10. Cambiamento

279 17 10
                                    

Eren's pov

Eren rientrò a casa stanco e assonnato, quel pomeriggio al locale era stato veramente pesante. Inoltre avrebbe dovuto iniziare seriamente a studiare, fare schemi riassuntivi delle lezioni non serviva più a molto dato che i primi esami erano alle porte. Sorrise al pensiero che Levi avesse acquistato per lui una comoda scrivania, un metodo ottimo per incentivarlo.

Si sbottonò i primi bottoni della bianca camicia, appoggiando lo zaino accanto all'ingresso. La casa era silenziosa, benché fossero ormai le sette di sera. I suoi coinquilini sarebbero tornati da lavoro tra non molto e, osservando la lavagnetta attaccata al muro, si accorse che il suo nome per la divisione dei compiti settimanali era ancora scritto in grassetto. Quella sera doveva occuparsi lui della cena quindi, aprendo il frigorifero per controllare quali ingredienti avesse a disposizione, pensò di preparare il katsudon. Era uno dei suoi piatti preferiti, sua madre glielo faceva spesso quando viveva ancora con la sua famiglia. Fortunatamente si sentivano a telefono quasi ogni giorno, altrimenti gli sarebbero mancati troppo. 

Decise di mettersi il grembiule per paura di sporcarsi, legandoselo in vita. Cucinò il riso, per poi friggere la carne dopo averla impanata con cura. D'un tratto udì dei passi leggeri scendere le scale ma non fece in tempo a voltarsi per capire chi fosse, dato che il suo busto venne circondato da due forti braccia facendolo sobbalzare per lo spavento. Levi appoggiò il capo sulla schiena del giovane, non riuscendo ad arrivare fino alle spalle, beandosi del buon odore che emanava. 

''Cosa prepari, moccioso?''. Sempre quello stupido nomignolo che, però, a Eren non dava per nulla fastidio. Anzi, in qualche modo lo trovava affettuoso. 

''Katsudon''. Rispose con un sorrisino soddisfatto. 

L'uomo fece un verso compiaciuto, continuando a stringere il corpo del più piccolo il quale, non aspettandosi quel contatto, arrossì lievemente. Per poco non bruciò la carne, abbassò il fuoco, riuscendo a non far avverare quel pasticcio. D'un tratto la porta d'ingresso si spalancò, rivelando i tre coinquilini mancanti. Sulla faccia di Hanji, notando la scena che le si presentò dinanzi agli occhi, si formò un'espressione maliziosa mente, Petra e Mike, spalancarono gli occhi increduli. Sia per Eren, tornato ad abitare con loro, ma soprattutto per il corvino avvinghiato al ragazzo. 

''Ci siamo persi qualcosa?''. Intervenne Petra, alternando lo sguardo su i due ragazzi a Hanji e Mike per cercare di capire. 

''Evviva l'amore!''. Urlò l'occhialuta, iniziando a saltare attorno alla tavola della cucina. Levi, prontamente, si staccò da Eren e le diede un lieve calcio dietro la schiena, facendola cadere rovinosamente sul pavimento. La donna si rialzò dolorante, massaggiandosi con una mano il punto colpito, ma il sorriso non le svanì dal volto. 

''Sono contento di rivedervi''. Sorrise raggiante Eren. ''Ho preparato la cena''.

''Anche noi''. Risposero Mike, Hanji e Petra all'unisono, avvicinandosi al giovane a stringendolo in un forte abbraccio. Per poco Eren non soffocò in mezzo a quella stretta, ma si sentì completamente appagato. Ritornare ad abitare in quell'appartamento era la cosa migliore che avesse fatto prima d'ora. Tuttavia, si sentiva di ringraziare Levi per quello, se non l'avesse cercato di certo in quel momento non si troverebbe dentro quell'atmosfera calda e accogliente.

''Ho fame''. Brontolò il corvino, sedendosi al suo posto e lanciando occhiatacce ai presenti. 

I restanti così, dopo essersi accomodati, vennero serviti da Eren. Durante la cena non mancarono chiacchiere, risate e la parlantina di Hanji la quale propose di organizzare una gita tutti insieme, per festeggiare il ritorno del loro amico. 

[...]

L'odore forte della sigaretta invase la stanza. L'aria fresca che entrava dalla finestra era un toccasana per l'olfatto di Eren che, disteso sul letto, stava osservando le ultime notizie sui social. Nulla di interessante o almeno, niente che avesse catturato la sua attenzione a parte una foto di sua sorella con il suo fidanzato. Mikasa era più grande di lui di tre anni e aveva conosciuto Jean ai tempi del liceo, da quel momento non si erano più lasciati. Era contento che sua sorella avesse trovato la persona giusta con cui passare il resto della vita insieme ma, benché Jean fosse un ottimo ragazzo, all'inizio non erano mancati piccoli battibecchi tra loro due a causa del loro carattere contrastante. Ora le acque si erano placate, solamente per tranquillizzare Mikasa.

Un coinquilino di troppo ||ERERI/RIREN||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora