D'amore e cuori infranti

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Nessuno, guardando gli occhi dell'arciere, avrebbe potuto indovinare le fiamme ardenti che aveva nel cuore! Un mercante dagli occhi avidi si era presentato un giorno dal suo Re, recandogli in dono un cofanetto con quattro perle; quel giorno stesso, quattro persone care al sovrano erano scomparse. Il mago di corte aveva scoperto come salvarle: pergamene incantate, ma solo tre erano state trovate. La quarta avrebbe liberato l'anima prigioniera della perla rossa, la dolcissima figlia del Re, dai capelli color del fuoco. Il cuore dell'arciere non batteva che per lei.

C'era un unico posto dove trovare la risposta: La libreria del Cappellaio Matto. Custodi d'un immenso sapere, il Cappellaio e le sue sorelle avevano di certo una copia. 

Era partito, il fuoco nei passi, fino a raggiungere terre lontane. Nella sua sacca, il gioiello: l'aveva sottratto allo stesso Re, con folle disperazione.

Aggredire la giovane libraia gli era parsa la soluzione più sensata. Era sola e, lo poteva vedere facilmente, inesperta. Ma era intervenuta quell'ombra di stregoneria, e si era ritrovato circondato dalle sorelle. I loro occhi erano gelidi e duri come il ghiaccio e aveva sentito l'ultima speranza volar via, spezzandogli il cuore. 

Solo allora, una delle donne si era avvicinata a lui tanto da sfiorarlo con una mano. L'aveva vista chiudere gli occhi e poi riaprirli con un sussulto.

«Chi chiede, ottiene, arciere. Non è con le armi che avrai ciò che vuoi!»

L'uomo, d'improvviso, pareva aver perso l'uso della parola.

Un'altra donna gli avvicinò una sedia e una terza una ciotola d'acqua. Infine, quella che lui aveva aggredito, così giovane da sembrargli ancora una fanciulla, chiese:

«Cosa cerchi qui da noi?»

Tremando, mise una mano nella sua sacca, tirando fuori lo scrigno che custodiva ormai una singola perla, rossa come il sangue. Le due che già aveva incontrato nel bosco si guardarono: sembravano aver compreso al volo.

«Abbiamo una copia della pergamena, ma ci sono dei rischi»

«Sono disposto a tutto»

Quasi fossero state quelle parole magiche, la libraia dagli occhi verdi si volse, entrò in una camera e dopo un po' ritornò, con un rotolo chiuso da un sigillo.

«Potresti perdere ciò che hai, spezzando la maledizione»

«Perdessi anche la vita, non mi importerebbe»

La vide annuire e srotolò la pergamena.


Labbra innamorate

pronuncino parole dimenticate

da chi il fuoco spense

nel cuore stesso del sogno

La passione arda

negli occhi che si specchiano

nelle stelle immote

nella speranza sacrificata.

Canti il suo nome

chi per primo giunse alle profondità

mentre la luna svolge

la matassa incantata 

per ridar vita

a chi è ormai lontano.


La voce dell'arciere era roca e commossa. Dallo scrigno si sprigionò una luce accecante e finanche gli uccelli del bosco si zittirono. Una fanciulla, vestita solo della sua pelle e di lucenti capelli rossi, apparve seduta in mezzo a loro. Si guardò intorno, quasi impaurita, cercando goffamente di coprirsi, poi chiese:

«Chi siete? Dove mi trovo?» 

I suoi occhi sfiorarono l'arciere senza neppure fermarsi e solo allora lui comprese: non aveva memoria!

Le libraie delle Meraviglie nel mondo della FantasiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora