[...]
Lo sguardo fruga d'intorno,
la mente indaga accorda disunisce
nel profumo che dilaga
quando il giorno più languisce.
Sono i silenzi in cui si vede
in ogni ombra umana che si allontana
qualche disturbata Divinità.
[...]-da "I limoni"
di Eugenio MontaleDa quella "camminata" il lunedì, i discorsi fra i due ragazzi furono nulli. Tutto ciò ancora a causa di Midoriya che schivava l'altro, anche se non preferiva le grinfie dei suoi aguzzini; che lo perseguitavano come la sua ombra dovunque si nascondesse.
Ma qualcosa cambiò giovedì.
La loro professoressa di giapponese decise di far fare un lavoro in gruppi sull'analisi di una novella diversa per ogni gruppo, ma sempre sullo stesso autore. Ma non fece scegliere ai ragazzi i gruppi, non fidandosi di loro.
Piuttosto, preferì lasciare la scelta al caso, sperando che la sorte non mettesse tutti i bravi in un gruppo e tutti gli scapestrati peggiori in un altro.
Si mise ad estrarre e, nel mentre che pescava a sorte e formava i gruppi, dei <<Sì>> soffocati e soddisfatti o dei mugugni nolenti si levavano dall'aula.<E il gruppo numero 3 sarà formato da...> e la docente prese quattro biglietti tutti insieme, per poi aprirli uno ad uno <Katsuki, Izuku, Shoto e Yumi. Voi quattro avrete la terza novella scritta alla lavagna, che c'é anche sul libro a pagina 34>
Izuku sprofondò con la testa fra le braccia, poggiate sul banco, un po' disperato.
Yumi era una smorfiosa che rideva sempre per prima allo spettacolo delle angherie verso Midoriya e, ne era certo, se l'era legata al dito da quella mattina sul tetto.Katsuki, per dirla breve, l'avrebbe ucciso sempre e comunque (e avrebbe fatto fare a lui la sua parte).
E Shoto... beh, più che altro con lui c'era imbarazzo.
Finiti di dire i gruppi, la docente disse: <Dato che manca poco meno di un quarto d'ora prima della ricreazione, vi lascio riunire in gruppi e già discutere sul vostro da farsi.>
Izuku si voltò verso gli altri tre compagni di gruppo e vide Bakugou, infastidito a bestia, che mandava sguardi di fuoco sia a Yumi che a Shoto, come a dire: <<Siete voi che vi muovete, non io.>>; per infine lanciare una rapida occhiata ad Izuku, che tanto aveva già inteso e, sconsolato, aveva sollevato la sedia. Direzione: banco di Bakugou, ovvio.
Seduto lì, con al suo fianco Shoto, che all'altro suo fianco aveva appicciato Yumi, Katsuki esordì con: <Io di sicuro questo progetto non lo faccio con voi merdine.>
<Di sicuro noi la tua parte non la facciamo, o almeno questo vale per me.> fece Shoto, gelido, seguito a ruota dall'annuire frenetico di Yumi, che voleva ingraziarsi e basta il gelido belloccio.
<E tu, Merdeku? Non dici nulla?> lo schernì Katsuki, mentre Izuku teneva la testa bassa e stava muto: non poteva contraddire Katsuki, se ci teneva alla sua pelle.
<Allora? Ti piace tanto fare il cagnolino che faresti anche la mia parte?> lo stuzzicò Katsuki.
Izuku scrollò le spalle.
<Sei proprio una cagna> constatò Katsuki, con una risatina di Yumi ad accompagnarlo e lo sguardo algido ma arrabbiato di Shoto a trafiggerlo.
Izuku semplicemente rimase ancora muto.<Midoriya é abbastanza accondiscendente da fartelo fare, ma io no. Perciò puoi anche non vederti con noi per farlo, basta che ti fai la tua parte.> replicò Shoto, gelido, volendo internamente mettere una mano su una spalla di Midoriya in segno di conforto.
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Amare sé stessi é l'unica regola della vita
FanficLa vita è sempre un continuo di alti e bassi, di momenti belli e brutti, di gioia e dolore. Ma se gli alti, i bei momenti e la gioia mancano... cosa rimane? Solo il buio, solo i momenti brutti, solo il dolore... e si può chiamare quella vita? Per...