Il lunedì successivo alzarsi dal letto per andare a lezione fu un trauma, più del solito. Appena sentì la sveglia, Kaya iniziò a sbuffare rumorosamente. Voleva semplicemente dormire ancora, ma non poteva. Certo, se avesse saltato le lezioni per un giorno non sarebbe successo niente, la frequenza non era obbligatoria, ma lei amava quello che studiava e ascoltava volentieri i lunghi discorsi dei professori.
Nonostante abitassero nella stessa casa, da quando erano stati alla festa aveva visto Timothée solo di sfuggita. Dane ne sapeva quanto lei, ma probabilmente, secondo il biondo, aveva passato il fine settimana a casa di Cassie, per motivi a lui sconosciuti.
Timothée ultimamente è proprio strano, non lo capisco nemmeno io, le aveva confessato Dane il giorno prima.
Kaya moriva dalla voglia di sapere cosa gli passasse per la testa e, nonostante cercasse di negarlo anche a se stessa, più i giorni passavano più il suo interesse nei confronti di quel ragazzo cresceva.
Si alzò dal letto dopo circa dieci minuti di riflessione e andò a fare una doccia prima di scendere per fare colazione. Fino a qualche mese prima non avrebbe mai fatto colazione, non le piaceva mangiare di prima mattina, ma da quando si era trasferita aveva preso questa nuova abitudine e aveva scoperto che quello che Jane aveva cercato di farle capire in questi anni era vero: una buona colazione ti aiutava ad affrontare molto meglio la giornata.
Dopo essersi vestita scese in cucina e rimase sorpresa vedendo Timothée ai fornelli mentre preparava quelli che da lontano le sembrava fossero pancakes.
-Buongiorno- disse lui girandosi verso di lei, accennando un piccolo sorriso.
-Ciao- rispose lei, prima di andare verso il frigo e prendere una bottiglia di succo all'arancia.
-Sto preparando i pancakes, ne vuoi?-
-Uhm...certo-
Non sapeva cosa dire, sembrava che lui avesse completamento rimosso dalla sua mente il momento imbarazzante alla festa. Sperava solo che da un momento all'altro Jane e Dane si materializzassero e le facessero compagnia, non sarebbe riuscita a fare colazione sola insieme a lui, e andarsene in camera per mangiare le sembrava troppo scortese; dopotutto stava preparando lui il cibo che di lì a poco avrebbe messo sotto i denti.
-Jane e Dane sono usciti presto,avevano da fare non so cosa- le disse.
Bene, pensò lei. I suoi incubi si erano avverati. Lei non ne sapeva niente. Strano che Jane non le avesse detto nulla.
Prese il cellulare e scrisse un messaggio alla sua migliore amica.
Hey Jane, tutto bene? Come mai sei uscita così presto con Dane?
La risposta arrivò dopo pochi secondi.
Certo, tutto bene K. In realtà io e Dane ci siamo accorti che Timothée era a casa e quindi abbiamo pensato di lasciarvi del tempo da soli e siamo usciti prima. Avete bisogno di parlare. Non mi uccidere quando ci incontriamo. Ti voglio bene.
E invece in quel momento avrebbe voluto fare esattamente quello: ucciderla. Era sicura che fosse stata una sua idea, solo lei avrebbe potuto pensare a certe cose. E poi di cosa avrebbero potuto parlare? Cosa avrebbe dovuto dirgli? Qualcosa del tipo: scusa, tu e la tua odiosa ex siete andati a letto insieme in questi giorni?
Invece non disse nulla. Rimase seduta in silenzio finché Timothée non ebbe finito. Mise i pancakes in un piatto e poi prese due piatti e li poggiò sul tavolo. Lei aveva già preso i bicchieri, insieme al succo e ad una bottiglia d'acqua.
Timothée si sedette di fronte a lei,fissandola per qualche secondo prima di iniziare a parlare.
-Mi dispiace per l'altra sera-
-Cosa?-
-Sai, alla festa-
-E perché ti stai scusando? Non hai fatto nulla-
-Appunto, ti ho trattata come una sconosciuta- disse lui continuando a guardarla dritto negli occhi.
Kaya abbassò lo sguardo, non riusciva più a tenere i suoi occhi fissi nei suoi.
-Vabbè, magari avevi bevuto e..- non sapeva nemmeno lei cosa volesse dire, sicuramente non questo.
-Non avevo bevuto-
Sentire queste parole fu come ricevere un pugno in pieno viso. Per tutto il tempo era convinta che lui avesse baciato Cassie perché quella sera era mezzo ubriaco oqualcosa del genere, e invece era completamente sobrio. Cercò di mascherare la delusione prima di parlare.
-Beh, in ogni caso non hai nulla di cui scusarti- alzò di nuovo lo sguardo e gli lanciò una breve occhiata.
Prese un pancake dal piatto e si versò del succo. Iniziò a mangiare e lui fece lo stesso. Rimasero in silenzio per circa dieci minuti. E menomale che avrebbero dovuto parlare.
-Sono stato da lei questo fine settimana- disse lui all'improvviso.
Kaya non aveva idea del perché glielo stesse dicendo, sapeva solo che avrebbe preferito non saperlo,nonostante lei, Jane e Dane già lo sospettassero.
-Perché me lo stai dicendo?- gli chiese.
-Non lo so-
-Bene-
Calò di nuovo il silenzio. Kaya si alzò e lavò il piatto e il bicchiere che aveva usato. Andò a lavarsi i denti, poi prese la sua borsa e fece per uscire di casa eavviarsi verso l'università.
-Aspetta, andiamo insieme?- la fermò Timothée.
-Ok- fu la sua risposta secca.
Si avviarono ma dopo qualche minuto Timothée si fermò, facendo fermare anche Kaya.
-Non so perché te l'ho detto, ok? In realtà non so nemmeno perché sono rimasto da Cassie, non volevo. E non so nemmeno perché ti sto dicendo questo, è come se la mia bocca parlasse da sola e le parole uscissero automaticamente. So solo che mi dispiace, ok? Mi dispiace se ho fatto lo stronzo. Mi dispiace che ho fatto finta di niente quando Cassie ti ha chiamata Katia e-
In quel momento Kaya avrebbe voluto farlo smettere di parlare dandogli un bacio, ma non avrebbe mai avuto il coraggio. Lui era particolarmente agitato.
-Tim, calmati- gli disse posandogli una mano sulla spalla e avvicinandosi a lui.
Lui sembrò calmarsi improvvisamente,poi si mise una mano in faccia.
-Cosa succede?- gli chiese.
-È tutto un casino- confessò lui,anche se lei non aveva idea di cosa stesse parlando.
-Se vuoi puoi raccontarmi tutto, se hai bisogno di qualche consiglio-
-Adesso andiamo a lezione, magari ne parliamo dopo- disse lui.
-Okay-
Dopo qualche minuto raggiunsero l'edificio e Kaya salutò Timothée prima di notare che Charlie era all'entrata e la stava aspettando, un sorriso a trentadue denti stampato sul viso.
-
Eccomi qui, esattamente dopo una settimana. Le cose si fanno, come dire, complicate e interessanti?
Au revoir x
-A