28. Amore distruttore

512 44 47
                                    

[…]
"Non esiste un amore felice
non c'è un amore che non dia dolore
non c'è un amore che non ferisca
non c'è un amore che non lasci il segno"
[…]

-da "Non esiste un amore felice" in "L'ira e l'amore"
di Louis Aragon.



Katsuki osservò la reazione di Izuku alle sue parole. Era ancora lì, seduto sulla ringhiera, con ancora le gambe a penzoloni nel vuoto, ma con il busto quasi del tutto girato verso di lui.

<Perché solo adesso me lo dici? Non potevi farlo anni fa?> chiese Midoriya, decidendo di porre quella domanda e agire da miscredente fra le migliaia di opzioni possibili.
<Ero confuso. Da piccolo ti inculcano in testa che esiste solo la coppia uomo-donna e mi sentivo sbagliato a provare un così forte sentimento verso di te, che ero certo fosse più dell'amicizia.>

<Quindi eri e sei disgustato da me. Dal fatto che io sia un ragazzo. E che verso di me provi una simile attrazione.> disse Izuku, più in conferma che in domanda.
<No!> esclamò il biondo, avvicinandosi di un altro passo. Mancava relativamente poco e poi avrebbe potuto prenderlo per il braccio e tirarlo via dalla ringhiera.

<Lo ripeto: ero confuso. E nel mentre ti facevo male perché volevo farti desistere dal diventare un eroe. Non mi capivo, vero, ma almeno sapevo che volevo avere la tua ammirazione sempre su di me; e come avrei potuto farlo se tu fossi diventato un hero nonostante tutto? Non avresti avuto bisogno di me e io avrei perso la tua ammirazione.>

Poi mandò giù un boccone amaro e continuò: <E avevo paura, e tutt'ora ne ho, che se in futuro saresti diventato un hero… saresti morto per colpa di qualche villain. È una cosa che capita purtroppo e, conoscendoti, ti saresti pure ammazzato pur di salvare anche un pezzo di merda che sarebbe comunque dovuto morire il giorno dopo. E io… non potevo permettermelo; tutt'ora non posso. Non potrei mai permettermi che qualcuno ti possa togliere la vita per il semplice fatto che tu stai combattendo per il bene.>

<Sono stato egoista e lo sono tutt'ora, ne sono ben conscio. Io ti voglio qui, con me: non voglio saperti lontano da me o con qualcun altro o, perfino, in un altro mondo.> dichiarò infine Katsuki, la minima traccia d'orgoglio sparita.

Izuku aggrottò le sopracciglia, confuso.
<Mi vuoi con te perché dici di amarmi… Ma perché mi ami? Come… ti sei innamorato di me?> chiese, più per curiosità che altro.

Katsuki si morse il labbro inferiore prima di rispondere: <Perché… sei semplicemente te. Hai un carattere bellissimo, raro da trovare ed invidiabile. Apprezzo la tua intelligenza e il modo in cui ti poni con gli altri, un modo sempre gentile, anche con chi non se lo merita. E poi, diciamocelo, sei estremamente… carino ed attraente allo stesso tempo. Ehm… é difficile da spiegare, sai? Però sono certo che sia un'attrazione sia fisica che mentale… ed é amore ciò, no?>

Izuku sbatté le palpebre in rapida successione, mentre si girava un po' di più, con le gambe in precario equilibrio sulla ringhiera, di profilo rispetto Katsuki.
Il lentigginoso si perse nei suoi pensieri, riflettendo, con gli occhi intenti a fissare attentamente qualcosa che il biondo non poteva vedere.

Anche Bakugou si perse nei suoi pensieri.
E (per sua fortuna o sfortuna) in alcuni dei più ricorrenti.

Infatti Katsuki, spesso, dopo aver picchiato Izuku a fine lezioni (o comunque finita scuola), si sbrigava ad andare verso casa, per fermarsi però subito dopo aver girato un angolo, che era la diramazione da cui il cammino suo e di Midoriya differivano di lì in avanti per ritornare a casa.

In quelle volte aspettava nascosto, fingendo di usare il cellulare, che passasse Izuku.
E solo per poterlo guardare con tutto l'amore che avesse a risplendergli negli occhi rubino, come avrebbe voluto fare sempre, senza aver timore di essere scoperto o giudicato.

Amare sé stessi é l'unica regola della vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora