12》Peter Parker x reader

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Gli eventi si svolgono durante "Captain America: Civil War".

I deboli raggi mattinieri illuminano il tuo ufficio.
Jennifer, la tua segretaria, è al tuo fianco elencandoti gli impegni della giornata. Tu l'ascolti con superficialità. La tua testa è altrove. C'è un progetto che non riesci a portare a termine e ora non riesci a pensare ad altro.
《Signorina T/c? Signorina?》La ragazza è di fronte a te con il tablet in mano. 《Le va bene per le 19:00?》
《Perfetto.》Biascichi, annuendo come se avessi ascoltato tutti gli appuntamenti per filo e per segno abbinando ad ognuno il drink da servire.
La porta si spalanca all'improvviso. Vedi la segretaria sussultare ma tu ti limiti ad aggiustare il portapenne sulla scrivania. In casi normali ti saresti arrabbiata di tale gesto, ma sai chi c'è aldilà della porta e lui può benissimo licenziarti e sbatterti fuori da quel posto.
Tony Stark entra, toglie gli occhiali da sole e li ripone nel taschino della giacca. Poi si guarda intorno.
《Sai che me lo ricordavo più grande il tuo ufficio?》
Soffochi un insulto e accavalli le gambe sotto la scrivania.
《Jennifer, lasciaci da soli.》Dice il miliardario alla ragazza che arrossisce e si accinge ad andare verso l'uscita.

《Come posso aiutarti?》Chiedi alzandoti di scatto e sfoderando il sorriso più finto della storia.
《Volevo presentarti un mio caro amico: Peter Parker.》
Alle sue spalle c'è un ragazzo della tua età che si guarda intorno estasiato. Indossa una semplice camicia a quadri sopra una maglia con su scritto qualcosa riguardo New York.
I suoi occhi rimbalzano da una parte all'altra della stanza piena di cose che, evidentemente, non può permettersi. Poi il suo sguardo si poggia su di te.
《Peter, lei è T/n T/c, mia figlia.》
《Allora finalmente mi presenti come tale...》Affermi, soddisfatta della reazione di Stark, che non riuscendo a sostenere il tuo sguardo, si gira verso Peter. Non hai mai sopportato quell'uomo. E mai lo avresti chiamato papà.
《Ha un carattere particolare, ma penso di sapere da chi ha preso.》Commenta alla fine e Parker si stringe nelle spalle imbarazzato dalla situazione.
《Comunque, ho bisogno del tuo aiuto.》 Tuo padre poggia una pen drive sul tavolo per poi allontanarsi di qualche passo, come se quest'ultimo fosse radioattivo. 《Tutto il necessario è li dentro, ora ho da fare. Il ragazzo rimane con te, trattalo bene.》
Sbuffi e sposti lo sguardo da lui a Ironman. Infine rassegnata afferri la pennetta.
《Da fare? Fammi indovinare, c'entra ancora quel gruppo. Come vi fate chiamare? Avengers? Continuate a litigare, vero? Che pena, un gruppo di adulti grandi e vaccinati che si fa la guerra al pari dei bambini della scuola materna...》
Tony ti ignora e riafferra gli occhiali da sole, ti da le spalle e si avvicina alla porta.
《Quindi rimango qui, signore?》Mormora il ragazzo, aprendo bocca per la prima volta.
《Sì, "bimbo-ragno". E non ti preoccupare: lei può sembrare cattiva, ma non morde.》Con lui Stark ha un tono diverso, un tono paterno che con te non ha mai avuto. Questo ti ferisce ma non abbastanza da darlo a vedere distruggendo la corazza emotiva che ti sei creata.
Peter osserva Tony uscire, poi si gira e torna a fissarti incerto.

《Allora Peta, desideri qualcosa da bere? Un caffè?》Chiedi cercando di rompere il ghiaccio.
《Peter. E non bevo caffè...》Risponde lui lasciando cadere il suo zaino vicino la scrivania.
《Ok, che vada per un tè fresco, allora.》Aggiungi. Forse è meglio così, sarebbe stata la tua quarta tazza di caffeina. 《Jennifer!? Due tè con ghiaccio, grazie.》Senti l'assistente dall'altra stanza rispondere e attendi il suo arrivo.
《T/c...non hai lo stesso cognome di Stark.》Afferma il ragazzo passando il dito sulla targhetta del premio d'innovazione scientifica nazionale che avevi vinto anni fa.
《No. Mia madre era una delle tante giornaliste che aveva abbindolato in uno dei suoi viaggi in Italia. Per gran parte della mia vita non sapeva nemmeno che faccia avevo. Poi ho vinto quel premio e si è ricordato di quel messaggio che gli era arrivato undici anni prima da quella ragazza italiana.》Ti avvicini al divanetto di pelle che hai nell'angolo e ti siedi. Peter fa lo stesso. Jennifer entra con due bicchieri colmi di tè, li posa sul tavolino davanti a voi e si congeda tornando al suo tablet pieno di compiti da portare a termine.
《Ricordo che si presentò a casa mia dicendo che avevo preso molto da lui. E che lui era mio padre. Mi mandò nelle migliori scuole e ho finito per diplomarmi due anni dopo. Ora mi ha confinato in questo ufficio in cui mi occupo dell'amministrazione delle Stark Industries.》
Butti giù l'ultimo sorso gelato e lasci il bicchiere sul tavolo.
《Ma tu non sei qui per questo, vero?》
Ti alzi e ti avvicini alla tua scrivania. Poggi il palmo in un angolo e il perimetro dei tuoi polpastrelli si illumina.
《Buongiorno Signorina T/c.》Una voce femminile riecheggia nella stanza. Peter non ne sembra sorpreso, Tony deve già aver fatto sfoggio di tutte le sue creazioni.
《Buongiorno F.R.I.D.A.Y., richiedo l'accesso al laboratorio. Parker è con me.》
Una delle pareti si apre facendo intravedere un'altra camera. Tu ne varchi la soglia mentre Peter ti segue.
《Questo è il tuo laboratorio?》
《Sì, più o meno. Qui lavoro sui dovuti miglioramenti delle armature di Iroman e, di tanto in tanto, di War Machine. Chiaramente quando il governo riesce a pagarmi di più di Stark, ed è abbastanza raro.》Lo guardi e gli sorridi. Le sue gote di infiammano di rosso e i suoi occhi si perdono nei tuoi.
Infondo il sangue di Tony scorre anche nelle tue vene e queste attenzioni non ti danno per niente fastidio, anche se non lo ammetteresti mai.
《E questo è il mio progetto.》Ti avvicini ad una porta scorrevole che grazie alle tue impronte digitali si apre. Aldilà c'è un'armatura simile a quella di Ironman, ma con diversi colori e diverso design.
《Ha tutte le funzioni di quella di mio padre. E forse qualcosa in più... Ho sviluppato nella tuta una tecnologia di nanoparticelle in grado di rigenerare i tessuti del derma. Per non parlare dei diversi file installati in grado di provvedere un instantaneo primo soccorso.》Ti volti e il ragazzo davanti a te sembra ammaliato dalla tua creazione. 《In realtà queste ultime aggiunte sono grazie al frutto degli studi di una ricercatrice di mio padre, Helen Cho. Avrebbe potuto cambiare il mondo, ma è morta aiutando gli Avengers. Loro non sono riusciti a proteggerla. E tu? Sei uno di loro, un vendicatore?》
《Non ancora. Per ora sono solo uno studente della "Midtown School of Science and Technology".》Afferma. Non volendo i tuoi occhi si soffermano sul suo sorriso, sui suoi occhi e sulla macchia di burrito sulla sua maglia. Distogli immediatamente lo sguardo e ti imponi di non arrossire.
《E tu? Se hai costruito quest'armatura significa che anche tu credi che gli eroi possano cambiare il mondo. 》
La sua riflessione ti sorprende e ti lascia un sorriso sulle labbra. Forse hai capito cosa ha trovato tuo padre in lui.
《Hai ragione, Peter, gli eroi cambieranno il mondo. Ma non sempre i cambiamenti portano al meglio.》Le tue dita si stringono intorno alla pendrive. Prendi un respiro profondo e torni a guardarlo negli occhi. 《Ora vediamo di che tipo di equipaggiamento ha bisogno il "bimbo-ragno".》

Angolo autrice
Hey... Ho scritto questo capitolo prima di sapere che gli accordi con la Sony erano saltati. Quindi ora sono un po' triste.
Comunque, in questo capitolo ho citato un personaggio che è stato molto importante in un altro film Marvel, commentate su chi pensate che sia e il film dove compare. Vediamo in quanti ci arrivano!!

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