Dopo aver ricevuto un messaggio nel quale Osman le annunciava di essere sulla via del ritorno, Nadâ cominciò a trascorrere tutte le giornate affacciata alla finestra, sperando di vederlo arrivare. Non sapeva quanto fosse lontano e quanto tempo avrebbe impiegato a tornare. Si sentiva in ansia ed eccitata allo stesso tempo. Era trascorso più di un anno dall'ultima volta che lo aveva visto, nel frattempo erano accadute così tante cose. Chissà se era cambiato e se la desiderava ancora come l'ultima volta che si erano visti. Perché si era addormentata in camera di Omar invece di trascorrere la notte con lui?
Finalmente, dopo dieci giorni scorse in lontananza delle figure che avanzavano verso il palazzo in groppa a dei cammelli. La donna li osservò a lungo cercando di scorgere Osman tra le sagome, ma erano troppo lontani. All'improvviso un braccio le cinse le spalle.
«Ti consiglio di andare a farti bella!» commentò Omar.
«Perché? Non ho un bell'aspetto?» chiese lei in preda al panico.
Il fratello del sultano scosse la testa. «Temo proprio di no». Poi scoppiò a ridere notando l'espressione preoccupata sul volto della ragazza.
Nadâ gli schiaffeggiò una mano infastidita. «Non sei affatto divertente!».
L'uomo continuò a ridere, per poi stringerla in un abbraccio rassicurante.
Durante quell'anno aveva trascorso molto tempo in sua compagnia ed erano diventati molto affiatati. Ormai non avevano quasi più segreti. Avevano trascorso gran parte del tempo a chiacchierare, scherzare, fare passeggiate. L'uomo le aveva dipinto numerosi splendidi ritratti, ma solo uno sarebbe stato destinato al fratello, gli altri li avrebbe tenuti, anche se probabilmente Osman non ne sarebbe stato felice. Era molto geloso e possessivo.
Man mano che i viaggiatori si avvicinavano, Nadâ e Omar cominciavano a distinguere le sagome di Osman, Jafar e le altre guardie del sultano, ma non riuscivano a capire chi fosse la donna che viaggiava con loro. L'ultima volta che Osman era stato in guerra aveva portato delle schiave ed in più occasioni alleati gli avevano donato donne per popolare il suo harem. Le sue concubine venivano istruite e svolgevano diversi compiti, si occupavano di contabilità e altre faccende, non era detto che il sultano si intrattenesse con loro, ma per qualche motivo la vista di questa nuova donna al seguito di Osman la infastidiva parecchio.
Non appena finalmente il sultano e i suoi accompagnatori raggiunsero il palazzo, Omar, Nadâ e Ahmelek gli andarono incontro.
La fanciulla aveva immaginato di correre verso di lui e saltargli addosso, ma la vista della sconosciuta insieme ad Osman l'aveva infastidita e indotta a mostrarsi fredda.
Il sultano scese dal cammello e subito si diresse verso Nadâ, seguito a breve distanza dalla ragazza che aveva portato con sé.
«Oh, allora è lei!» commentò la fanciulla facendolo voltare. Solo allora il sultano si rese conto che la ragazza lo aveva seguito.
«Si, lei è Nadâ» affermò sorridendo. «Lei invece è Buthayna» aggiunse rivolto alla sua amata per presentarle la nuova arrivata.
Poi diede disposizioni ad Ahmelek per condurla nell'harem ed entrò dentro il palazzo insieme ad Omar e Nadâ.
Salutò affettuosamente il fratello e gli propose di vedersi in seguito per chiacchierare, poi trascinò Nadâ in camera da letto.
«Che succede?» le chiese con un tono severo, tentando di nascondere la propria preoccupazione.
«Niente! Che vuoi dire?» rispose lei.
«è questo il modo di accogliermi? Dopo più di un anno che non ci vediamo pensavo saresti stata contenta di vedermi!».
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La rugiada del deserto
ChickLitDopo la morte del padre, Osman si trova a dover ricoprire il ruolo di sultano. Spaventato dal difficile compito che lo attende, temendo di non essere all'altezza, trova conforto nella sua migliore amica Nada, alla quale chiede di aiutarlo a trovare...