Il cofanetto blu

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Si raggomitolarono sotto una grande quercia nodosa e si addormentarono, confortate dalle fusa sommesse dello stregatto, disteso ai loro piedi.

Vedo una luce diafana e sento una melodia. Riconosco la voce melodiosa di Mel. Faccio qualche passo, conscia dell'erba sotto i miei piedi e del vento freddo che si insinua tra gli alberi. La fonte è lì, ma mi volto a destra; c'è uno specchio. Mi avvicino. Non scorgo la mia immagine ma un cofanetto blu. Allungo le mani verso il vetro e lo attraverso facilmente, per afferrare il cofanetto e tirarlo verso di me. Lo apro, e dentro trovo una minuscola foresta; scorgo noi tre, dolcemente addormentate. Poco distante una cava, sembra una miniera abbandonata: il Druido, il maestro di Mel, vi si aggira a passi nervosi. Mi accorgo che urla, che si sbraccia verso la parte più buia e cupa, più addentro nella Montagna. Infine vedo una spiaggia, di sabbia bianca come neve; una nave ha lanciato l'ancora poco distante, caricano casse su casse. Riconosco le nostre pergamene! Vedo il Druido avvicinarsi alla spiaggia e, d'istinto, lo chiamo, gli chiedo aiuto. Ma lo vedo ridere e stringere la mano agli uomini che caricano le casse. Lo vedo controllare le pergamene, aprirle senza cura. Lo vedo avvicinarsi a una grossa cassa e scoprirla: la cassettiera. Erika ne morrebbe. Ne morremmo tutte, se questo fosse il futuro. Dobbiamo impedirlo a ogni costo!

Alzo gli occhi e stavolta sono lì, nello specchio. E non sono sola. Amaranta, la veggente della Città! La vedo chiudere il cofanetto con uno scatto.

«Non è il futuro. Non è scritto. Lo puoi fermare! Aiuta la signora delle Ombre a ritrovare la sua voce! Avete tutto ciò che vi occorre: le tue visioni guideranno i vostri passi, tua sorella conosce il modo, la giusta mistura di erbe e l'altra ha il cervello fino da stratega. Ma dovrete mentire, dovrete ingannare l'ingannatore! E tendergli una trappola, perché sia alla vostra mercè. Non lasciategli scampo! E non cercatemi, vi prego! Son sua prigioniera, vi mettereste inutilmente in pericolo»

Gli occhi di Amaranta scintillano di lacrime trattenute. Le tendo la mano, ma tocco solo la nebbia.

Fenice si svegliò, in singhiozzi. Melianta la strinse a sé, sorridendo appena della confusione di Rom, strappata al sonno: lei era l'unica a sapere delle visioni alla fonte.

«Ora so cosa c'è di sbagliato! Il Druido, è lui che ha rubato la voce alla Signora! E mira alle nostre pergamene... Ha imprigionato Amaranta»

Le parole di Fenice si capivano appena, soffocate dai singhiozzi, ma le sorelle intesero tutto. Rom mise una mano sulla spalla di Melianta: il suo maestro, la loro serpe in seno.

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