Capitolo 4

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JORGE

Percorro il vialetto di quella che era la mia vecchia casa, mia madre mi sta aspettando sulla soglia, mi guarda da lontano con un gran sorriso. << Finalmente sei venuto a trovarci caro >> la abbraccio appena la raggiungo, lei come sempre si stringe a me e mi fa un enorme sorriso. Entriamo in casa e subito mia madre ordina alla cameriera di preparare qualcosa per me, << Strano che non sei a lavoro >> brontola lei mentre ci accomodiamo nell'enorme salotto, difronte al camino, in pietra, spento, << E' domenica mamma >> le faccio notare, << Ultimamente lavori anche la domenica >> ricambia lei, << Mi sono preso un giorno di pausa e da domani arriva la nuova assistente >>, la mia voce quasi trema al sol pensiero, ma cerco di nasconderlo. << Finalmente >> esulta lei << Stavi lavorando troppo >> mi riproverà premurosamente, << Lo so mamma, ora è tutto sotto controllo >> o almeno spero. << Sei di nuovo finito su un giornale >> brontola poi << Dovresti smetterla di uscire con una ragazza diversa ogni settimana, a tuo padre non piace trovarti sulle riviste scandalistiche >>, << Non posso farci niente se mi seguono >> faccio spallucce io, << Potresti smetterla di cambiare donna come cambi mutande >> lo dice in modo sarcastico, ma vedo che lo pensa sul serio, purtroppo sono fatto così e lo deve accettare. Mi rimprovera sempre il fatto che all'età di 29 anni non mi sia ancora sistemato, che non gli abbia mai presentato una mia fidanzata, l'ultima credo risalga ai tempi del liceo, poi ho capito che era solo una distrazione per lo studio, per il lavoro, per il guadagno, avere una compagna. Quindi ho deciso di non impegnarmi più, poco mi importa dell'amore e di tutte quelle stronzate che mi occupano tempo. << Quando torna Lodo? >> le chiedo io per cambiare discorso, << Fra due settimane >> sorride lei << Vai tu a prenderla all'aeroporto? >>, << Si vado io, non preoccuparti mamma >>, << Bene, tua sorella è stata lontana da casa quasi un anno, non vedo l'ora di averla qui >> dice con un sguardo dolce da madre, << Quando sarà qui non vedrai l'ora che esca di casa >> ridacchio io. Lodo è un uragano che non si ferma mai, ha un carattere esplosivo e caotico, ma la amo soprattutto per questo, perché è così vulcanica, si fa sempre trasportare dalle emozioni senza troppe paure o preoccupazioni. Quando la sera torno nel mio attico, il mio pensiero va subito a ciò che accadrà domani mattina, a quando quella ragazza sarà nel mio ufficio e a come mi sentirò. Vado a letto con mille pensieri in testa, mi chiedo se avrà ancora qualcosa da dirmi, se dovrà sputarmi in faccia ancora qualche suo reale pensiero. Come ogni mattina saluto Alba che mi passa la mia tazza di caffè, entro nel mio ufficio e inizio a controllare le e-mail, tenendo d'occhio l'ora, contando i minuti. Quando sono un'quarto alle otto Victoria mi chiama nel suo ufficio, deve farmi vedere dei documenti urgenti, << Alba se arriva la signorina Stoessel accompagnala nel suo ufficio, spiegagli quello che devi e poi falla aspettare qui >> le dico all'interfono, << Ricevuto >> risponde semplicemente lei. << C'è un errore e non capisco dove >> spiega Victoria una volta arrivato nel suo ufficio, rimaniamo lì un po' a cercare di capire dove sia il problema senza arrivare ad una soluzione, quando noto che sono le 8:05 le dico che avremmo controllato più tardi, ora ho una cosa da fare, devo vederla. Percorro il corridoio con una strana sensazione addosso, quando apro la porta del mio ufficio la trovo intenta a sfogliare un libro preso dalla mia libreria, non tiene mai le mani apposto questa ragazza, ha il vizio di studiare ciò che la circonda. Lei stranamente nemmeno mi sente arrivare, noto le sue lunghe gambe lasciate scoperte dalla gonna che indossa, mi avvicino piano a lei, il suo profumo mi invade le narici e noto che tiene in mano il Grande Gatsby. << Non c'è confusione così confusa come quella di una mente semplice >> cito una frase del libro da sbruffone e lei si volta di scatto, i suoi occhi enormi mi guardano, poi sistema il libro dove l'ha trovato e torna a guardarmi, con una sicurezza che non avevo mai visto in nessuna donna davanti a me. Se l'avessi conosciuta altrove sicuramente avrei provato a portarmela a letto anche se non credo che lei si sarebbe arresa a me, ma solo io so cosa gli farei se potessi averla. Il pensiero mi accende, ma lo controllo. Ha una bellezza che mi lascia senza parole, così semplice, ma che in qualche modo ti incanta. << Signor Blanco >> dice lei per spezzare questo strano silenzio, << Bentornata Martina >> la saluto pronunciando il suo nome che suona bene sulle mie labbra e poi faccio il mio classico sorrisetto arrogante. Con un gesto la faccio accomodare alla poltrona, dove accavalla le sue gambe lunghe, ai miei occhi è sensuale, mentre credo che lei non se ne rende nemmeno conto. << Bene, è pronta ad iniziare il suo nuovo lavoro? >> le chiedo appoggiandomi allo schienale << Dovrà svolgere per me molte mansioni, mi prenderà appuntamenti, controllerà i documenti, se tutto è nella norma e la farò venire con me agli incontri, così potrà imparare >> le spiego, spero che non si scaldi come l'ultima volta, o forse sì, forse voglio vedere quella scintilla che la accende. Lei continua a guardarmi, è leggermente in soggezione dalla mia presenza, ma non lo dà a vedere, è temeraria e sembra disposta a non cedere a nulla. << Perché sono qui? >> chiede poi con una determinazione che pochi hanno. << Per lavorare >> faccio un po' lo strafottente io, con il mio tono di voce basso, << Non voglio essere presa per il culo quindi... >> insiste lei, come osa pensare che io la stia prendendo per il culo, dentro di me si accende il fuoco e vorrei solo tapparle la bocca per farla stare zitta. Mi trattengo senza lasciare che le mie sensazioni prendano il sopravvento. Mi mordo il labbro innervosito e lei osserva il mio gesto. << Non la sto prendendo per il culo signorina Stoessel, è qui perché credo che lei sia ottima per questo lavoro, mi sono informato su di lei, ho letto la sua tesi di laurea, sono rimasto molto colpito dalle sue competenze in materia e forse un giorno, con il tempo potremmo inserire qualche sua ideologia nella nostra azienda >> spiego io, cercando di convincerla che non è qui solo per il suo bel visino o perché mi fa letteralmente impazzire il suo modo di fare. << Accetto questo lavoro perché mi serve e perché so che posso farlo in modo efficiente >> risponde lei composta, allargando le spalle e alzando la testa. Sta cercando di sottomettermi. Mi alzo in piedi per metterla in soggezione, piegandomi verso di lei appoggiando le mani alla scrivania, << Me lo dimostri >> le dico con la voce bassa. Lei si fa piccola, ma poi una scintilla si accende nei suoi occhi. Si alza anche lei e me la trovo praticamente di fronte, << Glielo dimostrerò >> mi sfida << Quindi ora cosa devo fare? >> chiede sempre vicino al mio viso. Mi ritraggo perché non so per quanto ancora potrei resistere, sono in preda all'estasi. << Le faccio portare da Alba delle carte che deve controllare, alcuni conti non mi tornano >> spiego quello che deve fare, << Molto bene, vado nel mio ufficio >> fa un sorriso strafottente lei e poi si volta sulle sue lunghe gambe. I vetri mi permettono di osservarla mentre scruta i documenti che ha in mano che Alba le ha consegnato, è concentrata e morde piano la matita in modo sensuale. La vedo talmente attenta, credo che se cadesse una bomba su di lei non alzerebbe lo sguardo da quei fogli. Decido di dedicarmi anche io al lavoro, ma poco dopo la mia attenzione viene attirata da Martina che fa capolino nel mio ufficio, << Ho trovato il problema di questi conti >> blatera, ho esaminato quei fogli con Victoria che è la contabile e non ho trovato nulla, come è possibile che lei abbia già capito dove stia il problema. Si mette di fronte a me e la guardo aspettando che parli. Appoggia i fogli sulla mia scrivania, << Non sono i conti ad essere sbagliati, la cifra non torna perché una delle percentuali è sbagliata, prende una penna rossa dal mio porta penne e cerchia l'errore, << Da questa commissione non bisogna togliere il 21% ma il 19%, solo che nessuno controlla mai se le percentuali inserite siano corrette, si limitano a ricontrollare i calcoli >> spiega semplicemente e io rimango lì come uno scemo davanti a lei. La porta del mio ufficio si apre e Fran fa capolino, << J >> esclama solamente, << Perché Alba non mi ha avvertito che eri qui? >> chiedo, ma lui punta i suoi occhi su Martina, appoggiata alla mia scrivania, << Tu devi essere la nuova assistente, ti aspettavamo con ansia >> ridacchia lui avvicinandosi, le afferra una mano e le bacia il dorso << Sono Francisco, ma puoi chiamarmi Fran e sono addetto alle vendite >> fa un sorriso ammaliante lui, lei gentilmente ricambia il sorriso, << Piacere Martina >> risponde lei, << Allora Martina com'è sta andando il tuo primo giorno di lavoro? >> chiede il mio migliore amico incuriosito, << Bene... credo >> risponde e poi guarda me, noto che con Fran non ha quell'atteggiamento freddo che ha nei miei confronti. << Grazie per aver trovato il problema Martina, puoi tornare nel tuo ufficio... ora >> la congedo io e lei si incammina, << Già te ne vai? >> chiede finto dispiaciuto Fran, << Devo lavorare >> ribatte semplicemente lei, << E' stato un piacere >> le fa un cenno Fran prima che richiuda la porta. Gl'occhi di Fran balzano subito da Martina a me, << Amico te la sei scelta bene >> dice poi con enfasi, << Fran non iniziare >> cerco di fermarlo io, << Beh hai un bel vedere davanti tutti i giorni >> ammicca lui, << E' in gamba, intelligente, forse anche fin troppo >> blatero io e si è anche un piacere per gl'occhi, ma non ci devo pensare. << E comunque perché sei qui? >> gli chiedo io, << Stasera usciamo >> afferma lui, << Ho organizzato un incontro con una ragazza e porta un'amica quindi mi serve una spalla >> fa lo spavaldo, ci penso su, forse mi farà bene, forse così posso sfogare tutta la frustrazione che quella ragazza al di là di quel vetro mi provoca.


Autore: Eccoci qui con un nuovo capitolo. Spero che vi piaccia. Vi ringrazio di cuore come sempre. Chissà come si evolveranno le cose tra i due, lo scoprirete nei prossimi capitoli che spero di pubblicare al più presto! <3 


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My Dear Boss (Jortini)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora