23. Scelte e promesse

487 41 101
                                    

N/A: preparatevi.
Avverto subito che, verso la seconda parte del capitolo, ci saranno scene che potrebbero urtare la sensibilità di alcuni.
Si legge il capitolo a vostro "rischio e pericolo".

[…]
Voices won't go away
They stay for days and days
They say some awful things, ways to make you fade away
[…]

Traduzione (alla buona):
"Voci che non andranno via
Rimangono per giorni e giorni
Dicono alcune cose orribili, modi per farti svanire"

-da "Another Way Out"
dei Hollywood Undead

Arrivati in ospedale, chiesero ad Izuku di stare fuori dalla stanza mentre un medico esaminava il bicolore, dopo pochi minuti di attesa.

Il verdolino si crucciò nell'attesa e ben trenta minuti dopo il medico entrato nella saletta uscì, mentre Shoto veniva trasportato su una barella in un'altra stanza, per riposare.

<Sta bene?> chiese in ansia Midoriya, alzandosi dalla sedia sulla quale stava tremando visibilmente.
<Non ha subito reali traumi al cranio. Si é solo ferito proprio dove passava un capillare superficiale. Qualche punto di sutura, un po' di riposo e poi può tranquillamente tornare a casa anche questa sera stessa.>

Izuku tirò un enorme sospiro di sollievo e dagli occhi sgorgarono nuove lacrime, ma di gioia e sollievo.
<B-Bene…> balbettò il ragazzo, le lacrime che scorrevano libere per le guance.
Il medico lo guardò un po' perplesso.

<M-mi sono preso u-u-un grande spavento q-q-qu-quando é caduto… T-T-Tutto qui…> rispose tremolante il ragazzino, asciugandosi freneticamente gli occhi.

Il medico non questionò oltre e, scrollando le spalle, disse: <Se non erro, hanno spostato il tuo amico nella stanza 113. Puoi andare subito a visitarlo. E ti consiglio di chiamare suo padre o sua madre od un fratello maggiorenne che possa poi farlo uscire di qui quando si sveglia.>

<Ok.> pigolò Izuku, mettendosi alla ricerca della stanza d'ospedale 113.
La trovò abbastanza in fretta, grazie ai cartelli esplicativi. Entrò senza cerimonie, notando che però non c'era solo Shoto, ma anche un bambinetto sui sette anni che aveva un braccio ingessato.

Il bimbo si era preso uno spavento e la madre aveva guardato un po' infastidita il verdolino, senza però dire alcunché. Midoriya borbottò delle scuse e si diresse a passo spedito verso l'amico, che riposava sul letto in fondo la stanza.

L'unica cosa che aveva di diverso da come lo aveva "lasciato" era una sottile garza avvolta sulla testa.
Izuku si sedette sul fondo del letto, tirò fuori il cellulare, cercò il numero di Natsuo e lo chiamò.

Gli disse brevemente che Shoto si era fatto male e l'albino gli raccontò in risposta che poco prima una tizia dall'ospedale aveva chiamato a casa e aveva risposto Fuyumi, piuttosto che Endeavor, uscito pochi minuti prima.

Natsuo disse che sarebbe arrivato il prima possible e poi ri-attaccò.
Izuku rimase lì, nella stanza, perso nei suoi pensieri, tenendo una mano di Shoto nella sua, ripensando a quello accaduto.

Le voci che gli ronzavano in testa, che si erano acquietate gli ultimi 10 minuti, ripresero a sussurrargli non-stop, accusandolo di star facendo soffrire ancora di più il povero Shoto, martire di suo e che doveva sopportarsi lui e le sue "futili quisquillie".

E quelle voci ebbero la meglio sul suo animo fragile, di nuovo reso a brandelli nell'ultimo pomeriggio, dopo un periodo di pace. La felicità l'aveva solo portato a stare sulle nuvole… rendendo la caduta nel suo vecchio buco più dolorosa.

Amare sé stessi é l'unica regola della vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora