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Libero slancio.E già sono deserto.
Perso in questa curva malinconia.
[…]-da "O notte"
di Giuseppe Ungaretti.Erano passati 5 giorni (includendo il week-end) da quando Shoto era arrivato nella nuova scuola e, mentre si preparava per iniziare una nuova settimana, si disse che, dannazione, Izuku era davvero un osso duro.
E quella constatazione era fastidiosamente cocente per il suo orgoglio.Sia mercoledì, che giovedì e che venerdì, Izuku era riuscito a non interagire con lui; anche aiutato (senza volerlo) dalle ragazze che provavano insistenti ad attaccar bottone col bicolore.
E Shoto, più in ipotesi di futuri tornaconti che altro, si era dovuto trattenere dal mandarle tutte a 'fanculo e si costrinse parlare civilmente con loro.
Più di una volta al giorno gli avevano pure chiesto come si fosse procurato quella bruciatura attorno l'occhio sinistro e lui rispondeva con «sfortunato incidente domestico», mentre nella sua testa si susseguivano pensieri del calibro: "Levatevi che devo parlare con MIdoriya, che almeno lui non mi sta sui coglioni! E, per vostra informazione, col cazzo che mai vi dirò come mi sono procurato questa qui!"
Ovviamente non diceva nulla a voce alta e pativa quello che per lui era un supplizio, in silenzio.
"Però oggi sarà diverso", si disse mentre afferrava la sacca da ginnastica.
Avevano motoria quel giorno alle ultime due ore e forse avrebbe potuto fermare Izuku e parlargli.Per Shoto, le ore a scuola passarono inesorabilmente lente.
Evitò anche di seguire Izuku per la ricreazione, dato che si stava chiudendo in un bagno fino alla fine, sia per sfuggire ai bulli sia a lui.
Shoto, indispettito ma rispettando la sua scelta, non ci provava neanche e rimaneva in classe, assordato dalle oche (la maggioranza delle ragazze che erano stupide come muli e non avevano intuito che fosse infastidito da loro) perché scappare sul tetto per farsi seguire non gli andava per nulla.
Invece il trio bulli, lo sapeva e ciò gli dava molto sui nervi, andava nel bagno e tormentava Izuku fuori dalla cabina, tirando con forza la maniglia per aprire la porta (che il verde saggiamente chiudeva con la sicura).
E Shoto ancora aveva in bocca il sapore della bile quando, venerdì, Izuku era rientrato dalla ricreazione con la divisa un po' sporchina e con un graffio sulla guancia, da vicino l'occhio che andava giù, in diagonale, verso l'orecchio e si fermava solo vicino il lobo.
Le mani gli avevano iniziato a prudere dal nervosismo anche perché, cazzo, per fare un graffio del genere cosa straminchia gli avevano fatto quei tre figli di puttana?
L'arrivo della prof di motoria, una donna sui 50 anni dal corpo ancora allenato e alta poco più di 1,60m, lo distolse dai suoi pensieri per via delle domande ricevute dalla docente stessa.
<Todoroki Shoto… Pratichi qualche sport? O, comunque, ne hai praticati?> chiese lei.
<Ho praticato nuoto per qualche anno, tipo per 3 o 4 anni, poi ho smesso perché non mi piaceva più. Ora solamente faccio qualche esercizio in casa: nella mia famiglia si tiene alla salute fisica.> mentì Shoto, dicendo la verità solo su ciò che praticava e non sui perché.<Mh, bene. Uno non fiacco, meno male. Comunque oggi…> e la prof si rivolse alla classe <…faremo la corsa dei 1000m nel giardino sul retro, ok?>
Molti mugugni si sollevarono da parte di chi era disperato per le sue incapacità, mentre alcuni commenti allegri spuntarono da parte di chi invece era contento perché si andava sul suo elemento.
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Amare sé stessi é l'unica regola della vita
FanfictionLa vita è sempre un continuo di alti e bassi, di momenti belli e brutti, di gioia e dolore. Ma se gli alti, i bei momenti e la gioia mancano... cosa rimane? Solo il buio, solo i momenti brutti, solo il dolore... e si può chiamare quella vita? Per...