Parte 5

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Torno a casa da scuola con le cuffie nelle orecchie e cerco di non farmi notare, non voglio che qualche paparazzo mi scatti qualche foto.
Happy non è potuto venire a prendermi a scuola per quell'impegno personale con mio zio.
Chissà di cosa si tratta e chissà perché mio zio non vuole dirmelo...
Arrivo alla Stark Tower e cerco mio zio per fargli firmare il permesso di una gita che faremo con la scuola.
<Friday, sai dirmi dove si trova mio zio?>
Chiedo alla voce robotica.
< Si, signorina Stark. Si trova nel suo laboratorio.>
<Grazie mille!>
Prendo l'ascensore e premo il bottone per andare nel laboratorio di mio zio.
Si aprono le porte e mi ritrovo in una stanza enorme con tantissime armature di Iron man e con tantissimi fogli sparsi ovunque.
<Capisco... No no, non c'è problema!>
Mio zio sta parlando al telefono con qualcuno e io ,da brava nipote, ascolto tutto senza farmi notare.
< Non è un problema, riusciremo a fermarlo! Io e la mia squadra fermeremo il Capitano, il suo amico criminale e il resto dei suoi aiutanti, a qualunque costo! Sappiamo che ora sono in Germania e che il Capitano e Bucky Barnes sono diretti in Siberia. Cercheremo di capire come vogliono arrivare in Siberia, dopo gli cattureremo e gli sbatteremo in prigione. Sicuramente anche il resto della loro squadra sarà lì con loro.>
Mio zio vuole veramente fare una cosa del genere? Catturare gli Avengers che si sono schierati con il capitano, catturarli e metterli in prigione? Non ci credo che voglia fare una cosa del genere!
< Mi dia solo 48 ore e le catturerò tutta la squadra col capitano, si fidi di me! Tra meno di 24 ore sarò in Germania.>
Non può dire sul serio! Vi prego ditemi che è un brutto scherzo!
<Grazie a lei, arrivederci!>
Mio zio toglie il telefono da vicino l'orecchio e si va a sedere sulla sedia girevole vicino la sua scrivania.
Si mette le mani tra i capelli e sbuffa.
Mi avvicino a lui e si mette composto come se non avesse mai avuto una conversazione del genere. Come se tutto andasse bene.
< Tessa! Cosa fai qui? Hai bisogno?>
Mi fermo davanti la scrivania e lo guardo dritto negli occhi.
< Sono qui per farti firmare la liberatoria per andare in gita.>
Gli poso la liberatoria davanti e lui prende subito una penna.
< Certo! Te la firmo subito. Wow! Andate a Washington! Bella città, ma preferisco stare a New York.>
Firma la liberatoria e me la ripassa.
< Hai bisogno d'altro?>
Chiede posando la penna sulla scrivania e facendomi un piccolo sorriso.
<Andrai veramente in Germania a fermare il Capitano e metà degli Avengers per dopo mandarli in carcere?>
Gli chiedo senza pensarci due volte.
Il suo sorriso svanisce, mi guarda scioccato e solo dopo qualche secondo riesce a formulare una frase.
< Hai origliato una mia conversazione al telefono?!>
Urla arrabbiato ancora incredulo.
<La domanda l'ho fatta prima io, andrai veramente in Germania a fermare il Capitano e metà degli Avengers per dopo metterli in prigione?>
Ripeto incrociando le braccia senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi.
< Non ti immischiare nelle mie faccende di lavoro!>
Dice innervosito puntando l'indice verso di me.
< Ma questo riguarda anche me! Ti rendi conto di quello che vuoi fare? Il Capitano forse sta sbagliando ad aiutare il suo amico, ma ci sarà un motivo, non trovi? Vuoi veramente ammanettare i tuoi amici, persone con cui hai salvato il mondo più di una volta?>
Sembra scioccato dalle mie parole, almeno sono riuscita a farlo riflettere.
< Io e il capitano non siamo amici! Non siamo più nemmeno colleghi! Ora siamo nemici e lo è anche il resto della squadra che si è schierata con lui. La scelta che ha fatto il capitano è molto egoista. Sono il primo a cui non piacciono i federali attorno mentre lavoro, ma abbiamo sbagliato e dobbiamo rimediare i nostri errori, dobbiamo essere rimessi in riga! Un nostro minimo sbaglio può costare la vita di una o più persone. Io voglio salvarla la gente non voglio ucciderla!>
Non so più che dire...
Da un lato ha ragione, ma mi ricordo anche le parole che mi aveva detto il capitano sabato sera.
Non so a chi dare ragione è una situazione talmente intricata che sembra ingestibile.
< Ti prego zio Tony! Non andare in Germania, sai già che peggiorerai le cose. Ti prego... Siamo sempre riusciti a risolvere le cose insieme, il mondo ha bisogno degli Avengers uniti! Se siete riusciti a salvare il mondo più di una volta è solo perché eravate uniti!>
Dico disperata con le lacrime agli occhi. Non poteva finire così.
Il mondo ha ancora bisogno degli Avengers!
< Mi spiace Tessa, ma ormai ho già deciso... Andrò in Germania e fermerò il capitano.>
Come previsto, mio zio non ha cambiato idea, ma se lui e la squadra vanno in Germania, ci vado anch'io!
Cercherò di calmare la situazione anche se so già che sarà inutile, ma come mi ha detto Fury, non devo arrendermi.
< Ora devo andare, ho un impegno molto importante. Per favore non immischiarti in queste situazioni.>
<Dove vai? Posso venire con te?>
Chiedo cercando di capire come faranno a fermare il Capitano.
< Vado nel Queens e no, non puoi venire con me.>
È inutile insistere, non mi farà mai venire con lui.
< Nel Queens? Cosa vai a fare di nuovo nel Queens?>
< Non sono affari tuoi, come ti ho già detto, non ti immischiare in queste cose!>
È arrabbiato perché ho origliato la chiamata, ma cosa ci posso fare? Non è colpa mia se sono arrivata nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Appena mio zio è uscito dalla Stark Tower, sono andata in camera mia a prepararmi una piccola valigia con il minimo indispensabile per il viaggio in Germania.
Non m'importa se mio zio ha detto di starne fuori, io andrò in Germania e cercherò di calmare la tempesta che si è creata. A qualunque costo!

La storia di Tessa Stark (Spider-Man)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora