Capitolo 1.

2.2K 189 602
                                    

"Il coraggio più grande risiede nell'essere se stessi; imperfetti, originali, unici."

•Sfortuna sfacciata

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


•Sfortuna sfacciata.

La prima settimana di novembre era andata alla grande per la caffetteria Barry's. Le temperature di un'instabile Chicago erano calate visibilmente e la gente non faceva altro che rifugiarsi in qualsiasi locale dell'angolo, per ritrovare almeno un po' del calore che avevano perso. Inoltre, la quiete che regnava in quel posto donava il giusto relax di cui si ha bisogno accanto ad una cioccolata calda e una fetta di torta. Michaela si stava godendo quella piacevole sensazione con un sorriso sulle labbra piene e un libro di ricette aperto al centro del tavolino, dove la sua mente registrava già il prossimo dolce da preparare in procinto del compleanno della sua sorellina. Sapeva benissimo che l'occasione era solo un pretesto per mettersi a lavoro, ma era più forte di lei; amava cucinare più di qualsiasi altra cosa e dentro di sé coltivava il sogno di aprire una pasticceria tutta sua un giorno.

A quel pensiero sollevò gli occhi azzurri dalla sua tazza fumante e li posò sui passanti che sembravano correre come trottole, cosa che le fece storcere aspramente le labbra. Come sempre la città si preparava ad un imminente weekend all'insegna del divertimento, alcol e qualche sveltina che, a detta loro, li avrebbe aiutati a smorzare lo stress di cui tanto si lamentavano. Oh, ne aveva sentite così tante tra un caffè e l'altro, che era arrivata ad odiare quel genere di persone. Non capiva quale fosse lo scopo di mettersi in ghingheri per due soli giorni e poi ritornare nei propri panni di ipocriti e finti moralisti. Quella costatazione fu accompagnata da un'alzata di occhi al cielo. Lei non era il tipo da indossare finte maschere, preferiva la nuda e cruda verità, anche se in alcuni casi poteva uccidere e ridurre in polvere il cuore. Per non parlare del fatto che mai si sarebbe vista in uno di quei posti da ricconi bisbetici; i suoi jeans sbiaditi e le lunghe maglie per coprire i rotoli indesiderati non l'avrebbero aiutata e non aveva per niente voglia di diventare lo zimbello di tutti quanti. In fondo era meglio così, lei amava la semplicità, s'innamorava delle piccole cose, era così incline alle emozioni che credeva ancora nelle favole e chissà, magari prima o poi, se ne sarebbe avverata una anche per lei.

«Miky, tesoro, possiamo parlarti prima che tu vada?» la moglie del signor Berry le rivolse un sorriso sbiadito, come se nascondesse chissà quale malefatta dietro quella gentilezza spaventosa. «Ci metteremo solo pochi minuti.» non aveva mai usato quella cordialità con lei, l'aveva sempre trattata con diffidenza e con il pensiero fisso che potesse rubarle l'amore del marito.

«Arrivo subito, signora Kate!» il troppo slancio che usò per mettersi in piedi fece traballare la tazza fumante sul tavolino che rischiò di rovesciarsi, ma che prontamente venne afferrata, evitando un ennesimo disastro e lasciando che la ragazza potesse tirare un sospiro di sollievo.

Evitò accuratamente l'occhiata severa che le rivolse l'anziana donna al suo fianco e si limitò a seguirla con fare sconsolato. Una strana quiete aleggiava nell'ufficio del capo, cosa rara e atipica, che subito la costrinse a sentirsi un detenuto al patibolo. Lavorava in quel locale da innumerevoli anni e fu quel piccolo particolare a farla rilassare quando l'uomo davanti a sé le rivolse il più caloroso dei sorrisi spontanei. Le guance paffute e barbute gli donavano un'aria amichevole e confortante, ma le mani che torturavano la pancia rotonda la misero di nuovo sugli attenti. Brutto segno. Negli anni aveva imparato a comprendere ogni suo gesto, forse quello era uno dei motivi della gelosia di sua moglie. Quello che la donna ignorava era che, per Miky, quell'uomo era la cosa più simile ad un padre che aveva. Quello che non aveva mai avuto, quello che avrebbe dovuto rimboccarle le coperte una volta tornato da lavoro e lo stesso che avrebbe dovuto gioire dei disegni che ancora faceva la sua Cris, tutti chiusi in un cassetto per nasconderli agli occhi del mondo. Non li aveva mai mostrati nemmeno a lei. Semplicemente, lui era sempre stato il padre che non aveva preso la decisione di abbandonarle di punto in bianco.

Love Yourself.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora