Capitolo 22

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JORGE

E' strano essere qui con lei, condividere tutto questo tempo insieme. Certo siamo qui per lavoro, l'ho portata con me per insegnarle qualcosa, ma volevo anche averla per me per due giorni interi. Non so cosa mi spinga a volere la sua compagnia, ma mi affascina osservarla, poterla scrutare ogni momento per captare le sue sensazioni, per notare ogni sui minimo particolare, per conoscere ogni cosa di lei. E' qui perché io la voglio qui e mi fa strano solo pensarlo. Questa mattina ero agitato come un ragazzino prima di partire, Alba continuava a farmi strane domande in aeroporto e mi metteva in guardia di comportarmi bene con lei, anche se Martina sa benissimo cavarsela da sola. Oggi è stata brillante, ha ascoltato, ha appreso, si è anche esposta stupendo alcuni dei collaboratori. Non so perché mi sorprenda sempre, non so perché rimango sempre stupito dal lei. E' in grado di farmi saltare i nervi, farmi incazzare, farmi accendere, è in grado di cambiarmi umore semplicemente con uno sguardo. E' come se la mia vita ora fosse condizionata da lei, dal nostro rapporto. Finalmente scendiamo nel ristorante di lusso dell'hotel, dopo un disguido avuto con la crema. Non ricordo l'ultima volta che ho riso così tanto come prima, solo che lei rideva in quel modo, rideva di gusto, con quel naso arricciato e le lacrime agl'occhi e non so perché mi ha contagiato. E ancora una volta sono rimasto sorpreso dal suo modo di condizionarmi. Credo che tutti gl'uomini della sala si voltino a guardarla, ma lei non gli dà nemmeno peso. << Wow è un posto davvero serio >> rimane scioccata Martina, << Pensavi di andare in una pizzeria? >> chiedo sarcastico, << Certo che no, ma non mi aspettavo tutto questo... lusso >> spiega. Il ristorante è composto da colonne di marmo decorate. Un open bar è posto al centro dell'enorme salone e ci sono tutti tavoli intorno. Sul fondo della sala si trova una fontana da interni e davanti ad essa una pista da ballo. Sulla sinistra un gruppo di suonatori sta sistemando gli strumenti. << Oh eccovi qui >> si alza Roger, un nostro collaboratore di New York, << Benvenuti >> ci saluta cordiale, mi stringe la mano e poi bacia quella di Martina, << E' splendida signorina questa sera >> le fa un complimento e lei sembra arrossire. Roger è uno di quei uomini all'antica, un classico gentil uomo. Ci accomodiamo al tavolo e Martina prende posto in parte a me. << Rilassati >> le dico, la vedo agitata più del solito, << Non sono abituata a queste cose >> brontola lei, << E' davvero strano, se si tratta di lavoro sei sicura di te, sai quante assistenti aprono la bocca durante una riunione? Nessuna, invece tu sei audace ti butti, però ti innervosisce partecipare ad una cena... sei un enigma Martina >> le dico. Martina si volta a guardarmi, vedo il fuoco dentro di lei accendersi, ma rimane composta. << Non mi stuzzicare Jorge >> mi rimprovera chiamandomi per nome, e mi piace quando non è formale, come se la sentissi più vicina a me, come se fosse più parte della mia vita. Un cameriere ci disturba portandoci due calici di vino, << A te Martina e al tuo modo di essere >> faccio scontrare il mio bicchiere con il suo e lei mi uccide con lo sguardo. La cena inizia, Martina si intrattiene prima con una donna che fa parte del team di Roger, dove si scambiano pareri su come organizzano il loro lavoro e poi al tavolo si apre una discussione sul mercato al giorno d'oggi, dove Martina ad un certo punto interviene facendo azzittire tutti. << Sai Jorge >> mi dà una pacca sulla spalla Mike, uno dei migliori venditori di New York << La tua assistente è davvero intelligente, si può sapere come hai fatto a trovarla? >> chiede, << E' stata solo fortuna >> rispondo io guardandola, lei non dice una parola, si vede che è in difficoltà perché si sente al centro dell'attenzione. E' davvero stata una fortuna, comunque. Ricordo benissimo il nostro primo incontro, è inciso nella mia testa. << Insomma... intelligente, bella, in gamba, decisa... una donna da sposare >> ridacchia Roger, << La ringrazio >> borbotta imbarazzata, << Beato l'uomo che ti avrà cara >> le sorride dolcemente poi << Vero Jorge? >> chiede poi conferma a me, << Si, beato chi l'avrà >> rispondo e la guardo, i nostri occhi si scontrano e una scossa mi pervade il corpo e mi scalda la pelle. Lei sposta immediatamente lo sguardo da me al piatto che ha davanti. Per me non è semplice controllare queste sensazioni. Dentro di me desidero averla, forse non avrei dovuto portarla qui, forse tutto questo peggiorerà solo la situazione, perché ogni secondo che passa la mia voglia per lei aumenta, ogni secondo che passa non faccio altro che desiderarla sempre di più. La cena è quasi giunta al termine, ma la serata no. Si sa come sono questi incontri, si finisce sempre che dopo cena ci si mette a parlare ancora di affari mentre si sorseggiano liquori pregiati, per passare poi a parlare di cose più private, dove i piccoli segreti vengono sempre fuori. Mentre stiamo mangiando il dessert i musicisti iniziano a suonare e alcune coppie si mettono subito in pista a danzare. Finalmente possiamo alzarci da questo tavolo, ci dirigiamo al bar dove ordino uno scotch e noto Martina che si guarda intorno. Mi avvicino piano a lei, che non mi nota perché è di spalle. << Cosa guardi? >> le chiedo e lei si volta di scatto. Le sorrido piano e le porgo il bicchiere di un alcolico leggero che le ho preso, lei mi guarda confusa, << Te lo offro io e non accetto obbiezioni >> la avverto subito e lei afferra finalmente il bicchiere, ne assaggia un sorso e sembra soddisfatta, poi ritorna a guardare quello che stava osservando prima, io mi metto affianco a lei. Ci sono molte più persone ora che danzano, che si librano sulla pista da ballo. << Guardo la gente che balla >> borbotta rispondendo alla domanda di prima << Sai sembrerà assurdo... ma nessuno mi ha mai chiesto di ballare >> sorride e si volta a guardami << Sai come fanno anche nei film, dove puntualmente il ragazzo chiede alla ragazza di ballare con lui... ho sempre pensato che nessuno fa questo genere di cose, che al giorno d'oggi nessun ragazzo invita una ragazza a ballare, piuttosto le offre un drink >> borbotta infine guardando il suo bicchiere, poi sorride ancora e una piccola risata le esce dalle labbra, un suono che mi svuota lo stomaco. << Vuoi ballare? >> le chiedo porgendogli la mano e non so nemmeno io il perché. Lei subito si fa seria, << Dai Jorge non fare lo stupido >> amo quando mi parla così, come se io fossi parte di lei, parte della sua vita e non solo il suo capo, << Non sto facendo lo stupido >> ribatto, afferro il bicchiere che ha in mano e insieme al mio lo appoggio su un tavolino vicino a noi. << Io non credo sia una buona idea >> si agita lei, << Sarei onorato di essere il primo a chiederti di ballare >> faccio il galante io, << Ti prego Jorge >> incrocia le braccia al petto lei, ci guardiamo per qualche secondo, non le dico più nulla, aspetto solo che lei faccia qualcosa. Alla fine, alza gl'occhi al cielo << Eh va bene! >> borbotta e mi afferra la mano. Da quel contatto tutto dentro di me cambia, tutto si accende. Ci mettiamo in mezzo alla pista, con un braccio le avvolgo il corpo e lei si irrigidisce. << Lasciati andare Martina, stiamo solo ballando >> lo dico quasi senza fiato per il contatto tra noi. Non siamo mai stati così vicini come ora, i nostri corpi entrano in contatto e l'adrenalina invade il mio corpo in un millesimo di secondo. Finalmente lei si lascia trascinare e iniziamo a danzare insieme agl'altri. Nessuno dei due spicca più una parola, ogni tanto i nostri occhi si incontrano, si scrutano, ma è come se fosse troppo difficile sostenere lo sguardo, come se fosse pericoloso. Ho i pensieri confusi, troppo. La canzone finisce e subito lei mette una distanza tra noi, << Grazie >> borbotta, << Prego, è stato un piacere >> ma è stata anche una specie di tortura per me. La serata continua, Martina si intrattiene a parlare con alcune persone che abbiamo conosciuto al congresso e io continuo a parlare di lavoro come al solito, ma almeno mi aiuta a non pensarla. E' ormai mezzanotte passata quando torniamo tutti nelle nostre stanze. Saluto Martina prima di entrare nelle mia, le auguro una buona notte e le ricordo che il giorno seguente alle nove abbiamo un'altra riunione. La prima cosa che faccio è togliermi la giacca e slacciarmi la camicia, sono un po' stanco, ma nella mia testa ci sono pensieri che non credo mi faranno dormire come spero. Mi siedo sul letto, mi passo una mano sul viso prima di togliermi le scarpe. Inizio a pensare alle sensazioni che Martina mi ha provocato, a quella strana sensazione che sempre mi invade, a quando vorrei sentirla, assaporarla, gustarmi ogni singola cosa di lei. Scuoto il capo come se servisse a mandare via questi pensieri che si intensificano. L'adrenalina, l'eccitazione, prendono il sopravvento su di me, come se non potessi più controllarle. E poi sento quella scossa, quella scossa che solo lei è in grado di farmi sentire, e il mio auto controllo sta andando a farsi benedire, insieme alla mia promessa di starle lontano in quel senso. D'istinto mi alzo e attraverso la mia camera, mi metto di fronte alla porta che ci divide, inizio a fare avanti e indietro con mille pensieri che mi attraversano la testa e mille sensazioni che mi attraversano il corpo, sensazioni che non riesco a gestire, sensazioni così forti che mi lasciano senza respiro. Mi fermo pensando a cosa fare, a che strada seguire, a cosa voglio. Ma la risposta ce l'ho già e apro quella dannata porta che ci separa.

Autore: Eccoci qui con un altro capitolo! E ora cosa succederà? Siete curiosi? Vi tocca aspettare domani! <3


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