↬𝚁𝚊𝚒𝚗

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Avevi una bellezza tentatrice
ma quando mi sono avvicinato mi hai punto❞

❝Avevi una bellezza tentatrice ma quando mi sono avvicinato mi hai punto❞

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Piansi più forte, consumando tutte le mie lacrime.
Non potevo crederci. Mi aveva ingannato. 
Guardandomi negli occhi.
Si era approfittato dei miei sentimenti e mi aveva usato per accrescere il suo ego.
Ero questo per lui?
Mi aggrappai con tutte le forze ad Harry, che continuava a tenermi stretto, per paura che avessi potuto frantumarmi... Ed era ciò che stava accadendo.
Avevo perso ogni singolo pezzo di me.

Non esistevo più.
Michael era riuscito ad annullarmi. 
Tutto ciò che mi rimaneva era il vuoto totale e la pioggia.

Quattro mesi prima...

Era un giorno nuvoloso di Novembre.
Amavo la pioggia, mi dava quella sensazione di rigenerazione, come se fosse stata in grado di guarire tutte le mie ferite e smussare i miei angoli. Mi bastava poter rimanere ore accanto alla finestra, ad osservare le gocce che cadevano dal cielo, per riuscire a sentirmi una persona migliore.
Mi convincevo che, quando sarebbe tornato il sole, sarei potuto essere qualcuno di diverso.
Qualcuno senza paranoie, paure e vergogna. Sciocco da parte mia, vero?
Eppure, proprio grazie a quelle semplici goccioline e ad uno scherzo del destino, ho incontrato colui che avrebbe stravolto la mia vita.

Michael Gordon Clifford.

Avevo passato tutto il giorno a girovagare per quelle strade, a me ancora sconosciute, con l'obbiettivo di memorizzare almeno il tragitto verso la scuola che avrei dovuto frequentare il giorno dopo.
Mi ero trasferito in quella fantastica città nella periferia di Sydney, per seguire mia madre nel suo sogno romantico.
Inutile dire che non avevo comunque avuto altre scelte.

Mentre percorrevo i pochi metri che mi separavano dalla mia nuovissima e scintillante casa, mi domandai se la donna responsabile di quel cambiamento repentino nella mia vita fosse stata lì ad aspettarmi, magari senza il suo compagno che mi odiava più di quanto odiasse sé stesso ma che cercava di nasconderlo tramite parole dolci e finti sorrisi. Che ingenuità.

Non avevo nessun ombrello con me, come sempre, d'altronde. Preferivo bagnarmi.
Appena arrivato davanti al vialetto della mia abitazione, mi fermai, aggrottando la fronte.
Dalla finestra socchiusa potevo scorgere delle figure a me estranee, oltre ai due adulti che tanto ci tenevo a vedere.
Quello fu il primo segno del cambiamento futuro del mio mondo.
Il mondo tranquillo, noioso, di routine, che amavo e odiavo allo stesso tempo.
Oggi mi chiedo cosa sarebbe successo se non fossi entrato in casa in quell'istante. Se avessi fatto retromarcia, tornando a godermi la pioggia.
Forse... Forse non sarebbe cambiato proprio niente. O forse sarebbe cambiato tutto.

Facendo meno rumore possibile, aprii la porta di casa, causando però gli sguardi curiosi di tutti i presenti.
Tossii a causa dell'imbarazzo, non sapendo bene come comportarmi. Odiavo trovarmi al centro dell'attenzione, soprattutto in presenza di sconosciuti.
«Lukey, sei tornato! Questi sono i nostri vici- oddio, ma sei fradicio, corri di sopra a cambiarti!»
Mia madre mi si avvicinò alla velocità della luce, squadrandomi da capo a piedi.
Ormai anche lei era a conoscenza di questa mia passione per la pioggia e non capivo come potesse stupirsi ogni volta delle mie condizioni, quando tornavo a casa.

Epiphany || MukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora