↬𝙲𝚊𝚖𝚎𝚛𝚊 𝚕𝚎𝚗𝚜

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Non voglio amicizia 
di te voglio tutto❞

❝Non voglio amicizia di te voglio tutto❞

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Quando aprii gli occhi la prima cosa che vidi fu il cielo stellato. E poi il viso di Michael. Troppo vicino.
Cercai di mettermi a sedere, dato che ero sdraiato e avevo la testa sulle sue fottute gambe, ma la fitta alla tempia mi impedí qualsiasi movimento.
«Come ti senti? Hai bevuto parecchio»
Sussurrava, probabilmente per non aumentare la mia emicrania; gliene fui davvero grato dato lo schifo che stavo passando. Non avrei bevuto mai più. Tutta colpa di Jason e della sua fantastica idea. 
A quel pensiero sgranai gli occhi, in panico.
«Cazzo, ma Chris? E Calum? E Ashton? E che cazzo di ore sono? Dove siamo? Ma hai guidato? Almeno eri sobrio? Porca miseria, mia madre mi ammazza» blaterai, rendendomi conto di essere pieno di interrogativi. 

Lentamente, riuscii anche a mettermi a sedere, sotto lo sguardo divertito di Michael. Fantastico, io ero preoccupato e lui se la rideva. Tanto non aveva responsabilità o pensieri questo ragazzo, beato lui.
«Hai detto "cazzo" per due volte di fila, nella stessa frase? La sbronza ti rende una persona dal linguaggio normale?»
Sbuffai, incrociando le braccia al petto e ne approfittai per far vagare intorno lo sguardo: eravamo seduti su una panchina in un parco che non avevo mai visto ma la cosa non mi meravigliava, dato che mi ero trasferito lì da poco.
Tirai fuori il cellulare, costatando che erano già passate le due. Ma quanto avevo dormito?!

«Se ti rende meno bisbetico sappi che sono sobrissimo, non ho bevuto nemmeno dell'acqua. Per quanto riguarda gli altri ho ricevo un messaggio da Calum in cui diceva che sarebbero andati a casa con un taxi, dato che erano in condizioni pietose»
Tornai con gli occhi su di lui, cercando di non accecarmi a causa della luce del lampione, poco distante da noi.
Come dei piccoli flash, mi ricordai di essere andato con cucina con Chris e Jas e poi di essere salito al piano di sopra. Che era successo dopo?
«E io che ci faccio qui con te? Perché non mi hai portato direttamente a casa?»
Mi massaggiai le tempie, non lasciandomi sfuggire però il lampo di consapevolezza che attraversò le sue iridi. C'era qualcosa che dovevo ricordare...?

Fece comunque finta di nulla, stringendosi nelle spalle.
«Ti ho visto mentre uscivi dalla villa, ubriaco marcio. Se non fosse stato per me ti saresti spaccato quel bel nasino contro l'asfalto, moccioso»
Mi lasciai sfuggire un sorriso, contagiato dal suo tono scherzoso.
«Non hai ancora risposto alla seconda domanda»
«Come hai detto, tua madre ti avrebbe ammazzato se ti avesse visto in quelle condizioni. Ho pensato fosse meglio farti riprendere un po' prima»
«Qualcuno qui è premuroso»
«E qualcuno qui voleva finire in coma etilico»
«Esagerato»
«Incosciente»

Rimanemmo in silenzio, come nostro solito, con ancora il sorriso piazzato sulle labbra.
Il mal di testa si stava pian piano calmando ma non riuscivo proprio a ricordare niente dopo aver salito quelle benedette scale.
Alzai gli occhi verso il cielo stellato, sentendo poi un piccolo "click" al mio fianco.
Mi voltai verso Michael, trovandolo intento ad osservare lo schermo del suo cellulare, con un'espressione così dolce che non gli avevo mai visto. Mi sentii sciogliere il cuore.
«Non ti facevo il tipo da foto alle stelle»
Bloccò il telefono, tornando a concentrare la sua attenzione su quei puntini luminosi, facendomi sentire geloso persino dei corpi celesti.
Cosa avrei dovuto fare per essere guardato allo stesso modo da lui? Più che altro, ci sarei mai riuscito?

Epiphany || MukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora