Capitolo 12

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Ormai manca poco più di una settimana al mio temutissimo esame e io non ho la concentrazione esatta per affrontare pomeriggi infiniti di studio soprattutto da quando c'è Alex nella mia vita, non riesco a pensare lucidamente quando mi ronza in torno.
Ogni tanto prendo il libro e lo apro ma non riesco mai a leggere più di una riga, quindi finisco per perdermi tra le nuvole come fossi una bambina che non vuole fare i compiti.
Anche ora ho il libro aperto sul tavolo ma non riesco a concentrarmi.
<<Concentrati Natalie, non mi sembra che tu abbia studiato molto >>.
<<Mh, in realtà ho studiato solo una pagina>>, sghignazzo come una ragazzina.
<<Io non riderei fossi in te >>, mi guarda con durezza.
<<Su, non ti preoccupare ce la farò >>.
<<Certo che ce la farai, ma non se continui a comportarti in questo modo>>.
<< Faccio sempre così, ma alla fine ci riesco sempre >>.
<<Si e non sei ancora riuscita a prendere più di ventisei>>.
Mi fa arrabbiare ogni volta che lo sottolinea, non credo debbano essere affari suoi.
<<A me basta>>.
<<Puoi fare di più, ma non hai capito ancora come si studia>>.
<<Si e se permetti lo vorrei capire da sola>>.
<<Sei testarda, ti offro il mio aiuto e te lo rifiuti, solo quando studierai con me riuscirai a raggiungere degli ottimi risultati>>.
<<Eccolo, Mister so tutto io>>.
<<Non fare l'impertinente. Facciamo così siccome ti piacciono tanto le sfide, studierai settanta pagine entro stasera. Io ti interrogheró, se non sarò soddisfatto dovrai farti aiutare da me >>.
<<Accetto, ora con permesso devo studiare>>.
Lo guardo con aria di sfida raccolgo tutto il materiale dal tavolo e mi chiudo nella camera da letto fino a sera.
Esco dalla stanza abbastanza soddisfatta di quello che ho combinato in queste ore e sono sicurissima che lui dovrà ricredersi.
Entro in salotto e lo vedo appoggiato al tavolo divertito con un lungo righello tra le mani.
<<Questo stasera ti sarà molto d'aiuto >>.
<<No, non ci pensare nemmeno, non era nell'accordo>>.
Guardo inorridita quello strumento.
<<Le regole le faccio io e tu mi dovrai obbedire senza obiezioni. Piegati in avanti sul tavolo >>.
Faccio ciò che mi dice un po' timorosa.
<<Ti farò alcune domande, a ogni domanda sbagliata ti colpiró>>.
Non puó fare sempre di testa sua, come lo odio quando fa così, ma sto zitta. Sono ottimista credo di riuscire a rispondere.
<<Cosa significa indipendenza esterna del giudice? >>.
Cavolo, perché deve iniziare con le più difficili, mi sembra di aver letto qualcosa a riguardo, cerco di dare una risposta un po' confusa ma non sembra soddisfatto, mi colpisce con tutta la forza che possiede.
Sussulto, non so se sia peggio il righello o il rametto, suppongo che lo scoprirò molto presto.
<<Eppure questa era abbastanza facile, spero che la tua sia stata solo una svista>>, replica acido.
<<Riteniamo. Che tipo di limite impone la costituzione all'iniziativa economica privata? >>.
La mia sicurezza inizia a vacillare, non mi ricordo proprio di averle lette quelle cose, secondo me imbroglia.
Non provo nemmeno a rispondere, mi colpisce di nuovo provocandomi un bruciore intenso.
Cerco di rimanere zitta, però siamo solo al secondo colpo e credo che potrei già morire per il dolore.
<<Così non va bene>>, il dissenso trapela dalla sua voce gelida.
Gli sto dimostrano il contrario di quello che avrei voluto e sono delusa da me stessa perché so che avrei potuto fare di più, impegnarmi di più.
<<Da chi venne concesso lo statuto? >>.
Mi sta semplificando le cose.
<<Carlo Alberto>>, mi riprendo un po' dal mio stato confusionale.
Mi accarezza piano le antiche provocandomi una piacevole sensazione.
<<Mi stava sorgendo il dubbio che tu non ricordassi nemmeno le cose più elementari>>.
<<Cos'è il semestre bianco? >>.
<<Qualcosa che riguarda il presidente della repubblica >>.
Sento il righello tagliare l'aria prima di abbattersi con prepotenza al centro del mio sedere , grido e provo a rialzarmi ma lui mi spinge in avanti bloccandomi sulla superficie legnosa con una sola mano.
<<Non è una risposta>>.
Prende il libro e me lo piazza davanti indicandomi tutte le spiegazione che avrei dovuto dare alle sue domande.
Si sfila la cintura e la piega in due guardandomi ancora severo. Non credo proprio che le sue intenzioni siano tanto buone, ma non replico.
<<Non ti faccio altre domande so che sarebbe inutile. Ora leggi pagina cinquanta, tutta e ad alta voce e non ti fermare>>.
Inizio a leggere ma nel momento in cui arrivo alla terza riga mi colpisce con la cintura, soffoco un grido e mi blocco un attimo, ma poi continuo a leggere e lui continua a colpirmi.
Ogni colpo è sempre più duro da sopportare ma non voglio cedere e leggo la pagina fino alla fine.
Mi colpisce un'ultima volta sulle cosce dove il bruciore si fa sentire ancora più intenso e poi poggia la cintura sul tavolo.
<<volglio che leggi da pagina quaranta a pagina cinquanta  per trenta volte, non dovrai lasciare la posizione attuale>>.
Cosa!! È impazzito ci metterò una vita soprattutto in questa posizione.
<<Se è necessario rimarrai qui tutta la notte, da domani inizierai a studiare con me. Sappi che stasera mi hai deluso e non poco>>, lo dice evitando persino di guardarmi.
So di averlo deluso e questo fa più male di qualsiasi punizione.
Mi lascia sola e io sconsolata inizio la mia lettura più distratta che mai.


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