38. Per amor proprio

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[…]
"When, when the fire's at my feet again
And the vultures all start circling
They're whispering, you're out of time
But still, I rise
This is no mistake, no accident
When you think the final nail is in, think again
Don't be surprised, I will still rise"
[…]

Traduzione (alla buona):
"Quando, quando il fuoco é ai miei piedi ancora una volta
E tutti gli avvoltoi iniziano a girare intorno
Stanno sussurrado «sei fuori tempo»
Ma comunque, mi rialzo
Non c'é alcuno sbaglio, nessun incidente
Quanto tu pensi che la vittoria sia già scritta, ripensaci
Non essere sorpreso, io comunque mi rialzerò"

-da Rise di Katy Perry

Shoto sentì l'ossigeno diventare insufficiente con estenuante lentezza. La gabbia toracica si stava comprimendo, schiacciata da qualcosa di invisibile ma materiale.

Avrebbe perfino supplicato quello stronzo di lasciarlo in pace, forse, se solo avesse potuto. Però quello lo teneva in pugno come una bambolina e non poteva far niente.

Non poteva salvare Izuku.
E ciò perché si era messo ad ascoltare il discorso di un delirante.
Shoto si sentì un totale idiota.

Izuku si sentì un totale codardo.
Fissava la scena da steso a terra qual era, il corpo dolorante, senza dire una sillaba o muovere un muscolo per salvare l'amico.
O per riconcentrare l'attenzione di Kaeko su di sé.

Lui era abituato a stare male, a venir picchiato.
Shoto non si meritava le botte.
Shoto non si meritava niente di quel dolore.
"Shoto non si merita di dovermi stare vicino e soffrire con me…" si disse Izuku.

Intanto, Kaeko prese a ridere come un maniaco, lasciando che la propria voce riempisse quel corridoio altrimenti muto.

<Ora non fai tanto il gradasso, mh? Quelle tue fiammette e quei ghiacciolini dove sono? Oh, io lo so benissimo!> monologò il ragazzo.

Un'altra risata proruppe dalla gola di quel pazzo.
Perché non poteva che essere un pazzo.
Un'anima dannata ancor prima di arrivare nell'aldilà e che si era sempre nascosta sotto una facciata già crudele da sé, ma mai quanto la vera essenza di chi veniva celato.

<Tu non meriti nulla dalla vita! Esattamente come il Quirkless laggiù! Chi tradisce la propria razza per stare con quella feccia merita la sua stessa fine!> asserì Kaeko, la voce che mutava in un crescendo di rabbia e volume, arrivando quasi a strillare la parte finale della sua sentenza.

E rilasciò la presa dell'aria attorno al bicolore, facendolo cadere a terra come un bambola di pezza.
Shoto ebbe appena il tempo di realizzare il dolore che si propagava per il corpo, che il pazzo ri-utilizzò il suo Quirk, ma questa volta ancorandolo al pavimento.

Dalle labbra del giovane Todoroki uscì un lamento, che deliziò Kaeko, che prese a ridere ancora come un forsennato.
E nonostante la risata psicopatica, Shoto udì il lamento di una voce sottile che conosceva bene.

Si sforzò di alzare la testa e guardare il ragazzo che amava negli occhi.
Midoriya era seduto, tremante, e lo fissava con le lacrime a scorrergli giù per le guance.

I suoi occhi gridavano paura e il bicolore non ce la faceva a vedere tale emozione intrinseca nel volto del verdolino.

Col labiale, a fatica, riuscì a sillabare la parola: «Scappa».
Izuku sicuramente la comprese perché iniziò a scuotere la testa con vigore, a scacciare dalla propria testa quella opzione.

Shoto chiuse gli occhi, non vedendoci più dal peso che sentiva opprimerlo e tenerlo incollato al pavimento.
E non volendo vedere più Izuku, per come vigliaccamente poteva, in quello stato.

Amare sé stessi é l'unica regola della vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora