↬𝙷𝚞𝚐

519 54 125
                                    

L'idea che siamo
tanto capaci d'amore
eppure preferiamo
essere nocivi

Se mi aspettavo che Michael mi venisse a parlare dopo il suo strano comportamento di quella mattina? No, nemmeno un po'.
Con lui avevo capito che sperare non serviva a niente, perché avrebbe sempre agito come la testa di cazzo che era. C'erano stati degli episodi che mi avevano stupito, ma erano più rari che altro.
Volevo solo una spiegazione chiara... Capire perché il suo umore oscillasse così tanto quando si trattava di me.
La mia parte da sognatore romantico voleva illudersi che fosse perché un po' gli piacevo ma sapevo che non poteva essere solo questo.

La giornata era quindi passata tra le varie lezioni noiose, un compito a sorpresa di storia in cui Chris sosteneva di essere andata uno schifo e le sue chiacchiere che mi facevano stare meglio.
«Senti Luke... Posso farti una domanda?»
Eravamo seduti sulle scale antincendio della scuola, alla fine delle lezioni; la mora avrebbe avuto il suo solito corso tra qualche minuto e mi aveva pregato di farle compagnia per un po'.
Alla sua richiesta annuii, incerto.
«Ti piace Michael non è così? Intendo... Ti piace piace»
Mi sentii come se fossi stato appena colpito in piena faccia.
Sapevo che la risposta fosse affermativa ma un conto era pensarlo e tenerlo per sé e un altro era dirlo ad alta voce, rendendo tutto più reale.
Deglutii più volte, abbassando lo sguardo sulle mie mani, intente a giocare tra loro.
«Sí»
Negare non sarebbe servito a molto, dato che le mie reazioni parlavano da sé.

Un sospiro uscì dalle sue labbra, mentre si appoggiava con la schiena alla ringhiera che aveva dietro.
Rimanemmo per qualche secondo in silenzio, prima che si alzasse, facendomi portare lo sguardo sul suo viso; questo era rilassato e il sorriso che aveva mi tolse un peso dal petto, che non sapevo nemmeno ci fosse.
Stavo aspettando la sua approvazione? Oppure stavo aspettando che mi dicesse che era una cosa sbagliata?
Qualsiasi fosse la risposta, non fece nessuna delle due cose.
Si limitò ad abbassarsi alla mia altezza, pizzicandomi una guancia in modo amichevole.
«Io sarò sempre dalla tua parte. So che quando si ha una cotta è difficile essere lucidi ed obbiettivi, proprio per questo ti guarderò le spalle e non lascerò che ti ferisca»
Quelle parole mi scaldarono il cuore.
Era una persona meravigliosa.
Annuii, ricambiando il sorriso. Prima che potessi dire altro, si avvicinò maggiormente al mio viso, sussurrandomi all'orecchio delle parole che mandarono quel maledetto organo che pompava sangue direttamente in Siberia.
«Comunque è già da un po' che Michael si sta nascondendo dietro il muro per aspettare che me ne vada. Fai il bravo e non farti ingannare dalle sue parole»
Si staccò, facendomi l'occhiolino, dirigendosi poi verso l'aula del suo corso, spensierata.
Ero in panico.

Non ebbi nemmeno il tempo di prepararmi psicologicamente un discorso o, per lo meno, un insulto da riferirgli, che me lo ritrovai di fronte, in tutta la sua bellezza.
Avevo già la bocca secca per l'ansia.
Il suo sguardo era impenetrabile e non mostrava nessuna emozione sul viso... Almeno non fino a quando si sedette accanto a me.
Non sapevo come sentirmi. Ero arrabbiato? Forse. Ero ferito? Un pochino. Volevo piangere? Dannazione, sì. Volevo baciarlo? Eccome.
«Mi stai consumando la sanità mentale» sbottai, senza neanche pensarci.
Era la pura e semplice verità ma l'averglielo detto mi faceva sentire troppo esposto.
Mi morsi la lingua per non pronunciare altre parole incriminanti, aspettando che fosse lui a fare la seconda mossa.
Gli avevo concesso fin troppo vantaggio.

«Pensi che la cosa non sia reciproca?»
Stop.
Il tempo sembrava essersi fermato.
Ero congelato sul posto e non riuscivo a fare altro se non fissarlo, totalmente spiazzato.
Tutte le emozioni che provavo prima si erano unite in un mix a cui avrei dato il nome di confusione totale. E forse un po' di orgoglio.
«Come scusa? Sei tu quello che si comporta in modo ambiguo. Prima sembri stare benissimo con me e poi mi allontani. E ora eccoti qui, di nuovo a riavvicinarmi. Domani te ne andrai di nuovo? Ma ce l'hai un benedetto manuale di istruzioni?»
Ridacchiò leggermente per la mia frase ma io ero serio. Volevo una spiegazione, volevo capire.
Lo avevo confuso in qualche modo?
Si voltò a sua volta verso di me, mostrandomi quel sorriso tanto bello, per cui perfino gli angeli avrebbero supplicato.
Eppure quel momento durò pochissimo. Una volta incontrati i miei occhi, il sorriso scomparve dal suo viso e la sua espressione si indurí.

Epiphany || MukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora