Capitolo 18 - Incolpando il bullo

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- Han Jiyeon? Sei davvero tu? - Squadrò la ragazza alta, non credendo che potesse davvero essere lei. Sembrava così diversa con i suoi capelli biondi e il suo corpo snello, quasi irriconoscibile.
- Sorpresa? - Replicò la ragazza, un'aura altera circondava la sua presenza.
- Voglio dire, s-sei stupenda. - Si complimentò seriamente, sentendosi dispiaciuta quando le vennero in mente i ricordi della sua vita passata da bullo.

- È tutto ciò che hai da dire? - Chiese Jiyeon mentre sollevava un sopracciglio. Jungsoo era teso nella sua posizione dietro di lei, incerto sul fatto di intervenire e prevenire qualsiasi dramma o rimanere lì a guardare. Si sentiva responsabile di quell'evento e in quel momento desiderò non aver ficcato il naso nei suoi precedenti ricordi scolastici.
- Beh... m-mi dispiace per come ti ho trattata. Non sono stata molto cari... - Cominciò, ma venne interrotta da Jiyeon che stava diventando molto impaziente.
- Non sei stata molto carina, eh? Che eufemismo! Non hai assolutamente idea di cosa mi hai fatto passare ogni maledetto giorno! - Scattò Jiyeon, piegando le braccia in modo intimidatorio. Era a corto di parole e, per una volta, lo era anche Jungsoo.

Sapeva che difenderla sarebbe stata una decisione stupida, non solo lei avrebbe protestato contro il suo aiuto, ma come avrebbe potuto difenderla quando lei aveva causato così tanta sofferenza a qualcun altro. Quella era una situazione in cui volentieri non si sarebbe intromesso.
- So che le mie scuse sono un po' in ritardo ma sinceramente mi pento di quello che ti ho fatto, Jiyeon. - Chinò la testa, troppo spaventata per incontrare gli occhi della ragazza che aveva maltrattato così duramente.
- Sai cosa c'è di strano? Ho sempre sognato il momento in cui ti saresti finalmente scusata per l'intero anno di tormento che mi hai causato, ma ora che è arrivato, non è così soddisfacente come sarebbe dovuto essere. - La derise. Alzò lo sguardo sulla ragazza che non sembrava più così debole e inferiore.
- Mi dispiace così tanto. Sono contenta che tu ora stia bene. - La sua voce si incrinò mentre respingeva le lacrime che spingevano a riversarsi. Si pentì di molti aspetti della sua vita a Daegu prima di trasferirsi a Londra e poi a Seoul, ma il suo più grande rimpianto fu di gran lunga quanto avesse trattato male Jiyeon e in che modo avesse influenzato più vite di quanto non avesse fatto con la propria.

Pensava che non avrebbe mai più visto Jiyeon, fare le valigie e trasferirsi a Seoul sembrò un modo così sicuro di nascondere il suo passato, eppure uno dei suoi più grandi rimpianti era ora di fronte a lei.
- Bene? Mi ci sono volute sei sessioni di terapia, il trasferimento in altre scuole, la perdita di peso e un tentativo di suicidio per farmi stare bene con la mia vita, eppure a te ci è voluto un incontro casuale per farti sentire dispiaciuta! Sei davvero un bel tipo! - Il tono aspro di Jiyeon la colpì nel cuore, demolendo lentamente il controllo sulle sue emozioni.

- Mi hai reso la mia vita un inferno! Hai idea di quante notti sono rimasta sveglia a piangere fino a quando il mio cuscino non fosse zuppo? Hai idea di quanto mi sentissi di merda? Non ce l'hai, vero? Eri troppo occupata ad essere quella che piaceva a tutti che ti sei dimenticata di me e della nostra amicizia. - Urlò Jiyeon mentre lacrime calde cominciarono a scorrere lungo le guance di [T/N].

- Forse dovremmo solo rimanere calmi, okay? - Dichiarò Jungsoo dalla sua imbarazzante posizione dietro la scena tesa. Poteva vederla sul punto di piangere istericamente e non voleva davvero vedere, non importava quanto meritasse quello che stava ottenendo in quel momento. Jiyeon alzò un sopracciglio verso il ragazzo, risparmiandogli un sorriso sarcastico prima di posare le mani sui fianchi. - E tu saresti? - Chiese lei, squadrandolo.
- Jungsoo. Sono un suo compagno di classe. - Si presentò, tendendo la mano. Gli occhi di Jiyeon si spostarono sulla sua mano prima che lei la prendesse nella sua e la strinse delicatamente.

- So che se lo merita, ma qui non è il posto adatto. - Jungsoo fece un cenno alle numerose tombe della zona ed entrambe le ragazze si voltarono per guardarsi intorno prima di annuire.
- Ti ha detto la verità? - Jiyeon la guardò con stupore il quale si trasformò rapidamente in uno sguardo torvo quando Jungsoo scosse la testa.
- Mio ehm- mio padre è il vice preside della nostra scuola, ho visto il suo fascicolo e l'ho letto. È così che so cosa ti ha fatto. - Jungsoo si sentì leggermente imbarazzato non solo per aver ammesso che suo padre aveva un legame con la scuola in cui era popolare, ma che aveva rubato anche il suo fascicolo.

- Allora sai esattamente perché anche lei si è trasferita! - Concluse Jiyeon, mettendo insieme le conoscenze di Jungsoo nella propria mente. Non voleva ammetterlo, ma sapeva più di quanto gli interessasse lasciar andare una delle due ragazze. Inizialmente intendeva utilizzare le informazioni in seguito come mezzo di ricatto, ma ora si sentiva diversamente. Guardandola mentre si trovava nel suo stato vulnerabile e silenziose lacrime le scendevano sul viso mentre le mani le tremavano ai fianchi, tutto ciò che voleva fare era nascondere il suo passato dal mondo e tenerla al sicuro.

- So cosa devo sapere. Non sono qui per difendere i suoi errori, ma sono qui per piangere per una persona a me cara, quindi apprezzerei se voi due poteste farlo un'altra volta. - Rispose Jungsoo con un sorriso forzato, quando improvvisamente realizzò qualcosa.

_______

- Come diamine conosci Inho?

- Ho avuto la sensazione che ti avrei visto ad un certo punto. - Dongwoo sorrise mentre usciva dalla porta di casa, permettendo a Chan di entrare.
- Sono contento che questa non sia una visita inaspettata allora. Non la vorremmo ora, no? - Rispose sarcasticamente mentre seguiva Dongwoo nel grande soggiorno.

- Immagino che si tratti di quello che hai trovato nella mia stanza l'altro giorno. - Qualcosa nella risposta calma di Dongwoo spaventò Chan. Aveva sempre trovato Dongwoo intimidatorio e la sua posizione rilassata sul divano bianco lo faceva solo sembrare più minaccioso, come se potesse scoppiare da un momento all'altro e inghiottire Chan in un mondo di caos, proprio come aveva fatto due anni prima.

- Lo sapevi? - La domanda gli lasciò la bocca prima che potesse elaborare quello che stava dicendo, ma Dongwoo si comportò con disinvoltura, senza sembrare preoccupato del fatto che Chan avesse ficcato il naso nella sua camera da letto.
- L'avevo premeditato. Volevo che la trovassi. - Mentì Dongwoo, era un campo in cui aveva molta esperienza. Chan sentì una sensazione di disagio al centro dello stomaco, ma la spinse via, scegliendo di non mettere in discussione la palese menzogna di Dongwoo. Aveva sempre saputo che tra tutti i ragazzi del gruppo di Kangdae, Dongwoo era diverso; era più silenzioso, più intelligente, più pericoloso.

- Chan, sei intelligente. Sai che mostrare a qualcuno quella lettera non ti aiuterà in alcun modo. Dovresti semplicemente distruggerla o restituirmela. - Gli ordinò Dongwoo ma qualcosa dietro lo sguardo nei suoi occhi disse a Chan che era importante per lui. Perché, Chan non era sicuro, ma qualcosa riguardo alla leggera disperazione dietro l'espressione di Dongwoo gli sembrò ovvio, dimostrando che la lettera chiaramente conteneva qualcosa su di lui.

Poi, Chan ricordò qualcosa che adattava la situazione. - Stai proteggendo Bora! - Esclamò, saltando dal suo posto sul divano. Dongwoo sembrò in preda al panico per un momento, confermando che la svolta di Chan era vera, prima di ritrovare la sua precedente compostezza.

- Ora tutto ha un senso. La stai proteggendo! Avevi la lettera in modo che nessuno potesse trovarla. Ho ragione, vero? - Chan non riuscì a combattere il sorriso che superò i suoi lineamenti mentre i suoi pensieri confusi andavano a posto, creando possibili risposte al puzzle che rimaneva ancora irrisolto.

- Non proteggeresti la ragazza che ami? Odierei veder accadere qualcosa a quella tua preziosa [T/N], o lei appartiene a Jungsoo adesso? - Dongwoo rise maliziosamente, osservando il volto compiaciuto di Chan contorcersi dall'orrore. Sentì una calda sensazione gorgogliare nello stomaco mentre il suo cuore iniziava a pulsare.
- Lei... lei non è quella che amo! - Rispose, ma sembrava più una domanda che un fatto nel suo stato agitato.

Chan si maledisse mentalmente per aver lasciato in testa le parole di Dongwoo, gettandolo fuori rotta. Invece di pensare a Inho e alla lettera si ritrovò a chiedersi cosa gli stesse facendo e con chi si trovasse.

- Molto convincente. - Lo stuzzicò Dongwoo roteando gli occhi. Non aveva mai saputo dei sentimenti di Chan per Bora. Le uniche persone che avevano conosciuto la verità erano Bora e [T/N], ed era così che Chan pianificò di mantenerla segreta. Non aveva alcun dubbio sul fatto che, se Dongwoo sospettasse che qualcuno provi dei sentimenti per la sua ragazza, sarebbero rapidamente ricoverati in ospedale.

- Non si tratta di [T/N] nè tantomeno di Bora! Come hai ricevuto quella lettera? Distruggerò quella dannata cosa se me lo dici, lo prometto. - Chan supplicò il ragazzo in conflitto. Dongwoo sapeva che dire a Chan la verità avrebbe avuto conseguenze, ma non voleva dirgli che avrebbe messo Bora a rischio. In quella frazione di secondo prese una decisione che avrebbe cambiato tutto per Chan e avrebbe fatto affondare il suo cuore già dolorante.

- Non fidarti di [T/N]. Non è chi pensi che sia.

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