Parte 54

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Il giorno dopo abbiamo deciso di andare a fare un giro in bicicletta per l'isola. Il vento è molto forte e il mare è molto mosso, ne abbiamo profittato per farci un giretto.
Ora ci siamo fermati per bere una granita, sono già le 16:42. È incredibile come vola il tempo.
< Buona?>
Mi chiede Peter.
< Buonissima! La granita al limone è fantastica!>
Faccio un altro sorso e la porgo a Peter.
< Vuoi assaggiare?>
Prende la cannuccia tra le labbra e ne assaggia un po'.
< Molto dolce! Assaggia la mia.>
Mi porge il bicchiere e assaggio un po' della sua granita alla menta.
< Buona anche la tua!>
Peter prende la macchina fotografica e mi scatta una foto.
Improvvisamente sento una goccia d'acqua cadermi in testa, poi un'altra e un'altra ancora.
Sta iniziando a piovere!
< Ci conviene andare...>
Annuisco e raggiungiamo le bici mentre altre goccie iniziano a cadere.

Pedaliamo fino a casa ed è iniziato un temporale, un temporale molto forte.
Appoggiamo le bici vicino all'ingresso ed entriamo in casa.
Siamo completamente zuppi tanto che io riesco a strizzarmi i capelli.
< Per fortuna non eravamo molto lontani.>
Dice Peter mentre chiude la porta dietro di sé.
Ho i brividi di freddo e Peter se ne accorge.
< Vado a prenderti un asciugamano.>
Lo ringrazio mentre lui va verso la camera.
Ma solo ora ricordo...
I teli da mare, i vestiti di ieri, le creme solari, la mia borsa da spiaggia e altri oggetti da mare...
Sono fuori sotto il gazebo!
Corro verso la porta finestra che si affaccia al mare e vado sotto al gazebo.
Tutto è zuppo e pieno di sabbia.
< Cacchio!>
Il vento è diventato più forte, un fascio di luce colpisce il mare e tuono improvviso mi spaventa.
Che temporale violento!
Controllo se qualcosa si è salvato dalla pioggia, ma niente da fare. Tutto è completamente bagnato.
Improvvisamente una mano mi tocca la spalla, mi volto di scatto ancora impaurita.
< Tessa! Mi hai fatto preoccupare!>
Fortunatamente é Peter, bagnato quanto me e ha il viso preoccupato.
Il gazebo ci copre un po' dalla pioggia.
Questo temporale è veramente forte!
Mi abbraccia forte per riprendersi dallo spavento e io ricambio.
Appena ci stacchiamo lo guardo negli occhi e sto per dirgli il motivo per cui sono venuta fuori, ma lui mi bacia con passione.
Non capisco il perché lo stia facendo, ma non mi lamento di certo. Le sue labbra sono calde e anche le sue mani che mi stringono nuovamente a lui. Le gocce di pioggia colano sui nostri visi e sui nostri corpi, il vento è diventato ancora più forte.
Si stacca da me e mi guarda ancora preoccupato.
< Ho visto la porta spalancata, il temporale è aumentato e tu non c'eri più. Ti ho chiamato, ma non mi rispondevi e mi sono preoccupato.>
Gli do un'altro piccolo bacio.
< Sono qui, volevo vedere se si era salvato qualcosa, ma ormai è tutto bagnato e pieno di sabbia.>
Mi passa una mano sulla guancia e mi lascio coccolare.
< Tessa, stai tremando. Entriamo in casa.>
Mi prende per mano e corriamo dentro.

Mi mette l'ascigamano intorno alle spalle e mi abbraccia forte per riscaldarmi.
< Peter, copriti pure tu.>
< Ora mi copro, ma tu vatti a fare una doccia calda. Sei gelida!>
Annuisco, ma poi sento il cellulare squillare. Sarà come sempre mio zio.
< Vai prima tu, io rispondo alla chiamata.>
< Va bene, ma dopo fatti una doccia molto calda!>
Mi da un bacio sulla fronte e si dirige in camera mentre io rispondo alla chiamata.

Esco dalla doccia con i capelli bagnati e mi copro con un asciugamano.
Mi asciugo in fretta e mi metto un intimo nero di pizzo che ho messo in valigia.
Asciugo un po' i capelli con un asciugamano più piccolo finché non diventano umidi, ma almeno non sono bagnati.
Prendo L'arnica, una crema che serve per i lividi, e inizio a spalmarla sulle braccia dove Peter per sbaglio mi ha lasciato i segni. Sento il mio ragazzo entrare in camera e mi raggiunge in bagno.
< Scusa, non dovevo venire.>
Dice imbarazzato distogliendo subito gli occhi dal mio corpo. Sinceramente non mi vergogno più a farmi vedere solo in intimo da lui.
Sta per andarsene, ma io lo blocco prendendogli il polso.
<Peter, non preoccuparti. Hai bisogno?>
<Volevo vedere solo come stavi.>
Evidentemente sente le mie mani unte di crema e guarda il barattolo vicino al lavandino.
Sa bene a cosa serve, gliela metto quando la sera viene a darmi la buonanotte dopo aver combattuto un criminale.
< Serve una mano?>
Mi chiede gentilmente.
< Posso fare da sola.>
Dico dandogli un bacio sulla guancia.
< Tu mi curi sempre, lascia che sta volta ti curi io. Sono pur sempre dei lividi che ti ho fatto io.>
Non riesce a mandarla giù questa storia, si sente troppo in colpa.
< Se ti fa stare meglio...>
Magari "curarmi" lo aiuta a sentirsi meglio e gli toglie i sensi di colpa.
Gli passo il barattolo di crema e mi fa un piccolo sorriso. Prende un po' di crema e inizia a massaggiarmi la spalla facendo movimento piccoli, lenti e circolari. Vedo il suo sguardo concentrato, sento il suo tocco delicato e il suo respiro caldo arriva sul mio collo.
Quando ha finito mi bacia la spalla, come si fa con i bambini quando gli metti il cerotto. Prende altra crema, si mette in ginocchio e me la spalma sul livido che ho sul ventre.
Trattengo per un po' il fiato per non gemere, il livido è poco più sù del mio intimo nero. Il suo tocco e il suo respiro caldo mi fanno venire i brividi.
Una volta che ha finito mi bacia proprio come ha fatto con la spalla e dalla mia bocca esce un gemito strozzato.
Torna in piedi e per ringraziarlo gli do un bacio, un bacio che pian piano si fa sempre più passionale.
Metto le mani intorno al suo collo mentre lui mi prende da sotto le coscie e mi fa salire sul ripiano freddo in pietra. Gli metto le mani sotto la cannotiera bianca e sento i suoi addominali.
Improvvisamente sembra risvegliarsi.
< Tessa, non possiamo... Non voglio farti male.>
Abbassa lo sguardo e cerca di andarsene, ma io lo trattengo tenedogli le braccia intorno al collo.
< Peter, ti prego...>
Non mi guarda, se mi guarda sa bene che cederebbe.
< Non mi interessa cosa succede, sono pronta a sopportare qualsiasi dolore pur di rivivere la felicità e l'amore che solo tu mi dai.>
Ancora non mi guarda.
< Sta volta non mi farai male, ne sono più che certa. Mi fido di te!>
Torna a guardarmi e vedo lo stesso desiderio che aveva l'altra sera.
< Ti prego...>
Mi avvicino col viso al suo e appoggio la fronte sulla sua.
Non dice niente, ma inizia nuovamente a baciarmi con foga. Mi accarezza le coscie mentre io gli tolgo la maglietta facendola cadere da qualche parte sul pavimento. Mi prende in braccio e io istintivamente metto le mie gambe intorno alla sua vita.
Mi porta davanti al letto, mi posa e io gli tolgo i pantaloni. Mi fa distendere sul letto e lui si mette sopra di me.
Prima di toglierci il resto del tessuto Peter ferma il bacio.
< Se dovessi farti male... i-io non...>
Non finisce la frase, ma capisco ciò che vorrebbe dirmi.
< Non mi farai male, mi fido di te!>
Faccio unire le nostre labbra e iniziamo a mostrarci tutto l'amore che proviamo l'un l'altra e anche sta sera devo ringraziare mio zio per aver messo quei maledetti preservativi nella mia valigia.

< Grazie...>
Alzo la testa dal petto di Peter e lo guardo.
< Per cosa?>
Chiedo confusa.
< Per tutto! Sono così fortunato ad averti.>
Mi avvicino alla sua bocca e gli stampo un bacio.
< No, sono io fortunata ad avere te.>
Gli stampo un altro bacio.
< Ti amo Peter Parker.>
Mi fa un largo sorriso mentre passa una mano sui miei lunghi capelli castani.
< Ti amo Tessa Stark.>
Mi appoggio nuovamente al petto di Peter e traccio piccoli cerchi immaginari sui suoi pettorali finché non mi addormento felice.

2 giorni dopo
La settimana finisce e, purtroppo, anche la vacanza. Prendiamo l'aereo e torniamo a New York.
Una volta prese le valigie, andiamo verso l'uscita dove vediamo Happy, May, zio Tony e Pepper. Devo ammettere che mi sono mancati.
< Siete tornati!>
Urla May mentre stritola Peter.
< Come siete abbronzati! State benissimo!>
Afferma Pepper guardandoci e abbracciandomi. Abbraccio Happy e abbraccio anche May.
< Non mi saluti?>
Chiede mio zio togliendosi gli occhiali da sole con un grande sorriso, è felice di rivedermi e anche di rivedere Peter.
Gli ricambio il sorriso e lo abbraccio forte.
< Grazie!>
Dico a bassa voce.
Non mi dice niente, ma mi abbraccia più forte e mi da un bacio sulla testa.
Cosa gli succede?
Da quando mi bacia la testa? In pubblico per lo più...
Happy aiuta Peter a portare le valigie mentre a me mi aiuta zio Tony.
May e Pepper ci tormentano di domande.
"Vi siete divertiti? Vi è piaciuto il posto? Com'era il tempo? Faceva freddo? Avete mangiato? Avete scattato delle foto? Avete messo la crema solare? Vi siete rilassati? Avete avuto problemi?"
Tutto il viaggio di ritorno lo abbiamo passato a rispondere alle domande.
La verità su come è andata questa vacanza?
È stata una favola, siamo partiti uniti ma ora lo siamo ancora di più. Forse il vivere per una settimana da soli ci ha aiutato a rinforzare il nostro rapporto. Il posto era stupendo e la casa era meravigliosa.
Insomma tutto era semplicemente...
Perfetto!

La storia di Tessa Stark (Spider-Man)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora