↬𝙷𝚊𝚛𝚛𝚢

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O, beware, my lord, of jealousy;
It is the green-ey'd monster, which doth mock
The meat it feeds on. That cuckold lives in bliss,
Who, certain of his fate, loves not his wronger:
But O, what damnèd minutes tells he o'er
Who dotes, yet doubts, suspects, yet strongly loves!❞
-Otello
Shakespeare


Le vacanze di Natale erano finite e, sinceramente, non mi dispiaceva tornare a scuola.
Avrei visto ogni giorno i miei amici e una persona in particolare.
Non sapevo ancora come definire Michael... Insomma, sì, tecnicamente eravamo "amici" ma puoi davvero considerare come tale la persona che ti piace? No, almeno non nella tua testa.
Io e Michael non saremmo mai stati amici, lì dentro.
Proprio nella mia mente così masochista, non facevo che ripetermi tutte le frasi che mi diceva, sognando ad occhi aperti come una ragazzina. Ero sempre più convinto che anche lui provasse qualcosa per me, ma avevo paura di essere ferito... Non avrei dovuto sperare troppo.

Una volta finito di preparare lo zaino, afferrai il libro che il rosso mi aveva regalato, scendendo le scale.
Mi ero svegliato piuttosto presto ed ero certo che lui stesse ancora dormendo, quindi avrei aspettato che si facessero almeno le 7:30 prima di bussare alla sua porta.
Feci colazione nel silenzio della cucina, ripensando al momento in cui Michael aveva risposto a tono a William, riguardo le mie passioni da nerd.
Sorrisi inconsciamente.
Dannazione, dovevo smetterla di fare così.
Finii in fretta i cereali, uscendo di casa e sedendomi sui gradini davanti la porta.
Mi presi qualche secondo per sfiorare la copertina del libro, nonostante lo avessi fatto migliaia di volte.
Proprio quando stavo per aprire al capitolo a cui ero arrivato, il telefono mi vibrò in tasca per l'arrivo di un messaggio. Chi mai poteva scrivermi alle 6:40 del mattino?

"Che cazzo fai alle sei del mattino seduto fuori casa? Aspetti il camion della spazzatura, per caso? Vuoi controllare che facciano davvero la raccolta differenziata?"

Scoppiai a ridere, sorpreso anche dal fatto che fosse già sveglio.

"E tu? Pensavo stessi ancora dormendo"
"Aspetta, come hai fatto a vedermi?"

Mi guardai intorno, fino a quando non notai una sagoma salutarmi con una mano, dietro la finestra di casa Clifford. Aveva ancora i capelli scompigliati e il pigiama, ciò significava che stava davvero dormendo fino a qualche minuto fa.
Lo vidi abbassare lo sguardo sul telefono, digitando qualcosa. Poco tempo dopo, la risposta fu sul mio schermo.

"Ero sceso per un bicchiere d'acqua e ho visto uno svitato fuori"

"Svitato? Ritorniamo alle origini?"

"Nah, moccioso mi piace molto di più. Comunque seriamente, che ci fai lì fuori?"

"Mi sono svegliato troppo presto e, non volendo disturbarti a quest'ora, ho pensato di aspettare che si facesse un orario decente, leggendo"

"Idiota"

Dopo quel messaggio non me ne arrivarono altri.
Aggrottai la fronte, tornando a guardare la finestra ma la sua figura era scomparsa. Probabilmente era tornato a dormire.
Solo dopo una decina di minuti lo vidi uscire di casa, bellissimo come sempre.
Gli rivolsi un sorriso che ricambiò in modo stanco, dato che non si era ancora ripreso del tutto.
«Vuoi aspettare il camion dell'immondizia con me?» alzai un sopracciglio, facendogli spazio sul gradino.
Mi si sedette accanto, sbuffando una risata.
«Era proprio il mio programma per oggi: sveglia alle sei e mezza, conversazione con svitati e attesa di stupidi camion. Oh e non dimentichiamo lei sei ore di inferno a scuola. Che gran felicità»
Ridacchiai per il tono così depresso con cui aveva parlato, dandogli una spallata amichevole.
«La mia parte preferita è la "conversazione con svitati". Sono molto simpatici, sai?»
Gli scappò un sorriso.
«Io non ne conosco nessuno così. L'unico con cui ho a che fare è un rompicazzo precisino»
«Fanculo»
Mi finsi offeso, spostandomi di poco, in modo da mettere distanza tra di noi.
Ridendo, mi tirò nuovamente vicino a lui, puntando lo sguardo sul libro che avevo ancora in grembo.

Epiphany || MukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora