Capitolo 13

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Sono le tre di mattina e io sono ancora qui in questa assurda posizione, mi sento tutta indolenzita però nn voglio alzarmi di qui, penso di averlo fatto arrabbiare già abbastanza.
Finalmente lui esce dal suo studio, mi guarda abbastanza stupito ma non dice niente, viene dietro di me e mi accarezza piano i segni che poche ore fa aveva lasciato sul mio sedere.
<<Alzati>>, mi alzo tirando un sospiro di sollievo.
<<Hai fatto ciò che ti avevo detto? >>, lo dice in tono severo.
<<Si padrone, ho letto tutto>>, si avvicina ulteriormente e mi cinge la vita con un braccio e mi lascia baci sul collo, getto la testa di lato beandomi di quel contatto.
<<Molto bene, adesso vieni con me >>, mi porta in cucina e mi ordina di spogliarmi.
<<Vederti nuda è sempre uno spettacolo meraviglioso >>, io abbasso la testa e arrossisco, ricevo molto spesso complimenti, ma riceverli da lui è tutto un altro effetto.
<<Sali e inginocchiati>>, mi indica l'isola, faccio come mi dice un po' titubante. Mi inginocchio al centro dell'isola abbassando lo sguardo sulle mie gambe nude.
<<apri le gambe e tieni le mani dietro la schiena >>.
Le apro piano, ho il suo sguardo puntato addosso e vedo la sua erezione crescere da sotto la stoffa dei boxer.
Gira piano attorno all'isola guardandomi, come si osserva un'opera d'arte e anche se mi sento completamente esposta e sottomessa, mi fido di lui, mi sento protetta, lui mi può guidare in un mondo tutto nuovo fatto di piacere e felicità.
Sorrido tenendo la testa bassa e so che con questo piccolo gesto gli sto mostrando tutta la mia fiducia.
Alzo per un attimo lo sguardo e lo vedo sorridere come sto facendo io in questo momento.
Si posiziona dietro di me e mi accarezza piano la schiena dopo di che mi benda e si allontana ancora.
<<Ora voglio che tu stia ferma e che non lasci per alcun motivo la posizione attuale>>, tengo la schiena dritta e la testa bassa nonostante la benda e aspetto che lui mi tocchi.
Mi accarezza una guancia prima di scendere sui miei capezzoli, li bacia e li lecca, io cerco di stare più ferma possibile ma ogni tanto mi scappa qualche gemito.
D'un tratto si blocca e sento qualcosa di gelido scendere lungo il collo, e poi sul seno, probabilmente del ghiaccio, si sofferma per un po' sui capezzoli e il mio corpo viene attraversato da brividi che si espandono, mi lascio scappare qualche gemito. Come al solito procede ad una lentezza quasi esasperante e io non resisto, vorrei saltargli addosso in questo preciso momento. D'improvviso qualcosa di bollente precipita di fianco al mio capezzolo, brucia, emetto un gridolino soffocato e quando mi aspetto di risentire la stessa sensazione lui continua a scendere con il ghiaccio e poi di nuovo quella sensazione di bruciore, questa volta vicino all'ombelico.
Il piacere e il dolore viaggiano sulla stessa linea d'onda in un gioco insopportabile che mi annebbia la mente facendomi perdere la facoltà di comprendere e pensare.
Scende sul clitoride che si gonfia al contatto con il freddo, mi scanso di un po', ma lui in risposta fa colare qualche goccia bollente sul mio ventre scendendo sempre di più, io gemo. Lo deisdero ora su quest'isola, ma se mi muovo so che non potrà soddisfarmi.
<<Metti le mani avanti piccola e tieni i palmi in su >>, lo dice quasi in un sussurro.
Faccio come mi dice e mi poggia qualcosa al centro dei palmi.
<<Se non starai ferma la cera cadrà sulle tue mani, dovrai rimanere immobile>>.
Mi bacia il ventre e scende fino al clitoride, inizia a leccarlo e a succhiarlo, io sussulto e sobbalzo per quel contatto improvviso e come mi era precedentemente stato detto la cera cade sui miei palmi provocandomi dolore, grido ma nel fare questo permetto ad altra cera di cadere.
Per un momento ho pensato di lasciar cadere la candela ma questo gesto mi avrebbe recato solamente altro dolore inutile quindi mi concentrai e rimasi immobile.
Lui continua la sua dolce tortura disegnando cerchi immaginari con la lingua fin quando non raggiungo l'orgasmo ma questa volta nn riesco a rimanere ferma e a causa degli spasmi la cera continua a rovesciarsi sui miei palmi, ma questa volta il dolore alimenta il piacere regalandomi un orgasmo intenso.
<<Vedo che non mi hai obbedito, ma penso che tu abbia imparato lo stesso la lezione>>.
Toglie la candela dalle mie mani, ripulendole dalla cera. Io ancora bendata mi avvicino a lui e gli accarezzo l'erezione attraverso i boxer, lui mi toglie la benda, poso lo sguardo nei suoi occhi di ghiaccio e gli sorrido abbassandogli per quel che potevo i boxer. Io lo accarezzo piano sperando di farlo esasperare per quella lentezza, esattamente come lui ha fatto con me, lui mi lascia fare, sembra divertito ma tutto ad un tratto sale sull'isola e si posiziona su di me.
Questa volta non ho intenzione di dargliela vinta con un rapido gesto i ruoli s'invertono e mi ritrovo su di lui facendo entrare tutta la sua lunghezza in me, sorprendendolo.
Inizio a muovermi su e giù accarezzandogli piano gli addominali, lui mi guarda in modo perverso e divertito e mi prende per i fianchi facendomi andare sempre più veloce fin quando non raggiungiamo entrambi l'orgasmo.
Mi lascio cadere in avanti appoggiandomi sul suo petto, mi lascia dei baci veloci accarezzandomi i capelli e guardandomi con tenerezza.
<<La mia piccola sottomessa ribelle >>.

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