Capitolo 4

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Ormai è passata una settimana dall'incidente, una settimana che non vado in università e una settimana che ho litigato con Nicole, colpevole di avermi lasciata sola per tutta la durata della festa.
Non mi piace litigare con la mia amica, lei è l'unica con cui io possa parlare di tutto e l'unica con cui io possa sfogarmi, quindi ho bisogno di lei ma il mio orgoglio m'impedisce di perdonarla.
Ormai è da troppo tempo che sono rinchiusa in casa a pensare a ciò che è accaduto quella sera .
Più volte di quanto voglia ammettere mi sono ritrovata a pensare all'uomo che mi ha soccorso,
dannatamente bello ma allo stesso tempo così scontroso... Forse maleducato o solo autoritario.
Non ci sto capendo più niente, ad un tratto mi metto a pensare a uno sconosciuto.
Continuo a pensare al modo con cui mi ha risposto quella mattina , scocciato o preoccupato? Non so rispondere ma quella specie di predica mi ha fatto saltare i nervi ma allo stesso tempo mi ha provocato una qualche tipo di sensazione e la mia fantasia ha iniziato a galoppare come al solito.
È arrivato il momento di confessare, mi piace essere sottomessa, mi piace avere al mio fianco qualcuno che riesce a farmi stare "buona", ho un carattere parecchio esuberante e non mi faccio assolutamente mettere i piedi in testa, ma cerco qualcuno che mi tenga testa e soprattutto cerco qualcuno che sappia soddisfarmi,
Molte volte mi vergogno di avere certe inclinazioni.
Molti pensano che sia una cosa normale, ormai questi rapporti tra dominatore /sottomessa sono quasi abitudine soprattutto dopo l'uscita di molti libri che ne parlano.
Sinceramente non so quando è nata questa inclinazione, ma io penso di avercela da sempre.
Non ho mai provato un rapporto di questo genere e sinceramente ho paura quindi ne parlo solo con Nicole, all'inizio ho fatto fatica a dirlo anche a lei, la quale come ritenevo l'ha giudicata positivamente dicendomi che ognuno aveva i propri gusti a letto. Le è sembrata una cosa del tutto normale, e magari lo è ma io non mi sento tanto normale.
Sulla strada dell'università c'è un piccolo locale e a quanto pare è a tema bdsm, tutti lo conoscono, le persone entrano come se nulla fosse, mi hanno detto che ci sono delle stanze dove puoi provare questo genere di rapporti, ci sono molte, moltissime regole da rispettare per garantire l'incolumità delle persone.
Sinceramente ci ho pensato molte volte, però mi sembra un idea davvero folle, come puoi fare certe cose senza conoscere la persona con cui le stai facendo, come puoi fidarti di uno sconosciuto.
Molte volte mi fermo a fissare quel locale, la gente che entra e che esce senza alcuna vergogna, ho sempre la tentazione di entrare, giusto per curiosità, ma non ho voglia di superare il limite ritrovandomi in un casino da cui non saprei più uscirne. Purtroppo io sono una calamita per i guai, quindi cerco di essere prudente.
Oggi però mi sento folle, non ho più voglia di starmene qui in casa quindi decido di uscire e faccio la strada che percorro tutte le mattine fino ad arrivare di fronte al locale, ormai è sera ,per strada non c'è molta gente. Mi blocco davanti quella piccola struttura, sembra quasi un semplice locale, con un insegna luminosa e una porta a vetri da cui si può intravedere un semplice bancone. Sono qui ferma da un'infinità sperando di vedere qualcosa che mi faccia svegliare e dire "ma che diamine sto facendo",ma non succede nulla, è tutto tranquillo. Continuo a fissare il locale e sto cercando di tenere a bada i pensieri negativi che mi fanno desistere.
Decido di entrare mettendo da parte il mio pudore .
È un locale comune, c'è un Bacone, qualche tavolo, gente che parla, che ride, che prende il caffè, che beve, qualcuno si bacia, niente di strano.
Avevo immaginato qualsiasi tipo di scenario , nella mia mente malata si sarebbero potuti distinguere bene i ruoli  tra dominatori e sottomessi. Ma cosa vado ad immaginare, è ovvio che è un semplice locale, però intravedo un lungo corridoio con delle porte nere sui lati, inutile dire che la mia mente è già all'opera, meglio tenere a bada l'immaginazione.
Mi siedo e ordino un comune caffè, ma insieme al caffè mi danno un foglio da compilare in cui sono spiegate tutte le regole del locale, e poi arrivano le domande personali. Tre caselle, sottomesso, dominatore, visitatore.
Bhe in fondo sono entrata solo per "visitare" insomma, nonostante io fossi tentata di scegliere uno di quei due allettanti ruoli scelsi la terza casella, scelsi un nome finto da usare in quel locale e poi consegnai il foglio al barista.
Quindi io in questo locale sono Katia, potrei abituarmici. Sotto le caselle c'era scritto che potevo sempre modificare la mia scelta, magari un giorno ci avrei anche potuto pensare. Mentre firmavo il foglio mi ero già proiettata dentro una di quelle stanze con il mio ipotetico dominatore, devo assolutamente smetterla di far galoppare l'immaginazione.
Il barista mi consegna una targhetta scritta a mano con il mio nome inventato e il mio ruolo da mettere in bella vista con una spilla sulla mia maglia.
Nel mentre che compio questa operazione complicata sento qualcuno ridere alle mie spalle ,mi volto di scatto e rimango di sasso quando incontro i suoi occhi color ghiaccio.
<<Ragazzina, che ci fai qua? >>
Mi guarda come se avesse visto la cosa più divertente del mondo,
Per caso ho scritto gioconda in faccia?!
<< Te l'ho detto già come mi chiamo>> dico abbastanza seccata.
<< Siamo solo al secondo incontro e mi dai già del tu, non mi sembra che tu sia molto rispettosa nei miei confronti >>.
Senti chi parla, mi sta facendo innervosire, bello e sfacciato, quasi quasi mi pento di avergli dato tutta questa importanza nei miei pensieri.
Non rispondo e mi giro nuovamente verso il bancone.
<< Dovrei farti imparare le buone maniere, comunque sia questo non è il posto per te, torna a casa prima di fare sciocchezze >>.
Lo sento allontanarsi da me con passo deciso.
Che cosa intendeva dire con quella frase?
Ecco adesso mi ha dato altro di cui pensare, lo maledico, lui e il suo bel faccino sfacciato.

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