Il regno delle Ombre

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Rom era un animo gentile. Questo lo sapeva ogni creatura del bosco, che avesse o meno parola, e il giovane Twinklelez che avevano conosciuto nel corridoio della Sfinge ne era timidamente innamorato. Caolbhadh - questo il suo ostico nome, che suonava alle orecchie non avvezze al linguaggio twlinklelez come "Kleva" - era rimasto estasiato quando la libraia era tornata a trovarlo, portandogli in dono un bocciolo di Achillea e ogni volta che si incontravano, arrossendo furiosamente, le si avvicinava un po' di più. Così, quando la Signora delle Ombre gli affidò il compito di avvicinare le libraie, Caolbhadh si inchinò profondamente e assentì.

Bussò alla porta e, ad aprirgli l'uscio, fu un uomo, spaventandolo quasi a morte. Ancora pallido, con i capelli un po' troppo lunghi in disordine, Theophilius Carter si accovacciò con il sorriso stampato in volto.

«Che desideri, minuscolo e simpatico amico?»

«Rom!» fu la sua sola parola e fu ardua impresa riuscire a fargli riferire per intero il messaggio della Signora delle Ombre.

«Questa volta, andremo in tre» asserì Melianta, dopo averlo ascoltato. Teriel, che era ormai tornata in forma umana, anche se aveva conservato la passione per i gomitoli e ogni tanto sputava palle di pelo, alzò gli occhi al cielo.

«Mi dispiace, Terellina, ma tu devi restare. Theo non è ancora sufficientemente forte e sai bene che è necessario proteggere i tesori che custodiamo. Erika non può ancora farcela da sola»

Così si trovarono tutte e tre catapultate nel cuore del Bosco delle Ombre. E nel cuore del Bosco delle Ombre il sole non sorgeva mai. Il buio regnava, oscurità e silenzio. Ogni tanto un fruscìo seguiva i loro passi, ogni tanto li precedeva. Il cuore delle tre sorelle era un tumulto di emozioni; anche se sentivano di non trovarsi al cospetto di un nemico, nondimeno riconoscevano l'immenso potere di quel luogo. Giunte ai piedi della Torre, il piccolo twinklelez indicò una nicchia, nera come l'eterno nulla.

«Ailionòra!»

Le tre sorelle, mani nelle mani, si avvicinarono e si inchinarono, rispettosamente.

«Benvenute, streghe custodi. Vi ringrazio di aver seguito Caolbhadh! La mia parola, oggi, è quella della Signora delle Ombre, cui la voce è stata sottratta da una maledizione. Vi chiede il vostro aiuto»

«Grazie di averci accolte, Ailionòra! Dicci come aiutare la tua signora e lo faremo», fu la risposta di Melianta.

«Tu hai la musica nella voce!» esclamò l'ombra «E nella musica è la risposta. Un uomo malvagio ha intrappolato in un pianoforte la voce della nostra Signora! Grazie ai suoi poteri e alle visioni della fonte, la Signora ha trovato la sua prigione, ha scoperto che nella vostra casa è custodita la pergamena che spezzerà l'incanto, se letta da una creatura che ha la musica nella voce. Ma è necessario che colui che ha scagliato la maledizione resti muto per un giorno intero»

«La fonte!» mormorò Fenice.

«Chi è dunque? E come potremo zittirlo?» chiese Rom.

«Non ho altre risposte che questa: la veggente guardi lo specchio alla luce della luna»

Le libraie delle Meraviglie nel mondo della FantasiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora