Capitolo19

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<Dani, Daniele, Dani! Ti prego svegliati!><mmmmh...> quel verso mi fa mancare il respiro per un attimo, mi sono accorta ora soltanto di quanto è bello mentre dorme. Non è tempo di pensare a questo, appena apre gli occhi la sua espressione sorpresa mi fa sorridere<ma tu sei... sei piccola? Quanti anni hai?><si, non solo io sai? Comunque credo 14> ; già siamo ragazzini, ora il nostro compito è di svegliare gli altri aprendo le capsule, mi giro e beh noto una cosa, siamo all'interno di un edificio apparentemente abbandonato, è tutto bianco e ci sono solo le nostre capsule in un corridoio vuoto e buio, la luce viene emanata solamente dall'interno dei contenitori. Su ognuno c'è un nome e un timer con sopra alcuni zeri. Apro per primo quello di Carmen, il più vicino a me, mentre Daniele si sveglia, io ci ho messo un po'. Lei ha le sembianze di una 16. Poi arriva Anna e così via. Quando arrivo a Marco una sua frase mi riecheggia in testa: " avrebbero potuto farlo, vicino al deserto ogni 10 anni il tempo scorreva, il sole tramontava e, all'alba, appena i ragazzi si svegliavano, rimanevano rinchiusi. Questa volta no, tra poco arriveranno di nuovo, in anticipo, rimani lì appena li vedi addormentati con loro, dopo segui le indicazioni che ti ho dato. Non fidarti di nessuno" e io non l'ho  fatto, mi fido di Dani, il mio migliore amico, la mia cotta, mi fido ciecamente di lui. Non lo sveglio, ansi aspetto gli altri per continuare. Intanto cerco nella capsula, nella lettera di Laura veniva nominato un cassetto... eccolo! Si apre con l'impronta digitale, chissà lei come avrà fatto... dentro c'è uno zaino verde con delle carte, mappe e pagine scritte o stampate; un bracciale, sopra c'è una scimmia, è Enri, ne sono sicura. Poi vestiti: un jeans con la vita abbastanza alta, cintura, maglia nera, scarponcini, un cappello è una maschera per l'ossigeno. Oltre ciò c'è anche una sacca piena di coltellini e una specie di spada smontabile. Perfino un elastico per capelli, una torcia e un paio di occhiali, hanno la mia graduazione e mi stanno abbastanza bene. Hanno pensato a tutto. Mi lego i capelli e metto gli occhiali. Appena Dani si alza e comincia a guardarmi io gli salto addosso abbracciandolo. Insieme apriamo il suo zaino dove ci sono delle carte differenti dalle mie, una lancia smontabile un braccialetto con un pinguino sopra una maschera per L ossigeno e diversi vestiti, occhiali e anche delle forbici.
                                    ***
Sono tutti svegli, è passata qualche ora. Alcune persone che avevo conosciuto che avevano quarant'anni o sessanta, ora ne hanno quindici o sedici, è impressionante. Altre persone che sono nate li non esistono.
Come ricordo questi ultimi anni? Come un sogno, però un sogno abbastanza lucido.
Ci stiamo incamminando verso un uscita, quando notiamo dell'acqua che inonda le scale. Ora ho capito! Questo è io 6 piano dell'edificio in cui ci hanno tenuto tutti quei mesi... a questo servono le maschere nello zaino e le bombolette incorporate...
Eccoci, abbiamo montato tutto e stiamo per immergerci, gli zaini hanno coperture di plastica trasparenti. Ce la caviamo abbastanza bene, la maggior parte di noi sa nuotare, altri invece fanno fatica, quindi si sono aggrappati a i più bravi.
                                      ***
Siamo usciti dall'edificio, è buio però ci facciamo luce con quelle torce ricaricabili a energia solare; siamo quasi una cinquantina di ragazzi. Abbiamo nuotato fino a una riva, l'acqua è bassa e la temperatura abbastanza calda. Ci siamo cambiati a coppie e poi abbiamo cominciato a guardare le stelle. Ora siamo tutti qui, immobili e allibiti dal panorama di una delle più belle notti stellate.

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