Martina è una ragazza che ama avere tutto sotto controllo, laureata a pieni voti con un master in economia stra per affrontare il suo primo vero e proprio lavoro. Il destino però le metterà sulla strada Jorge, l'amministratore delegato dell'azienda...
<< Ti odio Jorge >> mi guarda in malo modo Martina, mentre mi urla in faccia, << Tu hai rovinato tutto >> continua. I suoi occhi sono pieni di rancore verso i miei confronti e non so perché questo mi fa male, mi spezza dentro. << Mi dispiace, io non volevo farti del male, solo che non sono stato capace a resistere, tu... tu non puoi capire >> cerco di spiegarmi, ma mi risulta difficile. << Non voglio vederti mai più, stammi lontano >> ha il fiatone e sembra che stia per esplodere, ma io non voglio stargli lontano, voglio che lei rimanga qui con me, che mi stia vicino. Mi volta le spalle e fa per andarsene, ma io senza pensarci troppo le afferro la mano, per non farla andare via. Quel contatto mi scalda, mi fa sentire di nuovo vivo, come se potessi di nuovo respirare. Lei si volta a guardarmi, i suoi occhi così grandi e scuri puntano nei miei, << Devi lasciarmi andare! >> esclama Martina, << Non posso >> dico quasi come un sussurro, << Ho bisogno di te >> ammetto. Le rimane zitta per qualche secondo, ma poi si allontana ponendo fine al contatto che c'era tra noi, il freddo e il vuoto mi invadono in un istante. << Addio Jorge >> dice semplicemente e poi scompare, come se fosse un fantasma, << MARTINA >> la chiamo io, << MARTINA >> urlo un'altra volta e mi sveglio nel mio letto. Sono sudato, respiro a malapena e ho la testa che mi scoppia. Guardo l'orario sulla sveglia e sono solo le tre di notte. << Signore? >> sento la voce di James raggiungere la mia stanza, è dietro la porta e bussa piano, << Si sente bene? >> chiede, << Si, si... io stavo avendo un incubo >> rispondo << Ma è tutto ok >>, << Sicuro? >> chiede per esserne certo, << Si, James è tutto ok >>. Poco dopo lo sento allontanarsi e mi rimetto sdraiato a letto. Questa situazione mi sta fuggendo di mano, anche se vorrei andare avanti, anche se vorrei dimenticarmene, non riesco, non posso. E' più forte di me e forse, forse ho bisogno di lei davvero, anche se fosse solo una semplice presenza nella mia vita, non mi servirebbe altro di più, sapere che c'è, mi basterebbe. Non so come, ma riesco a riaddormentarmi. Scendo a far colazione e trovo Anita, come sempre, impegnata ai fornelli. Mi viene in mente quella sera che Martina mi ha costretto a cucinare con lei, e mi era piaciuto, mi era piaciuto soprattutto perché ero con lei, non perché mi piace cucinare o altro, era semplicemente per lei che mi sentivo bene. Anita mi porge un bicchiere, << Un'aspirina >> spiega << Non mi sembra che stia molto bene >> fa un sorriso, effettivamente ho mal di testa, per la notte turbolenta che ho passato, << Grazie >> borbotto solamente. Lei mi guarda dolcemente, << Sa, non è tutto perduto... basta avere pazienza e fare qualcosa >> è come se mi stesse dando un consiglio. Arrivato in ufficio guardo, come da un po' di giorni, l'ufficio ormai vuoto di Martina e come sempre è come un pugno allo stomaco. Tutti qui avvertiamo la sua assenza, Alba non è poi così felice e ripete costantemente che le manca, che non è più lo stesso senza lei. Fran è ancora incredulo, pure lui ogni tanto osserva l'ufficio vuoto, mi ha proposto di indagare per me tramite Mechi, ma gli ho detto di non complicare la sua relazione, di evitare di mettersi in mezzo se non vuole far arrabbiare la bionda che gli ha rubato il cuore. Verso metà mattina Victoria fa capolino nel mio ufficio, appena si richiude la porta alle spalle fa scattare la serratura e si avvicina come un pantera alla mia scrivania. Si china sulla mia scrivania e mi sorride maliziosa, io la guardo, ma non è come prima, niente è come prima. << Ora che non c'è più quella mocciosa, possiamo divertirci quanto ci pare >> dice con una voce soave, mi arrabbio per le sue parole. Fa il giro della scrivania e poggia una mano sul mio petto, coperto dalla stoffa della camicia e piano fa scivolare la mano giù. La blocco subito e lei mi guarda confusa, ma poi sorride. << Cosa vuoi Jorge? Sono qui per esaudire ogni tuo desiderio >> ammicca. Io la fisso per qualche secondo e penso a Martina, continuamente penso a Martina, a cosa direbbe di tutto questo, a quanto le farebbe del male se fosse qui. << Voglio che tu torni al tuo lavoro >> dico. Lei prima mi scruta e poi si raddrizza, << Cosa intendi dire? >> chiede, << Che quello che c'è stato fino ad ora tra noi, finisce qui >> spiego. Avverto la sua rabbia, la vedo nei suoi occhi. << Si può sapere che significa Jorge? >> chiede lei nervosa, << Significa che la chiudiamo qui, che non succederà mai più... chiaro? >> cerco di spiegarle, << No, no... io non voglio smettere >> si avvicina ancora lei e tenta di baciarmi, ma io la respingo. << Victoria ho detto basta >>. Lei sembra sul punto di esplodere e poi lo fa. << Sei solo uno stronzo, solo perché quella ragazzina se ne è andata. Devi riprendere il controllo, non puoi perderti per strada solo perché si è licenziata... Io sono qui per te, a tua disposizione sempre e tu mi scarichi in questo modo >> mi urla addosso. << Victoria, non voglio più continuare questa cosa, se a te non sta bene quella è la porta, altrimenti torna al tuo lavoro >> dico serio. << Ti renderai conto di quello che stai facendo e tornerai da me strisciando >>, si volta, fa scattare la serratura e esce facendo sbattere la porta. Mi dispiace per lei ma non credo che succederà mai, non tornerò da lei strisciando, per nulla al mondo. Non so perché sto facendo questo, come se servisse a recuperare Martina, anche se lei non è qui, anche se lei non saprà di questa cosa, ma lo faccio soprattutto per lei. << Si può sapere cosa diavolo è successo? Victoria è arrabbiata >> entra Alba poco dopo il litigio, << Ho chiuso con Victoria, per la tua felicità >> le rispondo, lei sgrana gl'occhi e spalanca la bocca, << Cosa hai fatto? >> chiede << Non posso crederci che l'hai scaricata... finalmente >> aggiunge poi, << Già e non l'ha presa bene >>, << Per forza, sperava tanto che un giorno tu annunciassi il vostro fidanzamento e che l'avresti portata all'altare >> fa una faccia schifata lei, << Non sarebbe mai successo >> le dico, << Lo so... ma perché hai deciso di chiudere questa faccenda? >> domanda curiosa. Alzo gl'occhi dai documenti che sto guardando, << Perché è meglio così >>, << Perché rivuoi Martina >> mi corregge e senza dire più nulla torna al suo lavoro, lasciandomi li imbambolato per via di ciò che ha detto. Dopo una riunione andata male, dove ho alzato la voce con un mio collaboratore, cosa che non succede mai, Fran mi segue. Arrabbiato e con il sangue che ribolle nelle vene sbatto le mani sulla scrivania. << Ehi... si può sapere che hai, non ti comporti mai così >> mi guarda confuso, << Scusa, sono nervoso e non ho nemmeno dormito bene >> mi passo una mano sul viso e poi tra i capelli, cercando di respirare. << Senti amico, è ovvio che qualcosa non va >> cerca di essere comprensivo << Ed è ovvio che c'entra qualcuno che non è più qui >> continua e guarda l'ufficio vuoto dove una volta c'era Martina. << Tranquillo, cercherò di controllarmi d'ora in poi >> gli dico, << Non capisci vero? >> scuote il capo Fran. Io lo guardo cercando di capire cosa voglia dirmi, << Devi trovare una soluzione... quindi io ti consigliere di andare a riprendertela, come assistente intendo... perché ormai è chiaro che qualcosa è successo tra voi >>, << Non posso Fran, non vuole nemmeno vedermi >> gli dico, << Io non so cosa sia successo tra voi, ma se davvero la vuoi qui, forse dovresti provarci, insomma è Martina ti ascolterà ne sono certo, devi solo mettere in chiaro che non andrai oltre il lavoro >> cerca di aiutarmi ma non so quanto sarà utile, lei non vuole più saperne di me, dopo quello che è successo qui dentro ha deciso di andarsene, anche se era come se fossimo in simbiosi, una cosa sola, eravamo connessi in un modo che non so nemmeno spiegare. Lei sé né è andata e da un lato lo capisco, di certo io non sono l'uomo che cerca, di certo non sono fatto per lei, che non vuole solo sesso occasionale. Forse ha fatto bene ad allontanarsi, ma io sento questo vuoto dentro che non riesco proprio a colmare. << Devi almeno provarci Jorge, qui abbiamo bisogno di lei, lo sai anche tu >>. E forse ha ragione, forse dovrei andare a riprendermela, ma tornerà? Non so se sono pronto per sentire un rifiuto, non so se sono pronto a mettere un punto a tutto questo se non volesse più avere a che fare con me, non so come fare, non so cosa pensare. << Jorge vai da lei... fallo per l'azienda, ma soprattutto fallo per te, hai bisogno di lei più di quanto credi >>, rimango in silenzio a guardarlo perché è vero ho bisogno di lei.
Autore: Eccoci qui con un altro capitolo! Spero che vi piaccia. Jorge andrà a riprendersela? lo scoprirete nel prossimo capitolo <3 GRAZIE A TUTTI!!
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