Capitolo 17

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MARTINA

Il giorno seguente mi sveglio stanca. Ho passato tutta la notte a sognare quello strano momento che c'è stato con il mio capo, come se non me ne potessi liberare. Maledetta me che sono rimasta lì, solo per mostrargli che può essere una persona normale, oltre che un ricco, arrogante. Ma le cose mi sono sfuggite di mano. Non mi sono nemmeno resa conto di quello che stava succedendo, è stato naturale, è stato inaspettato. Anche se siamo incompatibili, abbiamo passato una serata divertente insieme e ancora non so come sia successo. Spero solo che questo non cambi la situazione sul lavoro. Voglio che tutto sia normale, come se non fosse mai successo nulla, come se non fossi mai rimasta la, ma fossi tornata subito a casa dopo avergli consegnato i documenti. Sbuffo mentre scendo dal letto, appoggio i piedi a terra e mi stiracchio prima di alzarmi in piedi e dirigermi in bagno. Mentre faccio colazione ricevo una chiamata di Mechi, << Ehi Tini >> mi saluta lei con una voce pimpante, << Ciao Mechi >> replico io, << Sto tornando ora a casa... ho fatto quello shooting di notte che ti avevo detto... bellissimo, ma non vedo l'ora di toccare il letto >> brontola lei, << Hai finito ora? >> le chiedo quasi scioccata, << Si abbiamo finito di scattare un ora fa e siamo andati a fare colazione, ora vado a casa, dormo e poi oggi pomeriggio devo andare in tribunale con il mio capo >>, è talmente indaffarata che non ha nemmeno tempo per mangiare quasi, un po' mi preoccupo per lei, ma ormai è abituata a questo stile di vita. << Volevo chiederti se stasera posso passare, così ci mangiamo un gelato e mi racconti cosa è successo in questi giorni >> chiede con enfasi, << Si, certo va bene Mechi, ti aspetto qui questa sera >> le sorrido anche se non può vedermi, ma sono sicura che lo percepisce. Nella mia testa passa il pensiero che dovrò raccontargli di Jorge, ma poi mi chiedo se forse è meglio tenermelo per me. Perché dovrebbe saperlo? Non è successo nulla dopo tutto. << Martina >> mi richiama lei << Ci sei? >>, << Ah si! >> rispondo quando mi rendo conto di essermi incantata, << Qualcosa non va? >> chiede sospetta, << No, è tutto ok >> cerco di essere più naturale possibile, ma evidentemente qualcosa mi tradisce, << Stasera mi racconti... e niente scuse! >> mi scopre subito lei. Esco di casa e per tutto il tragitto cerco di capire come devo comportarmi, opto per il "fai finta di nulla" di solito funziona. La prima cosa che vedo quando l'ascensore si apre è Alba che è impegnata a parlare con Lodo, la sorella di Jorge. Come se il destino fosse della mia parte. Appena mi vede alla bruna le si illuminano gli occhi. << Ciao Martina >> mi abbraccia calorosamente, << Ciao >> le sorrido dolcemente io, saluto anche Alba e poi rivolgo la mia attenzione alla sorella del mio capo. << Che ci fai qui? >> cerco di capirne il motivo. << Sono semplicemente passata a salutare il mio fratellone prima di andare a fare colazione >> mi spiega con un sorriso frizzante, << Ho un idea >> si illumina poi, << Perché non usciamo tutte e tre a pranzo? >> ci guarda con entusiasmo. Io non so che dire, Alba accetta subito, << Si ci sto >> afferma, poi entrambe mi guardano, << O-Ok >> balbetto io, << Ora però devo mettermi a lavorare >> brontolo un po' nervosa, perché non so cosa mi aspetta dopo che avrò varcato la soglia del mio ufficio, di come mi sentirò nel vederlo. << Si vai altrimenti poi Jorge dà la colpa a me >> mette un finto broncio Lodo che mi fa ridacchiare. << A dopo >> le saluto io e mi dirigo verso il mio destino. Avverto la sua presenza appena metto piede nel mio ufficio, sento i suoi occhi su di me e io cerco di non guardarlo. Mi metto comoda, trovo un foglio con i compiti che devo svolgere. Rimango in silenzio a lavorare almeno per un'ora e mezza, senza mai alzare lo sguardo, mordicchiando nervosamente la matita come faccio sempre. Ordino un caffè per riprendermi dalla notte insonne e poi dall'interfono sento che mi chiama. << Martina puoi venire qui per favore? >> il suono della sua voce mi arriva dritta allo stomaco. Mi alzo e mi sistemo il pantalone che ho addosso nervosamente. Quando apro la porta di vetro è come se togliessi quella barriera che ci divide, mi sento vulnerabile, esposta. << Ha bisogno di qualcosa? >> chiedo io svolgendo il mio lavoro, << Si, mi devi compilare questi e ho bisogno che mi fissi un appuntamento con questa ditta, fatti mandare anche tutta la loro documentazione >> mi dice senza guardami, << Ok lo faccio subito >> borbotto io. In quel momento la porta dell'ufficio si apre e Victoria in tutto il suo splendore fa capolino. E' impossibile non guardarla, è di una bellezza mozzafiato e quel completo camicia e gonna le fasciano il corpo perfettamente. Ha i capelli raccolti in una coda bassa e porta gl'occhiali da vista che la rendono più sensuale di quanto è già. << Buongiorno >> mi saluta lei mentre ci raggiunge con una camminata da modella. Jorge sembra in difficoltà, cerca di evitare lo sguardo della donna e sento i suoi occhi scrutarmi. Victoria appoggia i resoconti del mese sulla scrivania di Jorge, << Pronti da controllare >> sorride lei, << Perfetto >> ribatte solo Jorge, formale e serio. Lei raddrizza le spalle come se fosse infastidita dal suo atteggiamento, si schiarisce la voce. << Credo di aver dimenticato la mia giacca da te ieri sera >> dice ad un tratto e il fiato mi si smorza in gola, d'istinto abbasso lo sguardo per non sbranare Jorge. Come diavolo è possibile? Quanto è orribile quest'uomo? Ha tentato di baciarmi poco prima e poco dopo è stato con lei, a casa sua. Lui sembra nel pallone, << No, non l'hai lasciata lì >> risponde deciso, << Allora l'avrò dimenticata da qualche parte >> fa spallucce lei, sorride e se ne va. Io rimango a guardare la porta che si richiude dietro di lei, con mille pensieri in testa e la rabbia che vorrei tanto sputargli addosso. << Martina >> mi chiama lui piano, con un tono quasi dispiaciuto, << Non è come credi >> continua poi, ma io rimango immobile. << Ho bisogno di aria >> dico solamente, ho bisogno di ossigeno puro che arrivi al mio cervello per realizzare ciò che ho appena appreso. << Martina, non... >> inizia a dire e mi accendo come sempre, << Non dire una parola, non sei il mio ragazzo, non mi devi nessuna spiegazione, sei libero di fare quel che vuoi... ma non concepisco come tu poco prima abbia cercato di... baciarmi e poi... poi se andato subito con un'altra >>, lo guardo confusa, perché sono cose che non comprendo. << Io sono fatto così >> dice semplicemente << Non ho relazioni e mi va bene così, e si è stato un errore provare a baciarti, non dovevo >> cerca di scusarsi << Non so spiegarti perché ho cercato di farlo, sarà stata l'atmosfera o gli ormoni in subbuglio, ma so che non posso fare così con te >> nei suoi occhi verdi vedo una frustrazione che non comprendo. << Esatto, non fare così con me >> ripeto io ed esco dal suo ufficio per andare a prendere l'aria di cui ho bisogno. Mentre attraverso il corridoio incontro Diego, << Ehi Martina, ti stavo portando il tuo caffè >> mi fa un sorriso gentile, me né ero quasi dimenticata, << Oh Grazie >> dico io ancora turbata da tutto quello che è successo. << Stai bene? >> si rende conto che qualcosa non va, mi guarda con occhi apprensivi. << Solo troppo lavoro >> gli spiego, << Capisco, so che in questa azienda ci si impegna molto, ma tu mi sembri molto in gamba... si insomma, sembri intelligente, pronta e affidabile >> mi lusingano i suoi complimenti, ma quello di cui ho bisogno ora è una boccata d'aria. Con la scusa di avere fretta mi dirigo all'ascensore e poco dopo mi ritrovo fuori all'aria aperta, dove finalmente riesco a respirare. << Allora come ti tratta Jorge? >> mi chiede Lodo quando siamo a pranzo, ha insistito per portarci in questo piccolo ristorante davvero grazioso. << Bene... anche se dovrebbe migliorare alcune cose >> le dico per essere vaga. << Mio fratello devi saperlo prendere... e capire, altrimenti ti manda fuori di testa >> brontola lei, << E' assolutamente vero >> afferma Alba << E' così complicato, come un rebus da risolvere >>. Lodo inizia a ridacchiare, << Già vai a capire cosa gli passa per la testa >> aggiunge la bruna. << Anche da piccolo era così? >> chiedo curiosa, << Da piccolo era più sentimentale, diciamo che con noi è molto affettuoso, ma crescendo ha perso l'interesse di avere una ragazza con cui stare e condividere la vita, ha iniziato a vedere le relazioni come un ostacolo, una distrazione per la sua esistenza. Io capisco, non lo obbligo a sposarsi o avere relazioni se non vuole, anche se mi piacerebbe molto, solo che odio il fatto che si diverte con ragazze diverse, essendo conosciuto è sempre sotto i riflettori e dovrebbe solo stare più attento e più tranquillo >>, mi stupisco dei pensieri di quella ragazza. << Si è una cosa fastidiosa, non sai quante volte le ragazze chiamano in ufficio perché lo cercano e mi tocca scaricarle >> si lamenta Alba. << Evidentemente gli piace fare questa vita >> replico io alle loro parole ed entrambe mi guardano, << Sarà anche una vita divertente e avventurosa, ma non ti completa, non ti appaga. La gente si innamora, perché ne ha bisogno, amare è una delle cose più belle del mondo, ci fa sentire vivi e soddisfatti della vita >> dice in modo romantico Lodo. Io rimango a guardarla, questa ragazza ha una visione dell'amore tutta sua, ma bellissima.


Autore: Eccoci qui con un altro capitolo. Martina scopre che Jorge è stato con Victoria e non la prende bene, anzi, non si capacita del suo comportamento. Forse questo fastidio di Martina nasconde altro? Ma forse lei ancora non lo sa. Ora cosa succederà tra i due, come sempre Jorge deve farsi perdonare in qualche modo. A presto con il prossimo capitolo!! <3

 A presto con il prossimo capitolo!! <3

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