13》Bucky Burnes x reader

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*Storia scritta da voi*

Prima parte

La neve cade silenziosa sullo sterrato del sentiero. Tutto il paese sembra dormire. Il tuo respiro caldo condensa a contatto con il gelido vetro della finestra, e si trasforma in piccole goccioline che giocano a rincorrersi.

Distogli lo sguardo dalla finestra e torni a concentrarti sul libro che stai leggendo. Un coperta di lana copre le tue spalle, non è sufficiente a coprire il freddo, ma abbastanza per non farti battere i denti. E un debole fuocherello crepita nel caminetto, che pian piano si sta spegnendo.
Passi pesanti echeggiano per tutta l'enorme casa dei tuoi nonni e tu, pensando a ciò che accadrà, vorresti soltanto scomparire nelle pagine del romanzo che stringi tra le mani.
《 T/n!》Qualcuno batte insistentemente il pugno sul dorso delle porta facendo tremare tutte le mura circostanti. E una potente voce femminile chiama il tuo nome. Sai che se non risponderai lei aprirà comunque la porta e la sua reazione sarà ancora più esagerata.
《Entra.》Affermi.
Una ragazza poco più grande di te ti compare davanti. Indossa un vestito più bello del solito e i suoi capelli sono raccolti in due lunghe trecce color oro. I suoi occhi azzurri ti fissano. Cominci nuovamente a domandarti se i tuoi genitori avessero donato tutta la bellezza a lei e quando eri arrivata tu, secondogenita, fossero rimasti solamente gli scarti.
《T/n!》Urla.《Ancora libri? Pensi che nostra madre sia felice del fatto che sei sempre rintanata qui dentro in compagnia di questi pezzi di carta?》Afferra il libro facendolo scivolare via dalle tue mani. Poi comincia a fartelo volteggiare davanti agli occhi. 《I libri, non servono a niente. Semmai farai successo nella vita non sarà grazie ai libri. Semmai qualcuno ti sposerà sarà grazie al tuo bel faccino, gli uomini non guardano altro.》
Poi senza pensarci due volte getta il romanzo tra le fiamme che si ravvivano, pronte a divorare i capitoli di quella bella storia.
"E anche questa volta non saprò mai se i protagonisti si sposano." Pensi malinconicamente. Poi ti alzi e lasci scivolare la coperta per terra.
《I nostri genitori dovrebbero ritenersi fortunati che la nostra eredità andrà nelle mie mani e non le tue.》Continua a blaterare tua sorella.
Tu mantieni la calma e ti avvicini alla specchiera iniziando a pettinare i tuoi normalissimi capelli castani.
《L'eredità andrà nelle mie mani e in quelle di Lawrence, il mio futuro sposo. Non ti sei mai chiesta perché nessuno si sia mai interessato a te? Basta che ti guardi allo specchio, sorellina mia.》Si avvicina a te e cinge le tue spalle. Il suo viso vellutato sfiora il tuo. La sua carnagione è simile a quella delle bambole di porcellana proprio come quella di tuo padre, la tua è olivastra come quella di tua madre.
Senti le sue dita affondare nelle tue braccia, mentre avvicina le labbra all'orecchio. 《Lascia che ti dica una cosa, mia cara sorellina...》Sibila. 《Nessuno ti ama. E nessuno ti amerà mai.》Le sue parole sembrano veleno che si insinua nelle tue vene. E il veleno porta alla morte.
Senti i tuoi occhi colmarsi di lacrime, coficchi le unghie nel tuo palmo e le nocche sbiancano. Poi ti volti e scappi via. I tuoi passi echeggiano nella casa e nelle stanze. Ma tu ti fermi soltanto quando le suole delle tue scarpe affondano nel manto candido di neve e la villa si vede in lontananza.
Il tuo petto si alza e si abbassa velocemente cercando di raccogliere più ossigeno possibile. Senti i tuoi polmoni bruciare all'interno della gabbia toracica. E solo adesso cedi in un pianto liberatorio.

Pian piano il cielo si sta tingendo di colori porpurei e il sole si sta nascondendo tra le montagne.
Cammini sulle sponde del lago che caratterizza questo paesino e con il sorriso ricordi di tutte le giornate che avevi passato qui quando eri più piccola e i weekend esistevano esclusivamente per andare a trovare i nonni. Sembra essere passato così tanto tempo. Osservi le punte delle tue scarpe graffiate e rovinate dalla frenetica corsa, tuo padre si arrabbierà molto al tuo ritorno.
Non concentrata sulla strada inciampi e cadi. Alzi gli occhi cercando di capire qual è stato l'ostacolo. Ed ecco che te lo trovi davanti: un ragazzo di qualche hanno più di te che non hai mai visto prima.
《Scusami, sta bene?》Si affretta a chiederti porgendoti la mano.
《Sì, sì, tutta colpa della mia sbatadagine.》 Affermi, accettando l'aiuto e rimetterdoti in piedi. Il vestito ora è tutto sporco di fango. "Insomma di mal in peggio" pensi.
《Mi dispiace, farò di tutto per ripagarle l'abito. Glielo prometto.》 Aggiunge lui.
《No, non si preoccupi, veramente!》
《Allora mi lasci un modo per rimediare, la prego.》Mormora lui.
Ti sta ancora stringendo la mano e tu non ti sei staccata un momento dai suoi occhi azzurri. E in quel momento che ti rendi conto di quanto imbarazzante sia la situazione: hai il viso paonazzo e gli occhi gonfi reduci dal pianto, i capelli sciolti scompigliati dal vento nella fuga, le scarpe sporche, non degne di una signorina del tuo calibro e il vestito intrinso di terra, inoltre stai parlando con il ragazzo più bello che avessi mai incontrato, in cui avevi inciampato. Wao! Questa volta ti sei superata!
《No, mi dispiace, ma temo che in questo stato dovrò proprio tornare a casa, ma ringrazio per l'offerta.》 Rispondi alla fine ritirando il palmo.
《Quale stato? Un po' di fango non toglie la bellezza ad una ragazza carina.》 Sussurra e tu arrossisci. 《Il mio nome è James Buchanan Barnes, ma puoi chiamarmi Bucky. Il suo invece, qual è?》
《T/n T/c.》 Biascichi.
《T/n, c'è la fiera in paese. Permettimi di passare una lieta serata al tuo fianco.》 È la prima volta che si rivolge a te non usando il "lei", ma questo non ti da minimamente fastidio. Inoltre pensi che il tuo nome pronunciato da lui, ha un non so che di melodioso.
《Se insisti così tanto, non posso rifiutare.》

Pian piano che le luci del paese vi illuminano, tu lo cominci ad osservare meglio. È in divisa militare, ma non ne sei sorpresa con la guerra alle porte.
Non eri mai stata alla fiera, sei più un tipo solitario, quindi guardavi le coppiete di fidanzatini andarci aldilà della finestra, mentre tu eri intenta a finire un nuovo capitolo.
《Quindi sei un soldato?》 Chiedi, cercando di rompere il ghiaccio.
《Sergente Burnes, per la precisione.》Risponde lui, intendo a guardare le diverse bancarelle con le loro foche luci.
《Sergente. Andrai in guerra?》
《Partirò fra qualche giorno. Per me non c'è onore più grande di combattere per la mia patria. 》Volge il suo sguardo a te e ti sorride.
Il tuo pensiero raggiunge subito il viso di tuo fratello minore. Vi portate solo un anno ma, sarà che i ragazzi crescono dopo, l'hai sempre visto il piccolo di casa. Ora ha deciso di arruolarsi e tuo padre l'ha appoggiato appieno. Tu invece, da parte tua, avresti solo voluto proteggerlo e impedirglielo.
《È saggio? Intendo dire, la tua è una causa nobile, ma la guerra porta solo ad altra guerra. E il sangue porta solo ad altro sangue. Siamo stati creati per risolvere le cose diplomaticamente, ma incorriamo sempre nella violenza.》Fissi i tuoi occhi sul terreno. Non sai perché stai dicendo queste parole, o perché le stai dicendo a Bucky. Semplicemente le parole si sono riversate come una cascata fuori dalla tua bocca.
Lui si fa scappare una risata divertita.
《Hai ragione.》
La sua risposta ti sorprende e ti fa bloccare di scatto. Alzi lo sguardo che si va a fermare sul suo viso.
Il suo sorriso è indescrivibile con semplici parole. E i suoi occhi sembra ti stiano scrutando dall'interno, non fermandosi al tuo "bel visino" o sul tuo petto, come la maggior parte degli uomini fa. Infondo, infondo, Bucky potrebbe essere diverso... Scacci questi pensieri dalla mente e torni a camminare più determinata di prima a far terminare questa conversazione. Non puoi perdere la testa, quella è una cosa che farebbe tua sorella.

《Hai ragione, la guerra è inutile. Ma noi non possiamo fare altro che ubbidire a ciò che i "grandi" dicono. Non abbiamo potere. Non ci resta altro che eseguire gli ordini e cercare di limitare le perdite il più possibile.》
《Allora ti prego, promettimi che lo farai.》Sussurri.
《Cosa?》
《Farai il tuo massimo affinché più soldati possibili possano tornare dalle proprie famiglie.》In un pensiero fugace preghi citando il nome di tuo fratello, ma poi l'idea com'è venuta vola via, perdendosi nei tanti nomi di soldati che lasceranno le loro mogli e i loro figli, non sicuri di fare ritorno.
《Lo prometto.》

Angolo autrice
Questo è il risultato del capitolo composto dai sondaggi votati da voi. La seconda parte uscirà il prossimo Lunedì. Spero vi possa piacere. Ciao!

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