CAPITOLO 10

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Nei giorni seguenti Osman si ritagliò degli attimi di tempo per incontrare le candidate in privato. Il primo incontro avvenne con Osilda.

Il sultano fece preparare una cena sontuosa che venne servita nel suo palazzo, in un'ampia terrazza che dava su uno stupendo giardino fiorito. Il tavolo era stato posizionato proprio vicino alla balaustra ed era stato abbellito con una tovaglia verde ricamata tono su tono e con dei cesti di fiori freschi di vario genere e colore. Alcune candele distribuite sugli angoli della terrazza e sul tavolo rendevano l'atmosfera molto romantica.

Durante la cena, Osman e Osilda chiacchierarono a lungo. La conversazione con la donna si rivelò molto interessante, non solo Osilda era brillante ed intelligente, ma la madre occidentale le aveva raccontato vari aneddoti sulle usanze del proprio paese. Osman era molto affascinato ed incuriosito dai suoi racconti e si divertiva a farsi insegnare dalla ragazza alcune parole della lingua materna.

La serata trascorse velocemente e allegramente, anche se ogni tanto la mente di Osman tornava alle liti con Nadâ. Tanti interrogativi e tanti dubbi lo tormentavano, non riusciva proprio a capire cosa le passasse per la testa. Lui le aveva offerto il sogno di ogni donna e lei aveva rifiutato per stupidaggini come la ricerca dell'amore. Inoltre non aveva voluto dirgli se era innamorata di Fazil o magari di Ahmelek... e lui che aveva lasciato che l'uomo la accompagnasse a casa! Che idiota!

Al momento di congedarsi da Osilda, Osman decise che l'avrebbe tenuta in considerazione come possibile concubina, avrebbe potuto inserirla nel suo harem e generare qualche figlio con lei, sarebbe stata sicuramente un'ottima scelta.

L'incontro con Jasmine avvenne invece nel giardino del palazzo, per fare una piacevole passeggiata.

Al suo arrivo, la donna sorrise maliziosamente al sultano e gli rivolse un saluto affettuoso baciandogli una guancia.

Osman le porse il braccio e cominciarono a camminare.

«Posso farvi una domanda?» le chiese lui mentre avanzavano lentamente, godendosi l'aria fresca.

«Ma certamente. Potete chiedermi tutto quello che volete» rispose la donna con un sorriso malizioso.

Osman ignorò il suo sguardo, perso nei propri pensieri.

«Voi siete la migliore amica di Nadâ e visto che siete una donna..., probabilmente a voi racconta maggiori dettagli intimi. Ci sono rimasto molto male quando mi ha nascosto i suoi incontri con Fazil».

«Capisco» commentò Jasmine fingendo di sapere di cosa stesse parlando.

«Vi ha per caso detto se è innamorata di lui? A me ha detto che vuole sposarsi solo per amore. E visto che aveva preso in considerazione l'idea di sposarlo...».

«Si, è follemente innamorata e decisa a sposarlo» rispose immediatamente Jasmine.

Osman provò una strana fitta al petto. Ma ovviamente non era gelosia! Sicuramente era infastidito dalla pessima capacità di giudizio della sua cara amica.

«E voi che siete una sua amica non potete dissuaderla? Fazil non è l'uomo per lei. Non è un uomo affidabile, non è abbastanza colto ed intelligente, non è in gamba quanto lei».

«Credetemi, ho provato. Ma sapete quanto è testarda! Secondo me insistere non farà che peggiorare le cose. Dovremmo evitare di intrometterci, altrimenti la spingeremo ancora di più tra le sue braccia».

Il sultano annuì sentendosi sconfitto.

«Ma adesso basta parlare di Nadâ, godiamoci questo pomeriggio insieme» gli sussurrò Jasmine in un orecchio.

La rugiada del desertoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora