14.

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Quel giorno Kaya passò la maggior parte del suo tempo insieme a Charlie. Era contenta di aver fatto amicizia con lui, ma anche di aver fatto amicizia in generale. Era una ragazza piuttosto timida e, nonostante avesse più di vent'anni e non fosse più una bambina, non era mai stata brava a socializzare. Entrare in confidenza con Charlie, però, era stato piuttosto facile, era un ragazzo alla mano, umile e gentile. E anche bello, questo non poteva negarlo, ma nella sua testa c'era solo un nome scritto a caratteri cubitali: Timothée.

Il suo nuovo amico non le aveva più chiesto niente dal giorno della festa, ma Kaya sapeva che moriva dalla voglia di sapere cosa ci fosse tra lei e Timothée.

Effettivamente non c'è niente, penso tra sé e sé.

Durante la pausa pranzo decise di raccontare tutto a Charlie, anche se non c'era molto da raccontare. Cercare di instaurare un qualche tipo di rapporto che andasse oltre l'amicizia con il suo coinquilino sembrava impossibile. E, a dirla tutta, Kaya non era sicura di volerlo. Dopotutto, non sapeva nemmeno se quello che c'era tra di loro si potesse definire amicizia. Era tutto così confuso. Lei era confusa. Confusione totale.

-Secondo me dovresti lasciar fare tutto a lui, almeno per ora. Capisco che tu sia confusa, è normale, ma lui sembra più confuso di te, fidati- disse Charlie, prima di addentare il panino che stava divorando senza pietà.

-Hai ragione, stamattina mi ha quasi spaventata. Non sapevo come reagire. Sembrava che fosse sull'orlo di una crisi di nervi-

-Secondo me non è innamorato di questa Cassie. C'è qualcosa di profondo sotto-

-In che senso?-

-Se lui continua a vedere lei non è di certo perché è innamorato, sembra quasi che stia cercando di fingere di voler stare ancora con lei solo per non pensare a qualcun altro...tipo te-

Kaya rise. Una risata fragorosa che fece girare molte delle persone che stavano passando di lì in quel momento.

-Ma come ti vengono in mente certe cose? Sei davvero esilarante-

Charlie le rivolse uno sguardo che, tradotto in parole, avrebbe significato: le cose stanno così, poi vedrai.

Passare il tempo con il suo nuovo amico la faceva stare bene, soprattutto perché lui seguiva con lei le lezioni di francese e letteratura francese, due delle poche lezioni che lei e Jane non avevano in comune. E poi stava anche iniziando a conoscerlo meglio. Era inglese, ma non del posto, si era trasferito per frequentare l'università e le aveva confessato che a volte sentiva molto la mancanza della famiglia. Viveva in un appartamento insieme ad altre due persone, due ragazzi, ma era come se vivesse da solo perché fino all'anno scorso i suoi coinquilini erano altri.

Dopo aver pranzato erano pronti a seguire la lezione di sociologia e Jane si unì a loro.

-Ragazzi! Sono esausta- esordì buttando la borsa sul tavolo.

Qualche settimana prima Kaya aveva presentato Charlie a Jane e i due subito si erano trovati bene. In realtà, tutti si trovavano bene con Jane. Era una ragazza fantastica.

-Lo vedo- commentò Kaya ridendo.

-E pensare che adesso dobbiamo seguire sociologia. Amo la materia, ma quella professoressa mi fa addormentare-

Era vero: la prof di sociologia era molto brava, ma aveva una voce che provocava l'effetto di un sonnifero.

A fine giornata sia Jane che Kaya erano esauste: era stata una giornata piuttosto pesante.

Dane si offrì di preparare la cena, per lui era stata una giornata molto più leggera.

Di Timothée non c'era traccia e, per un attimo, Kaya temette che fosse di nuovo con Cassie.

Non sapeva con esattezza perché la ferisse il solo pensiero di lui insieme a quella ragazza. Provava dei sentimenti per lui? Qualcosa che andava oltre la semplice attrazione fisica?

Il suo flusso di pensieri fu interrotto dall'arrivo di Timothée con una busta in mano. Era andato a fare la spesa.

-La prossima volta mi servirà aiuto con la spesa. Mi sa che mi sono confuso e ho dimenticato di prendere qualcosa che era sulla lista- disse, aggrottando le sopracciglia.

-Ti accompagnerà Kaya, lei ha una memoria di ferro- disse Jane.

In quel momento lo sguardo di Timothée si posò proprio su di lei, come se fosse in attesa di una risposta.

-Sì, se vuoi posso accompagnarti la prossima volta che tocca a te-

Lui sorrise, iniziando a mettere la roba a posto.

I quattro cenarono, parlando del più e del meno, anche se la conversazione consisteva prevalentemente nello scambio di battute tra Jane e Dane.

Dopo cena, ognuno si avviò nella sua stanza, ma Kaya rimase un po' in salotto, sul divano, quasi aspettasse che Timothée arrivasse e decidesse di parlarle. E fu proprio così.


-

Hey! 

Scusate se la scorsa settimana non ho aggiornato, ma ho avuto un po' da fare.

Spero che questo capitolo vi piaccia.

E preparatevi, perché le cose si faranno mano a mano più serie.

Au revoir :)

-A

French and Peaches/ Timothée Chalamet🍑Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora