La mattina seguente Osman si svegliò di ottimo umore. Durante la notte gli era mancata Nadâ, ma il pensiero che presto sarebbe stata sua moglie lo rallegrava. Non riusciva ancora ad abituarsi all'idea. Aveva baciato la sua migliore amica e si era rivelato il bacio più bello che avesse mai dato in vita sua. Aveva avuto molte donne e si era divertito parecchio, ma con nessuna aveva mai provato un piacere così intenso. Le sue labbra morbide sembravano fatte a posta per combaciare con le sue.
Sarebbe stata la moglie perfetta: bellissima, intelligente, dolce, passionale, sapeva ballare e cucinare e soprattutto lo conosceva meglio di chiunque altro e lo amava sul serio. Era la persona di cui Osman si fidava di più, l'unica che avesse mai amato veramente. Come aveva fatto ad essere così stupido da non pensarci prima a chiederle di sposarlo? Al pensiero di averle chiesto di trovargli la madre perfetta per i suoi eredi provò una fitta dolorosa nel petto per i sensi di colpa. Eppure lei lo amava così tanto che aveva accettato di aiutarlo e si era impegnata al massimo pur di renderlo felice. Quante persone sono capaci di mettere da parte la propria felicità per coloro che amano? Purtroppo ormai Osman non poteva tornare indietro e cambiare le cose, ma promise a sè stesso che ogni giorno della propria vita si sarebbe impegnato al massimo per renderla felice.
Mente effettuava queste riflessioni, Pyale lo avvisò di una visita. Il suo cuore accelerò immediatamente nella speranza che si trattasse di Nadâ, ma se fosse stata lei non si sarebbe fatta annunciare, ormai lì era di casa.
Quando il servitore comunicò che si trattava di Jasmine, il cuore del sultano cominciò a battere ancora più forte. Perché era lì di buonora, e se fosse successo qualcosa a Nadâ? In fondo lui era destinato a perdere sempre le persone che amava, la sua felicità durava sempre solo pochi istanti fugaci.
Trasse un profondo respiro per calmarsi e invitò Pyale a fare entrare la sua ospite.
Jasmine entrò sorridendo radiosamente. Era bellissima come sempre, ma non era Nadâ, nessuna era all'altezza della sua futura moglie.
Osman invitò la ragazza ad accomodarsi di fronte a lui, mentre i suoi neuroni lavoravano freneticamente interrogandosi sulle motivazioni di quella visita.
«Buongiorno mio sultano!» esclamò Jasmine osservandolo con uno sguardo ammaliante.
Osman non vi prestò molta attenzione e la sollecitò bruscamente ad esporre il motivo della propria visita.
«Io voglio molto bene a Nadâ, è come una sorella per me, ma tengo anche a voi e temo stiate commettendo un errore!».
«Che intendete dire?» chiese Osman con aria interrogativa?
«So che avete promesso a Nadâ che sarà la vostra unica donna, ma temo che ciò nuocerà a voi e che potrebbe indebolire il vostro potere».
«Non sono uno stupido, so ciò a cui vado incontro e so che andrà tutto bene. Mi fa piacere che vi preoccupiate per me, ma è tutto sotto controllo. Nadâ ha già sofferto tanto e merita di essere felice».
«è molto nobile da parte vostra, ma se vi ama davvero dovrebbe essere disposta a sacrificarsi per il vostro bene. Ho provato a farla ragionare, ma non mi ascolta».
«Probabilmente voi non riuscite a capire perché non siete mai stata innamorata. Quando vi succederà capirete...».
Jasmine replicò cercando di mantenere la calma, stava cominciando a spazientirsi. «Io non sono per nulla d'accordo! Amare significa anche sacrificarsi per il bene dell'altro. E se non dovesse darvi eredi che farete?».
«Di questo io e lei abbiamo già discusso. Se si dovesse presentare un'eventualità simile, allora sarò costretto a giacere con altre donne».
«Potrei darvi un suggerimento?» chiese Jasmine. Il sultano fece un piccolo cenno con la testa per invitarla a proseguire.
«Io vi auguro di avere tanti splendidi bambini, ma se si presentasse una tale eventualità, forse dovreste scegliere me come madre dei vostri figli. Non lo dico per egoismo, sebbene sia ovvio che mi piacerebbe molto essere vostra concubina o addirittura sposarvi. Lo dico per il bene di Nadâ. Se ci riflettete bene, non riuscire a darvi un erede sarebbe per lei un dolore incommensurabile. Se avesse al suo fianco un'amica che la supporta, non infierisce e non le fa pesare la situazione, la aiuterebbe ad affrontare meglio la cosa. Non credete?».
Osman riflettè un istante, accarezzandosi il mento. «Si, ciò che proponete potrebbe avere un senso».
«Quindi ho la vostra parola che sarò la prima scelta se dovesse presentarsi questa eventualità?».
Il sultano annuì e tese il braccio verso la ragazza. Jasmine si sforzò di trattenere un sorriso e guardandolo negli occhi gli stinse la mano per sugellare il loro accordo.
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La rugiada del deserto
ChickLitDopo la morte del padre, Osman si trova a dover ricoprire il ruolo di sultano. Spaventato dal difficile compito che lo attende, temendo di non essere all'altezza, trova conforto nella sua migliore amica Nada, alla quale chiede di aiutarlo a trovare...