Un coinquilino di troppo ||ERERI/RIREN||

13. A proposito...

Eren's pov

Era ormai passato un intero mese da quando Eren, non contando quei tre giorni di lontananza, abitava alla Share House. Maggio era ormai alle porte e, con lui, anche il matrimonio di sua sorella Mikasa. Il ragazzo non aveva fatto altro, per tutto il tempo, a pensare a quel giorno. Era stato contento di essere entrato insieme a Levi in quel negozio parecchio costoso nel bel mezzo della città, specializzato nel confezionare completi eleganti fatti su misura. Sua madre l'aveva pregato di comprare un buon abito, dato che mai aveva avuto l'occasione di tenerne uno al'interno dell'armadio. Per quanto riguardava il corvino, invece, essendo abituato ad indossare giacca e cravatta quasi tutti i giorni, non necessitava di fare spese folli. Si era limitato a sedersi su una poltroncina rossa della boutique, osservando con un ghigno il giovane che usciva dal camerino con vari capi che l'addetto gli faceva provare. 

Eren si era imbarazzato quando Levi, curandosi di non essere visto da qualcuno, decise di alzarsi e con sguardo seducente avvicinarsi a lui per stampargli un tenero bacio sulle labbra. Quello stesso giorno rimasero chiusi in camera, abbracciandosi e coccolandosi proprio come solo loro due sapevano fare. E no, non era uno scherzo quando il più piccolo si era alzato dal materasso con il bacino dolorante e gli occhi che chiedevano pietà. 

La loro relazione, per quanto si potesse definire tale, andava avanti senza intoppi. Nessuno di loro due aveva osato etichettarla, ma Eren era ormai sicuro di appartenere a quell'uomo, di amarlo e di non volere nessun altro se non lui. Levi provava lo stesso? Non lo sapeva e quel dubbio costante, spesso, lo rendeva pensieroso ma gli bastava stare al suo fianco, baciarsi e fare l'amore per tutta la notte. Si era perfino accorto dei piccoli gesti che il corvino compiva per lui spontaneamente. Era diventato più gentile, sorrideva maggiormente e lo aiutava anche a studiare, interrogandolo e rispondendo a qualsiasi sua domanda. Grazie a lui era riuscito a passare due esami con dei bei voti. Per Petra, Mike e Hanji quella routine era ormai diventata regola e vedere i loro due amici felici li rallegrava. 

''Oi, Eren''. Levi lanciò un'occhiata al giovane il quale, parecchio in difficoltà, stava scendendo le scale tenendo tra le mani una piccola valigia. Per poco non inciampò su sé stesso ma, fortunatamente, il corvino lo prese prima che potesse fare una caduta colossale. 

''Avresti potuto aiutarmi sin dall'inizio''. Brontolò Eren, riprendendosi e sistemandosi la maglietta che indossava. 

''Non do una mano ai mocciosi incapaci''.

Un ghigno comparve sulla bocca dell'uomo. Quei piccoli battibecchi erano ormai diventati come una legge giornaliera, talvolta sfociavano in un litigio più pesante dove, molto spesso, toccava ad Eren chiedere scusa. Non che lui avesse sempre torto, ma Levi era talmente cocciuto come un mulo che il suo orgoglio, in quelle occasioni, cresceva a dismisura.

''Avete tutto?''. Hanji intervenne, fissando i due che trasportarono le valigie accanto all'ingresso.

Quel venerdì avrebbero raggiunto la città natale di Eren. La mattina seguente sua sorella si sarebbe sposata e così, per non arrivare stanchi e soprattutto in ritardo dopo il viaggio, decisero insieme di avviarsi quello stesso giorno per sistemarsi al meglio. Levi non aveva ribattuto anzi, per una volta era pienamente d'accordo con il suo coinquilino. 

''Suppongo di si''.

Prima di scendere dalle scale, Eren aveva girato per la camera almeno cinque volte per controllare di non aver dimenticato nulla. Il completo nuovo, la cosa più importante per partecipare al matrimonio, era riposto in modo ordinato all'interno della valigia. 

''Muoviamoci''. Levi schioccò la lingua nervoso e, dopo aver salutato la donna, uscirono di casa. Si sarebbero assentati per tre giorni, quel piccolo viaggia avrebbe fatto bene ad entrambi e, forse, poteva risultare un buon modo per conoscersi meglio.