Passarono due giorni e sia [T/N] che Chan erano in condizioni migliori. Lei non avrebbe classificato loro stessi come amici intimi o altro, ma dopo le sue scuse sul tetto due giorni prima e il costante fastidio di Jungsoo per perdonare Chan, scoprì che parlavano più spesso e lui sembrava meno lunatico nei suoi confronti.
- Ancora non capisco dove sbaglio qui. - Mugugnò lei sul suo quaderno mentre Chan segnava una gigantesca "X" accanto all'equazione che pensava di aver risolto.
- Onestamente, neanche io capisco. Come fai a non capire le equazioni di base? - La prese in giro.
- Forse perché non ho mai prestato attenzione quando mi è stato insegnato la prima volta! - Roteò gli occhi mentre lui mordeva la parte superiore della penna che stava usando per correggere i suoi errori.- Potresti tipo, non morderla? Mangiamo il cibo per un motivo.》 Lo rimproverò, strappandogli la penna di mano. Non voleva ammetterlo, ma qualcosa nel modo in cui la penna riposava tra le sue labbra le sembrò molto attraente. Aprì la bocca per vendicarsi ma si fermò, ricordando che stava cercando di migliorarsi.
- Hai ragione. - Sfilò il suo miglior sorriso per coprire il suo lieve fastidio.
- D-davvero? - Chiese sorpresa, non aspettandosi quella risposta. Le arruffò i capelli e le restituì il quaderno con una nuova equazione da completare.- Prova di nuovo, ma questa volta fallo con gli occhi aperti, di solito aiuta. - Chan rise della sua espressione irritata che non poteva fare a meno di trovare adorabile. La guardò intensamente mentre le sue sopracciglia si aggrottavano confuse per i numeri e le lettere scarabocchiati sulla pagina.
- What the heck is this crap? - Borbottò in inglese, non aspettandosi che Chan capisse.
- This "crap" would be basic maths, sweetie. - Sogghignò mentre il viso di lei si contorse in un'espressione di orrore per il suo inglese perfetto.
- You weren't supposed to understand that! - Si difese.
- I didn't think I was supposed to but oh well, here we are speaking English. - Chan rise forte, il suono riempiva l'aria sul tetto. Guardò il ragazzo seduto a gambe incrociate di fronte a lei.
- Non smetti mai di stupirmi, Chan. - Scosse la testa incredula mentre un piccolo sorriso si allargava sul suo volto. Lui tornò a fissare giù in grembo, cercando disperatamente di nascondere il suo viso rosso alla sua affermazione. Il suo cuore batteva all'interno del suo petto e i suoi pensieri diventarono sparsi e poco chiari.- S-sbrigati e risolvila. Devo andare via tra poco. - Balbettò, ancora fissando il suo grembo.
- Non sono passati nemmeno venti minuti da quando abbiamo iniziato che già mi stai abbandonando. - Protestò, lanciandogli rapidi sguardi ogni pochi secondi dal suo trespolo sulla panchina di fronte a lui.- Voglio dire, mi piacerebbe rimanere seduto qui tutta la notte e vederti lottare per semplici equazione di matematica, ma alcuni di noi devono lavorare se vogliono cenare stasera. - Rispose scherzosamente ma la sua affermazione era vera. Si ritrovò a godersi la prima sessione di tutoraggio sul tetto. All'inizio sembrò uno spreco di tempo e fatica, ma una volta che aprì la porta sul tetto per rivelare il volto sorridente di lei, tutto sembrò utile. Qualcosa nel modo in cui il suo viso si illuminava quando pensava che la sua risposta fosse giusta gli sembrava carino. Gli piaceva persino la serie di parolacce che mormorava sottovoce ogni volta che correggeva i suoi errori.
- Allora resta. - Disse così piano che qualsiasi rumore improvviso lo avrebbe nascosto.
- [T/N], non posso. - Le sospirò, osservando il modo in cui la sua mano si muoveva attraverso la pagina mentre completava l'equazione. Non rispose, semplicemente gli consegnò il foglio prima di riporre le penne nel suo astuccio. Non sapeva perché glielo avesse detto. Per lei, era fuori dal personaggio e la faceva sembrare bisognosa ma sinceramente non voleva stare da sola o tornare a casa da suo padre, il quale era ancora arrabbiato con lei per aver saltato la scuola Martedì.
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Faded // Bang Chan (ITA) ✓
FanfictionLei era la nuova studentessa. Lui era una persona solitaria. Lei piaceva molto. Lui veniva frainteso. Lei lo trovò interessante. Lui non voleva averne niente a che fare. - Le persone sono come le medicine. Le usiamo per curare noi stessi per sentirc...