Capitolo 25

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MARTINA

<< Grazie mille Diego >> diciamo in coro io e Alba mentre afferriamo i caffè che ci ha appena portato. Sono in pausa e ho deciso di raggiungere la mia segretaria preferita per fare quattro chiacchiere, per me è difficile rimanere nel mio ufficio, soprattutto quando Jorge spesso e volentieri mi guarda, anche a me capita, devo essere sincera, alcune volte quando lo guardo quelle strane sensazioni riaffiorano sulla mia pelle e mi lasciano senza fiato. Però tutto questo deve finire, deve sparire, non posso continuare così, perché andrà sempre peggio e infine mi farò del male. << Lodo non c'è? >> chiede lui curioso, << No stamattina non è venuta >> ribatto, << Aveva un esame >> spiega Alba. << E' tornata a Los Angels? >> chiese preoccupato, << No, no non deve più tornare a Los Angels il suo anno l'ha già fatto ora è in accademia qui a Washington >> lo tranquillizza la riccia. Io lo guardo di sottecchi, << Alla fine ti piace >> gli faccio notare, << No, non è così >> sta sulla difensiva, << Si che ti piace e anche molto >> insiste Alba, << Non c'è niente di male >> continuo io, << Non è semplice ok? Lei è la sorella del Signor Blanco, e io solo un fattorino >> cerca di spiegare, << E quindi? >> chiedo io, << E quindi è meglio andarci piano, perché siamo completamente opposti >>. Penso che anche io e Jorge siamo completamente opposti, che probabilmente in un caso ipotetico, non saremmo nemmeno in grado di stare insieme. << E quindi? >> chiede Alba << Gl'opposti sono le coppie migliori, quelle che durano di più e che non si lasciano mai >> dice quasi in modo poetico, con gl'occhi sognanti e la mente dispersa chissà dove. Entrambi la guardiamo e poco dopo scoppiamo a ridere, << Ridete, ridete, ma è vero >> fa la finta offesa lei, poi si aggiunge a noi e inizia a ridere anche lei. << Che succede qui? >> la voce di Victoria rimbomba nell'atrio, << Stavamo chiacchierando >> risponde la riccia con tono serio, si vede che non le va proprio a genio, anzi per niente. << Io vado ho del lavoro da fare >> si liquida Diego che in poco tempo è già sull'ascensore. << Allora Martina come è andato il tuo primo viaggio di lavoro? >> mi fa un sorrisetto malefico che non sopporto, << Benissimo >> rispondo semplicemente, con un tono fermo, per non tradire l'agitazione che mi invade ogni volta che penso a quel viaggio, al quel posto, a quel letto. << Cosa è successo quando eravate là? >> chiede e la domanda mi lascia di sasso, in che senso? Cosa vuole sapere? << Niente, perché? >> domando io, << Non so Jorge è strano, pensavo fosse successo qualcosa, qualche litigio, qualche incomprensione... con qualche collaboratore o venditore >> aggiunge poi e io mi rilasso visibilmente, mentre lei ha gl'occhi puntati su di me, come se mi studiasse, come se cercasse di vedere i miei più oscuri segreti. << No niente del genere che io sappia >> rispondo, poi mi sorride, un sorriso palesemente finto, << Sicura? >> insiste e l'ansia inizia ad invadermi, << Ha detto di no, quindi è no >> si intromette Alba, << Ok, magari ha solo la testa da qualche altra parte e non è successo nulla >> dice poco convinta, << Probabile e comunque puoi chiedere direttamente a lui >> questa volta è Alba a fare un sorriso tremendamente finto. C'è molta tensione in questo momento, ho come la sensazione che Alba sia pronta a saltargli al collo per strozzarla e io l'aiuterei volentieri, invece si volta e con la sua solita camminata se ne va. << Sembra proprio una brutta persona >> commenta Mechi la sera, mentre ceniamo insieme nel mio appartamento e le racconto di Victoria, << E' la classica donna che si fa il capo e poi pretende tutto >>. Mi incupiscono le sue parole perché anche io mi sono fatta il capo, ma non voglio nulla da lui, niente di niente. Non ho il coraggio di confessare a Mechi ciò che è successo, per il semplice fatto che meno si sa e meno sembra reale. Se non lo racconto a nessuno è come se non fosse mai successo, lo so solo io e lo sa solo lui. << Domani devo andare a provare un po' di vestiti, sto scegliendo quello giusto per l'appuntamento con Fran, devo essere perfetta >> sorride lei, << Lo sei già senza tutti quei vestiti >> ribatto io, << Oh quanto sei dolce, ho l'amica migliore del mondo >> contenta e ricomincia a mangiare. << E tu quando ti deciderai a uscire con qualcuno? >> mi fa la domanda fatidica, ma per fortuna il mio telefono suona. << Cande >> dico il suo nome quando rispondo, << Ciao sorellona >> sembra felice, fin troppo felice, << Perché sembra che tu sia al settimo cielo? >> chiedo, << Perché io e Ruggero ci siamo messi insieme >> dice con una voce acuta per trattenere l'urlo che in realtà vorrebbe fare, mi pare di sentirla saltellare. << Cande l'hai detto a mamma e papà? >> la richiamo io per frenare il suo entusiasmo, << Tini, non preoccuparti, prima preferirei farlo conoscere a te, poi lo dirò a mamma e papà >>, la classica tattica, se non piace ai genitori almeno c'è la sorella che l'appoggia. << Fra qualche giorno ti veniamo a trovare e magari andiamo a mangiare qualcosa insieme così te lo presento >> sembra davvero contenta, non credo di averla mai sentita così felice, percepisco la sua gioia fin da qui, deve piacergli molto e sono contenta per lei, però spero si concentri anche sullo studio, oltre che sul suo ragazzo, ma so che Cande ha una testa perfettamente funzionante, a volte. << Va bene, fammi sapere tu, non vedo l'ora di conoscerlo questo Ruggero, siccome mi hai tartassato per settimane >> le dico dolcemente, << Allora ti scrivo appena Ruggero mi dice quando è libero così ci mettiamo d'accordo, ciao Tini, ti voglio bene >> conclude lei. << Cande si è fatta un ragazzo >> dico a Mechi, << Lo so, ho sentito, tua sorella ha una voce alta, soprattutto quando è felice >> ridacchia lei << Ora tocca a te Tini, non vorrai rimanere sola a vita >>, << Smettila Mechi, sai che io con le relazioni non vado molto d'accordo, insomma ho un carattere difficile e scappano tutti >> le rispondo io, << Solo perché gli uomini si sentono sopraffatti dalle donne che sanno quello che vogliono, che non si fanno mettere i piedi in testa e che sono indipendenti, per questo scappano da te Martina, perché si sentono inferiori, ma prima o poi arriva quello che amerà queste cose di te, solo che lo devi cercare, non cade dal cielo >> mi spiega con un dolce sorriso, << Magari cadessero dal cielo, sarebbe molto più facile >> brontolo io e la faccio ridere. Come sempre la mattina seguente vado al lavoro. Ripenso alle parole di Mechi e forse dovrei iniziare ad uscire di più, a conoscere più gente. Non posso rimanere aggrappata a quella notte, a quelle sensazioni, non sono giuste e non vanno assolutamente bene. Per come sono fatta io, quello che è successo è sbagliato, perché ho perso il controllo della situazione e ora è tutto strano. Non amo quando non ho sotto controllo le situazioni e questo è uno di quei casi. << Ciao Alba >> saluto io e vado dritta nel mio ufficio, << Martina >> mi richiama lei, << Si? >> mi volto a guardarla. Lei mi scruta un attimo, << Non puoi entrare >> mi dice poi, << Ah >> borbotto e mi avvicino al bancone, << Come mai? >> chiedo. Il silenzio cala nell'atrio e una sensazione orribile mi avvolge, mi svuota lo stomaco. << Victoria è stata qui e mi ha detto di non far entrare nessuno nell'ufficio di Jorge e che se saresti arrivata di farti aspettare >> spiega. Il sangue inizia a scorrermi veloce nelle vene, il cuore batte all'impazzata e vorrei urlare quanto io odi Jorge. Dopo tutto quello che è successo, dopo che gli ho spiegato che queste cose mi infastidiscono davvero, dopo che è stato a letto con me ha davvero il coraggio di fare queste cose qui, quando sa che ci sono anche io. << Martina >> mi chiama Alba << Stai bene? >>, << Si, sto bene >> ribatto, << Ti capisco, mi fa incazzare anche a me >> brontola, mai quanto me però, perché in questo momento mi sento tradita, mi sento presa in giro, anche se so chi è Jorge, so come è fatto, mi sento così soprattutto perché non si nasconde nemmeno, lo fa davanti ai miei occhi come se non mi toccasse affatto. << Sai cosa... io vado giù al bar qui difronte >> mi incammino verso l'ascensore, << Ti devo chiamare quando puoi entrare? >> penso che capisca che qualcosa non va, questa volta non mi va nemmeno di fargli la ramanzina, di sgridarlo, non serve a nulla e sembrerei solo una pazza a questo punto. << No, risalgo io... che mi aspetti come lui fa aspettare me >> ribatto e le porte si richiudono, mentre Alba mi guarda confusa e stranita. Mentre sono al bar mille cose mi passano per la testa, quella più frequente è solo una però. Quanto posso essere stupida? 


Autore: Eccoci qui con un altro capitolo. Martina è furiosa e dopo tutto quello che è successo non ne può più, tanto da smettere di rimproverarlo per le sue azioni, ma quanto durerà? Riuscirà a stare zitta? A presto con il prossimo capitolo <3


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