MARTINA
Il secondo giorno di lavoro filò liscio come l'olio, avevo incontrato Jorge solo 10 minuti dopo pranzo, era fuori per lavoro, aveva incontri, mentre io gliene procuravo altri. Il suo lavoro sembrava non finire mai, non amavo molto il suo modo di essere, ma il suo modo di lavorare ed essere efficiente è alquanto sorprendente. L'ascensore si apre all'ultimo piano, come sempre la prima cosa che vedo è il sorriso di Alba, non ho ancora avuto modo di parlare molto con lei, se non di lavoro, ma è sempre molto gentile e disponibile, e quella sua aria in qualche modo dolce mi rassicura in questo posto che ancora mi fa sentire in soggezione. Forse è perché è il mio primo vero e proprio lavoro, forse è perché non so ancora come ci sono finita qui dopo quello che è successo con Jorge. << Come stai? >> chiedo alla riccia dietro al bancone, << Molto bene, grazie >> lei mi passa un foglio, << Me lo devi firmare, è per l'assunzione >>, prendo una penna e scarabocchio il mio nome. Il rumore di tacchi risuona nel corridoio e poco dopo una donna bionda, quella donna bionda, compare nell'ingresso. << Tu devi essere la nuova assistente, non abbiamo ancora avuto modo si presentarci >> mi sorride lei e si avvicina piano a me, squadrandomi da capo a piedi. << Mi chiamo Victoria e gestisco i soldi di questa azienda >> si fa grande lei, senza scompormi allungo una mano, << Piacere Martina >> ribatto subito io, la sua stretta è forte nella mia, ma non mi lascio sopraffare. La guardo nei suoi occhi di ghiaccio, credo che abbia qualche origine nordica, nei suoi tratti spigolosi, alta e formosa. In quel preciso momento, un'altra figura compare tra di noi. Jorge ci guarda e subito Victoria gli si avvicina con un andatura al quanto provocatoria. << Alba puoi chiamare James e digli di aspettarci qui fuori >> dice in modo formale, lei subito esegue. << Martina tu vieni con me >> rimango di sasso alle sue parole, << Dove? >> chiedo io, << Ho un intervista per un giornale che tratta di imprenditoria >> ribatte e si dirige all'ascensore, mentre Victoria lo guarda con uno sguardo stranito. Alba mi fa segno con la testa di raggiungerlo e subito mi affretto ad affiancarlo. I nostri occhi si scontrano un secondo prima che l'ascensore arriva. Una volte richiuse le porte, l'aria intorno a noi cambia. Il silenzio è quasi assordante e il suo profumo forte, ma con una nota dolce mi invade. Non so che fare e per distrarmi mi sistemo un vestito elegante che Mechi mi ha preparato, di una bellissima tonalità di grigio. Lui non fa altro che guardare davanti a se, senza fare nulla. Quando finalmente usciamo da quella trappola e varchiamo l'entrata principale del palazzo, l'aria fresca mi fa ricominciare a respirare, come se fuori da quelle mura in qualche modo tutta la soggezione svanisse. << Lui è James, mio autista e capo della sicurezza >> mi presenta lui un uomo brizzolato sui quarantacinque anni, di bell'aspetto e fisicamente ben messo. Deve essere stato nell'esercito o qualcosa di simile, mi dava l'aria di un uomo affidabile. << Piacere Signorina Stoessel >> mi fa un sorriso comprensivo e mi apre lo sportello dell'auto. Borbotto un imbarazzato << Grazie >>, non sono abituata a questo tipo di cose. Mi accomodo sul sedile di questa auto spaziosa e comodissima. << Rimarrai in parte a me, ascolterai l'intervista, ti servirà >> mi ordina lui, << Ok >> rispondo solamente e mi metto a guardare fuori per il resto, del breve, tragitto. La giornalista è di bell'aspetto, siamo in una sala bar di un hotel lussuoso. L'inizio dell'intervista è stato interessante, Jorge ha spiegato come ha costruito in poco tempo questo impero, quando suo padre lo mise davanti a questo compito, di ricostruire un'azienda. Ha raccontato di come ama il suo lavoro, di come lo svolge, delle sue più grandi responsabilità e fin qui tutto è andato alla perfezione, anche se la giornalista pendeva dalle sue labbra, ammaliata dall'uomo seduto difronte a lei. Le domande si fecero più private, e Jorge riguardo ai suoi presunti centinaia di flirt, rispose solamente che lui si divertiva e che non aveva più intenzione di parlare di questo. Il problema arrivò quando la giornalista iniziò a provarci spudoratamente, invitando Jorge nella sua stanza per parlare privatamente di come sarebbe stata pubblicata e impostata l'intervista, un banale modo per fargli capire che vuole farci sesso. << Martina puoi andare, aspettami fuori, puoi andare a prenderti il pranzo >> dice poi lui senza nemmeno guardarmi, poi si volta piano. Io rimango scioccata, non posso crederci, la giornalista mi guarda male quando vede che non mi muovo, non vede l'ora che mi allontani, << Devo parlare di altre cose con la signorina >> continua Jorge e mi si gela lo stomaco. << Ok... arrivederci >> dico poi alla donna che ora sorride vittoriosa. Esco dall'hotel e vorrei urlare, ma mi trattengo, mi limito a fare un gran sospiro. Incredula attraverso la strada dove trovo un fornaio, mi faccio preparare una bella focaccia che inizio a mangiare in piedi fuori sul marciapiede e poco dopo un uomo che riconosco mi affianca. James mi fa un cenno con il capo, << Se vuole può mangiare seduta in auto >> dice in modo talmente gentile che mi fa rabbrividire. << No grazie, preferisco mangiare qui fuori, all'aria aperta >> pensare di stare chiusa in quell'auto ad aspettare quello... quello stronzo che si fa i suoi sporchi affari non mi va proprio. << C'è una panchina poco più in là >> insiste lui premuroso e mi lascio convincere. Sono rimasta seduta per più di mezz'ora su quella panchina, mentre James ogni tanto dava indicazioni a qualcuno tramite una radiolina e io messaggiavo con mia sorella, di come andava l'università. Io e lei fisicamente siamo completamente diverse, ma siamo legatissime, difatti nostra madre non riesce a gestirci quando siamo insieme. << Possiamo andare signorina >> mi avverte finalmente l'autista. Con mala voglia mi alzo e ci avviamo all'auto, dove fuori, appoggiato ad essa, ci sta aspettando Jorge. Salgo senza dire una parola. << Sarò in copertina >> dice entusiasta lui << E la mia intervista sarà quella principale >>. Mi viene quasi da vomitare tutto quello che penso, ma decido di mordermi la lingua. << Puoi sempre insultarlo quando sei qui a casa, da sola >> mi aveva consigliato Mechi ed era un ottima idea. Ma poi mi chiede la cosa più sbagliata che poteva chiedermi. << C'è qualcosa che non va... Martina? >>, il modo in cui pronuncia il mio nome mi dà i brividi. Faccio una piccola risata isterica e poi mi volto inviperita a guardarlo, << Mi ha davvero lasciato fuori da un hotel per più di mezz'ora per... per stare con quella e... non voglio nemmeno dirlo >> faccio una faccia schifata, << Cosa ti fa pensare.... >> inizia a dire, ma so già dove vuole andare a parare, << Crede che sia stupida? >> urlo quasi, dallo specchietto noto James trattenere quella che sembra una risata. << No, non lo credo >> ribatte immediatamente lui guardandomi sbalordito con quei suoi occhi enormi e verdi. << A me sembra di sì invece, mettiamo in chiaro una cosa, non voglio più venire ad un incontro con lei se poi finisce in questo modo, ci vada da solo >>. Mi volto dall'altro lato e non dico più una parola, questa volta vedo davvero James sorridere nello specchietto, mentre sento ancora gl'occhi del mio capo addosso, ormai arreso. Quando rientriamo, appena esco dall'ascensore vedo Alba intenta a parlare con un ragazzo dall'aspetto tenebroso. Jorge, in silenzio, è dietro di me. << Eccovi tornati, volete ordinare un caffè? >> chiede la riccia << Mi sembrate parecchio scossi >> dice perplessa poi Alba. Il ragazzo si volta verso di noi e si blocca quando mi vede, come se avesse visto un qualcosa di straordinario. << Lui è Diego, il fattorino >> spiega Alba, << E' un piacere >> parla ad un tratto lui, sembrerebbe un ragazzaccio all'apparenza, con la barba, i capelli scompigliati e scuri e quei occhi che potrebbero stendere con uno sguardo qualsiasi ragazza, ma in realtà si percepisce la sua bontà, la sua timidezza. Tira fuori una mano dalla tasca dei suoi Jeans neri con appesa una catenella e mi stringe la mano << Devi essere la nuova assistente >> mi dice guardandomi beato, << Si, sono io, mi chiamo Martina >> mi presento e gli sorrido. Jorge assiste alla scena in disparte, con le mani in tasca, finché non impone la sua autorità durante le presentazioni, << Voglio un caffè, doppio e nero >> ordina, Diego si affretta a segnare l'ordine e poi mi guarda ancora, << Tu... Tu cosa prendi? >> domanda gentilmente e non so perché sorrido, << Prendo un caffè, senza zucchero, ma con una goccia di vaniglia >> dico mentre scrive e poi mi guarda ancora. << Puoi andare Diego >> lo invita Jorge, << Si, vado subito, i vostri caffè arriveranno fra poco >> si affretta lui, << Grazie >> gli dico io e senza dire nient'altro, mi volto e vado a chiudermi nel mio ufficio, non avevo voglia di vedere il mio capo in faccia per almeno qualche ora.
Autore: Ecco a voi il quinto capitolo, spero tanto che vi piaccia. Le cose si mettono male, Martina non gradisce il comportamento di Jorge e anche se cerca di stare zitta proprio non ci riesce. Vedremo ora cosa succederà. <3 Domani pubblicherò un altro capitolo, ma poi fino a lunedì le pubblicazioni subiranno una pausa, causa vacanze!! <3
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My Dear Boss (Jortini)
Fiksi RemajaMartina è una ragazza che ama avere tutto sotto controllo, laureata a pieni voti con un master in economia stra per affrontare il suo primo vero e proprio lavoro. Il destino però le metterà sulla strada Jorge, l'amministratore delegato dell'azienda...