Capitolo 6

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Oggi è domenica e sinceramente non ho voglia di fare nulla.
Dopo essermi fatta una doccia molto lunga mi arriva una mail. La apro e noto che è del locale bdsm. Subito come un'idiota mi faccio prendere dal panico pensando che fosse qualcuno che avesse cercato i miei recapiti e mi avesse contatta per avere una qualche specie di rapporto.
Ma appena la leggo mi calmo.
È un invito per una festa che si terrà all'interno del locale stasera alle ventuno ed è esclusivamente per gli iscritti e io giustamente nel foglio dell'iscrizione avevo lasciato la mia email e  gli avevo dato il permesso di informarmi di promozioni, offerte, o di inviarmi pubblicità o quanto altro.
Mi sento una stupida per aver pensato male, però mi giustifico dicendo che è un abitudine che mi è stata trasmessa dai miei genitori che pensano sempre male di tutto e di tutti.
Sono combattuta, una parte di me vuole andare , l'altra no.
Ma in fondo che ho da perdere, che cosa potrebbe mai succedere, magari incontro il mio poco educato "principe azzurro".
E basta Natalie di pensare a lui e poi non è tuo, non gli piaci nemmeno, ti disprezza e ti chiama ragazzina, come fa a piacerti un tipo del genere? .
Sono le otto di sera e io ho passato tutta la giornata a pensare cosa potrebbe succedere a quella dannata festa. Devo smetterla, non posso passare tutta la vita a pensare in quanti modi potrebbe andare male la mia vita.
Per una sera decido di mia spontanea volontà di abbandonare i miei comodissimi vestiti e metto un semplice vestitino blu scuro aderente con la scollatura a cuore e un paio di tacchi non molto alti.
Entro nel locale circa mezz'ora più tardi dell'orario d'inizio. La serata procede abbastanza tranquilla, tutti ridono, ballano, si divertono, ma io sono lì seduta al bancone con uno spritz in mano e mi osservo attorno.
Molti mi guardano, altri si presentano e io cortesemente mi presento a loro, ma non c'è nessuno che riesce ad attirare più di tanto la mia attenzione. Ho fatto amicizia con il barista, è simpatico e mi tiene compagnia sicomme lui non si può muovere da dietro al bancone e io non ho alcuna intenzione di alzarmi da qui.
Parliamo del più e del meno finché qualcosa non attira la mia attenzione, è lui, si è seduto sullo sgabello accanto al mio e ha iniziato una conversazione con il barista ignorandomi.
Mi sento abbastanza offesa, avrebbe potuto almeno salutarmi.
Assisto alla loro inutile conversazione e intanto continuo a prendere da bere senza fermarmi. Lui sembra accorgersene.
<<Stasera hai deciso di andare in coma etilico? >>.
Lo dice con durezza strappandomi il bicchiere di mano , mi fa un certo effetto, non può permettersi di parlarmi così e non mi ha nemmeno salutato per di più.
<< Non sono affari tuoi, comunque ciao, vedi io saluto al contrario tuo>>. Lo dico ma non sono molto convinta, l'alcool mi sta facendo un brutto effetto rieschio di vomitare sui suoi costosissimi vestiti, quasi quasi se lo meriterebbe.
<<Non ti conviene rispondermi così, piccola impertinente>>.
<<Perché se no che fai? >>.
Lo dico con tono di sfida, non voglio veramente sfidarlo ma l'alcool non mi fa ragionare.
<<Cose che molto probabilmente non ti piacerebbero>>.
Ora che ce l'ho qui vicino mi fa uno strano effetto. Inizio a sentire caldo e tutto un tratto mi sale un coniato di vomito. Scappo in bagno e vomito tutto quello che avevo bevuto.
Quando esco dal bagno lo trovo lì che mi fissa , sembra preoccupato ma non saprei dirlo
In questo momento penso di sembrare uscita da un film horror, sto piangendo senza alcun motivo e ho tutto il trucco colato.
Cerco di allontanarmi ma lui mi afferra dalla vita in modo da sorreggermi siccome non sono molto stabile.
<<Sono orribile non mi guardare! >>.
Lui non dice nulla ma continua a guardarmi negli occhi asciugandomi alcune lacrime con il pollice.
Ogni volta che mi tocca il mio corpo viene pervaso da brividi, sono mentalmente e fisicamente attratta da lui, non so resistere, mi spingo in avanti e lo bacio, lui ricambia stringendomi a se con un braccio e con l'altra mano tenendomi i capelli in modo che non ostacolassero il nostro bacio.
Poco dopo mi scansa e si asciuga con un pollice il labbro, divertito e per certi tratti disgustato dal sapore aspro che avevo in bocca. Io lo guardo completamente rossa in volto.
<<Ti sei ripresa ragazzina? >>.
Momento magico finito, quanto lo odio quanto mi chiama così però devo ammettere che sa baciare davvero bene.
<<Sei odioso, te l'ho già detto come mi chiamo >>.

<< Ah già Natalie>>, lo dice divertito, quasi con disprezzo, poi si avvicina alla mia targhetta e quasi tra se e se dice: <<oppure dovrei chiamarti katie, dimmi te piccola sottomessa>>.
Detto questo esce dal bagno e scompare nel nulla.
"piccola sottomessa", come un'idiota mi affrettò a guardare il mio cartellino.
Ma nulla, c'è ancora scritto visitatore, ma come è possibile.
Ma dai Natalie guardati si capisce lontano un miglio, perché ti sorprendi.
Mi maledico mentalmente per essermi mostrata così debole e in condizioni così disastrose.
Sarà meglio tornare a casa prima che mi venga voglia di fare qualche altra cazzata.

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