Capitolo 11

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MARTINA

E' finalmente arrivato il week-end. Mechi si è fermata a dormire e stiamo facendo colazione. Questo è il mio sabato libero e sto cercando di rilassarmi. << La situazione va un po' meglio, anche se ancora non lo sopporto >> borbotto io quando mi chiede del mio capo, << E il suo amico, come sta? >> fa la finta tonta, << Fran? >> chiedo io, << Si... lui Fran, non ricordavo il nome >> mente, << Sta bene >> dico semplicemente e torno a guardare la mia tazza di cereali. << Bene >> borbotta e si tormenta le unghie. << Mechi >> la richiamo io << So che ti interessa >> dico semplicemente, << Mi è sembrato simpatico, gentile e affascinante >> dice sognante. Io scuoto il capo incredula, << Non fidarti troppo di lui >> la avverto, << Dici di no? >> è perplessa, << Non saprei Mechi, sapendo chi frequenta. Senti ti sto solo dicendo di andarci piano ok? >> le dico premurosa. Lei mi sorride, << Ok, cercherò di informarmi meglio su di lui prima di fare qualsiasi mossa >> mi fa l'occhiolino e poi si mette a ridacchiare. Il campanello suona e vado ad aprire, vedo nello schermo mia sorella e sono già su di giri. Appena apro la porta ci abbracciamo forte, le arruffo i capelli rossi. << Mi sei mancata >> brontola, << Sono passate solo tre settimane >> le faccio notare, << Lo so >> ammette e mi stringe più forte. << Ehi non mi saluti? >> sentiamo ad un certo punto Mechi, Cande scioglie l'abbraccio e va da lei. La guardo e mi sembra già più matura di quando l'ho vista l'ultima volta. Nessuno ci crede quando diciamo di essere sorelle, ma è così. Lei ha i capelli rossi e quelle leggere lentiggini che le rendono il volto ancora più bello, ha preso da mia madre, anche se Cande è molto più rossa di lei. Mentre io ho preso tutto da mio padre, Argentino, ho proprio i suoi geni. Ci mettiamo comode sul divano, << Allora l'università? >> le domando, << Va benissimo... ho conosciuto un ragazzo carinissimo, pensa che è Italiano ed è così affascinante >> borbotta lei, << Non era questo che intendevo, ma ok >> ribatto io alle sue parole e lei si mette a ridere, << Non preoccuparti va tutto alla grande, sono settimane dure, ma ora sto prendendo i miei ritmi... e tu? >> chiede poi << Dai parlami del tuo nuovo capo che ti da problemi >> fa la curiosa. << E' insopportabile e non mi va ora di ripensare a tutte le cose che mi danno fastidio di lui >> brontolo, << Come quando si è portato a letto una mentre tu aspettavi? >> fa la sarcastica Mechi, << Cosa? L'ha fatto sul serio? >> spalanca la bocca Cande, << Si l'ha fatto >> confermo. Lei poi mi guarda e mi sorride, << Immagino la tua ira >>, << Ho cercato di placarla >> le dico io, << Ti conosco fin troppo bene e sono sicura che zitta non ci sei stata >> è vero mi conosce troppo bene, << E hai proprio ragione >> a rispondere è Mechi. Passiamo la mattinata a parlare di tantissime cose, toccando raramente l'argomento Jorge, se non quando mi prendevamo in giro. Il pomeriggio andiamo a fare shopping e per cena ci incontriamo con i nostri genitori in centro. Andiamo in un ristorante che frequentiamo spesso, mio padre, così uguale a me, mentre aspettiamo le ordinazioni si mette a leggere il giornale, ed io e Cande facciamo impazzire nostra madre, << Smettetela voi due di prendermi in giro >> ci rimprovera, ma poi ridacchia. << Ehi questo non è il tuo capo >> mi guarda mio padre e noto la copertina con su Jorge, << Si è proprio lui >> mi infastidisco solo se ripenso a come l'ha ottenuta. << E' quella copertina? Proprio quella, quella? >> mi domanda Cande, << Si lo è >> confermo io, ovviamente ero entrata nei dettagli del racconto questa mattina. << Cosa intendete? >> ci guarda confuse mia madre, << Niente >> scuote il capo Mechi, << Cosa mi nascondete? >> diventa sospettosa, << Niente mamma davvero, solo che l'ho accompagnato quando ha fatto quell'intervista >> le do una spiegazione così smette di indagare, << Davvero? >> mi guarda compiaciuta, se solo sapesse come poi è andata a finire. Mio padre dopo cena, come rituale ci porta a mangiare un gelato. Lui è molto legato a noi e si preoccupa troppo anche se cerca di non darlo a vedere. La domenica passa talmente veloce che è già arrivata l'ora di salutare mia sorella, << Ci vediamo presto vero? >> domanda lei, << Si, ci dobbiamo solo organizzare sei solo a 20 minuti da qui Cande >> le faccio notare, << Lo so, solo che siamo piene di impegni e io devo studiare tanto >> si lamenta, << Devi studiare Cande >> ribatto io e lei ridacchia << Lo so, lo so >>. Vado a dormire serena dopo un week-end passato in spensieratezza con la mia famiglia, mi ci voleva proprio, sono riuscita a rilassarmi un po', senza pensare a tutti quei problemi che da domani torneranno ad affollare la mia mente. Penso a quando domani lo incontrerò e cosa mi riserverà di nuovo. Mi sveglio prima del solito e mi preparo con molta calma, ho dormito come un ghiro e ho il viso fresco e riposato. Prendo la mia borsa ed esco di casa pronta ad affrontare una nuova settimana di lavoro. La prima cosa che faccio è salutare Alba con cui faccio una veloce chiacchierata su come è andato il fine settimana e poi mi chiudo nel mio ufficio. Jorge è già seduto alla sua scrivania e appena mi vede viene subito da me a dirmi il lavoro che devo svolgere. << Sembri diversa >> dice ad un tratto mentre è chino sulla scrivania, << In che senso? >> blatero io alzando lo sguardo dal mio computer e puntando i miei occhi nei suoi, sbagliando, perché mi sta guardando intensamente e il suo sguardo mi inchioda. << Non saprei >> si rimette ritto lui, << Portami quei documenti quando hai finito >> blatera e torna nel suo ufficio. Ricomincio a respirare quando la porta di vetro che ci separa si richiude. Lavoro tutto il giorno senza troppi intoppi, verso le quattro di pomeriggio Jorge rientra nel suo ufficio e sembra nervoso, lo noto e in qualche modo lo percepisco. Si mette seduto e inizia a battere al computer, sembra che stia per esplodere. La porta del suo ufficio si riapre e Victoria fa capolino, hanno una breve conversazione e poi entrambi mi guardano. Jorge si alza e si affaccia al mio ufficio, << Martina, puoi uscire, ho bisogno di stare solo con Victoria, puoi usare il bancone di Alba se devi fare qualcosa >> mi ordina, << Ok >> esco dal mio ufficio io. Forse dovranno parlare di qualcosa di importante, forse è arrabbiato con lei per qualche guaio e non vuole che io veda la ramanzina. Raggiungo Alba che mi guarda confusa, << Perché sei qui? >> chiede, << Perché Jorge mi ha chiesto di uscire dal mio ufficio, doveva stare solo con Victoria >>. Lei mi guarda quasi disgustata, << Davvero? >> chiede, << Penso che lei abbia fatto qualcosa di grave, è rientrato nervoso e credo che gli stia facendo una ramanzina >> le racconto, << Non credo proprio Martina >> smonta lei la mia ipotesi, << In che senso? >> domando. Lei sembra imbarazzarsi un po', << Vedi, c'è un motivo se vogliono rimanere soli... >> inizia a parlare e nella mia testa prende forma un pensiero che non vorrei avere, << Si divertono insieme e credo che lui la usi soprattutto come valvola di sfogo perché di certo non la ama... infastidisce anche me questa cosa, molto >> dice infine vedendo il mio sguardo agghiacciato. << Dimmi che stai scherzando >> borbotto io, << Non sto scherzando Martina, ti hanno cacciata via proprio per quel motivo >>. Vorrei sprofondare, allora non ha capito nulla, questa cosa mi fa davvero arrabbiare ed è una mancanza di rispetto nei miei confronti. Lo odio, odio come si comporta, mi fa accapponare la pelle. Inizio a camminare avanti e indietro in attesa di poter rientrare nel mio ufficio, sotto gl'occhi di Alba che ogni tanto tenta di calmarmi. << Gliene dico quattro appena esce da quell'ufficio >> borbotto e questa volta non mi risparmierò.


Autore: Cosa succederà ora? Ne vedremo delle belle appena Jorge si renderà conto con chi ha a che fare. ;D A presto con il prossimo capitolo


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