annuiva e ubbidiva, perché era quello che sua madre gli aveva insegnato.
Oltre al cinguettio e al frusciare delle foglie, si poteva ascoltare un suono che aveva il potere di far calmare gli animi irrequieti e di dare, invece, un senso di serenità a chiunque abitasse nel Palazzo.
Era il soave e dolce suono delle arpe, le cui corde strimpellavano grazie al leggero vento che si inoltrava nel porticato che costeggiava la natura del cortile.
Unito all'odore di muschio, tutte queste cose erano per lui un vero tocca sana.
A volte l'odore di muschio si alternava a quello della camomilla e poteva giurare che riusciva a dimenticare perfino il piccolo litigio che aveva con la mamma.
Non accadeva spesso, ma quando capitava il suo morale cadeva a terra e l'unica cosa che riusciva a calmarlo era venire al Palazzo d'Equilibrium.
Il suono delle arpe diventava più intenso a mano a mano che si inoltrava, sorpassando il cortile e percorrendo una strada che ormai conosceva meglio di quelle di casa sua.
Era la strada che lo conduceva alla cosa che era in grado di mettere a tacere anche i piccoli demoni che danzavano sulle sue spalle e di allontanare momentaneamente tutti i suoi pensieri negativi.
Anzi, più che una cosa era una persona. Il solo pensiero gli provocava un sorriso con tanto di fossette.
Quando la grande porta entrò nel campo visivo il suo passo aumentò istintivamente, fino a trovarsi dinanzi ad essa in pochi secondi.
Mise una mano sulla superficie e la spinse pian piano, poiché sapeva che se avesse fatto il minimo rumore avrebbe interrotto la sua sessione di meditazione.
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The Heirs of Arcadia
FanfictionCinque regni. Cinque regni che corrispondono a cinque emozioni diverse, ognuna delle quali risiede nelle mani di cinque ragazzi: Harry, Niall, Liam, Louis e Zayn. I regni che costituiscono Arcadia sono sempre stati governati dai loro genitori, ma...