CAPITOLO 2

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Nadâ ritornò a casa profondamente sconfortata dopo la conversazione con Osman. Da qualche tempo si era trasferita a vivere a casa della sua amica Jasmine. Dopo il peggioramento delle condizioni del sultano, i genitori della sua amica avevano ritenuto opportuno accoglierla presso la loro abitazione, per evitare di farle riaffiorare nella mente i ricordi della perdita della madre e del padre.

Non appena Jasmine la vide, comprese immediatamente che qualcosa non andava bene la strinse forte a sè.

L'amica era l'unica a conoscenza della cotta segreta che Nadâ nutriva nei confronti di Osman. Da quando l'aveva conosciuta, la fanciulla aveva trovato in lei una figura femminile con cui potersi sfogare. Anche se apparentemente le due ragazze sembravano totalmente diverse, erano sempre andate d'amore e d'accordo. Jasmine era caratterizzata da una bellezza prorompente a da un indubbio fascino. Lunghi ricci ramati le ricadevano sulle spalle raggiungendo i fianchi voluttuosi. Il suo corpo dalle curve perfette era reso ancora più ammaliante dagli splendidi occhi verdi dal taglio felino e dagli zigomi pronunciati. Inoltre la fanciulla era caratterizzata da una grande vivacità, un'ostentata sicurezza e movenze sensuali.

Nadâ invece aveva un fascino di tutt'altro genere. I suoi lunghi ricci scuri che raggiungevano le spalle e i suoi profondi e grandi occhi scuri le conferivano un fascino quasi infantile ed innocente. Seppur dotata di grande personalità non emanava la stessa aura di sicurezza di Jasmine, era un tipo che dava maggior peso alla propria interiorità piuttosto che all'apparenza. Inoltre, a differenza di Jasmine che era un tipo ambizioso, lei agognava ad una vita semplice, l'unica cosa che desiderava era una vita piena d'amore con l'uomo dei suoi sogni. Mentre Jasmine era un tipo decisamente pratico e realista, lei invece era un'inguaribile romantica.

«Osman mi ha chiesto di aiutarlo a trovare qualcuna con cui generare un erede» sussurrò tra i singhiozzi quando finalmente riuscì a ritrovare l'uso della parola.

Jasmine la guardò sorpresa. «Cosa? Io credevo che avrebbe chiesto a te di entrare a far parte del suo harem o addirittura di sposarti».

Nadâ scosse la testa ricominciando a singhiozzare.

«Potresti aiutarmi? Devo fare una lista di candidate tra cui possa scegliere. Da sola non credo di farcela».

«Ma certo. Sceglieremo donne così orribili che si renderà conto di essere stato uno stupido a non scegliere te».

Nadâ rise divertita. «Sarei tentata, ma ovviamente svolgerò al meglio l'incarico che mi ha dato. Sicuramente dovrà essere una donna bella, di buona famiglia, intelligente, colta, dolce. Lui merita il meglio».

«Sei proprio stupida e troppo buona. Io al tuo posto glie l'avrei fatta pagare».

«Non è certo colpa sua se non ricambia i miei sentimenti. E comunque non ha idea di cosa provo».

«Perché non glie lo dici allora? Vestiti seducente e saltagli addosso».

«Non posso fare una cosa del genere! Sarebbe umiliante. E se rovinassi la nostra amicizia per sempre?».

«Secondo me per raggiungere i propri obiettivi bisogna essere disposti a tutto. Bisogna correre dei rischi. Ma ovviamente si tratta della tua vita, la scelta spetta a te».


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