Eren's pov
Il bar brulicava di gente quella sera, sicuramente per il fatto che Christa, la proprietaria del locale, avesse chiesto a un suo gruppo di amici di suonare musica dal vivo. Era un ambiente tranquillo solitamente, Eren l'aveva notato durante la settimana, ma qualche volta non c'era di meglio nel sentire un gruppo di giovani ragazzi divertirsi sul piccolo palco.
''Reiner, potresti servire tu quel tavolo?''.
La voce squillante della ragazza attirò l'attenzione del giovane. Quest'ultimo, aveva un solo anno in più di Eren e, con l'università ormai terminata, gli era sembrato logico trovare lavoro. Era alto e molto robusto, con i capelli biondi molto corti e uno sguardo sempre sorridente sul volto. Christa, essendo sua amica da anni, lo aveva accolto a braccia aperte nel bar di famiglia, insieme a Ymir, una ragazza alta e parecchio scontrosa ma che, con molta pazienza, si faceva avvicinare.
''Certo, piccola''. Reiner ammiccò verso la proprietaria e, con passo rapido, raggiunse un tavolo dove avevano preso posto delle ragazze. Era un tipo che piaceva molto, sebbene Eren non notasse tutto quel fascino che, invece, attirava le giovani clienti. La sua mente era già occupata da due occhi gelidi e penetranti. Levi, purtroppo, lo attirava tanto quanto Sasha era attratta dalla carne.
''Tieni giù le mani da Christa, bastardo!''. Esclamò Ymir, avvicinandosi alla ragazza con aria protettiva.
Eren aveva intuito sin dal primo giorno che, tra i tre, ci fosse un triangolo amoroso. Christa era bellissima, gli occhi chiari e i capelli biondi mediamente lunghi la facevano sembrare un angelo sceso dal cielo. Capiva alla perfezione il motivo per il quale, Reiner e Ymir, fossero pazzamente innamorati di lei. Se fosse stato etero, allora pure il castano si sarebbe aggiunto alla combriccola.
''Eren, tutto bene?''.
''Si, fra un po' dovrebbero arrivare''.
La voce gentile della proprietaria lo metteva a suo agio. Sapeva che, a causa dell'ultima sera che avrebbero trascorso insieme, i suo coinquilini si sarebbero diretti al locale. Eren non si era mai sentito così triste prima d'ora, durante quella settimana aveva imparato a conoscere lentamente ognuno di loro e, lasciarli per andare ad abitare da solo, lo rendeva malinconico. Gli sarebbero mancate le urla di Hanji la quale, entrando in casa, correva da lui per abbracciarlo dopo una giornata stressante di lavoro. La gentilezza di Petra, sempre pronta ad ascoltarlo nel momento di bisogno, come quando scoprì chiaramente l'attrazione che provava nei confronti del nano malefico. Con una tazza di tè fumante, si erano seduti sul divano e, con voce bassa, né avevano discusso. Mike, invece, l'aveva portato spesso fuori a correre per distrarsi dallo studio; inoltre, grazie all'abbonamento annuale della palestra, sarebbe potuto andarci ogni volta che si sentiva stressato. E poi c'era lui, colui che gli aveva fatto battere il cuore per sette giorni consecutivi. Non lo comprendeva ancora appieno, Levi cambiava umore ogni cinque minuti come una donna durante il suo periodo ma, forse, era proprio la sua aria scocciata che lo rendeva misterioso e, di conseguenza, interessante da scoprire. Non si era mai innamorato prima d'ora e di certo non lo era nemmeno adesso, ma sentiva che qualcosa dentro di lui era mutato.
Ormai, per lui, erano diventati la sua seconda famiglia.
Stava lavando bene i bicchieri quando la porta del locale si aprì, facendo entrare i suoi coinquilini.
''EREN!''.
Hanji, entusiasta di vederlo al lavoro, corse verso il bancone e si sedette su uno sgabello libero. Poi, sempre più agitata, fece segno a Mike e a Levi di prendere posto accanto a lei.
''Tsk, abbassa quella tua voce del cazzo''.
''Di buon umore anche oggi, non è vero Caporale?''.
Eren lo guardò con aria divertita. L'uomo, stizzito, gli lanciò un'occhiata omicida per poi incrociare le braccia al petto e volgendo lo sguardo verso i ragazzi che suonavano.
''Petra?''. Domandò Eren non vedendo la ragazza.
''Oh, purtroppo aveva un'urgenza in ospedale. Si alzerà presto domani mattina per salutarti''.
Il viso dell'occhialuta si incupì, mille lacrime iniziarono a scendere copiose sul suo viso e, prontamente, tirò fuori dalla tasca della sua felpa un fazzoletto.
''Tsk, ci mancava solo questa''. Levi squadrò l'amica con disprezzo, per poi darle una forte e sonora pacca sulla schiena. ''Potrai lo stesso incontrarti con il moccioso'', aggiunse. A modo suo, stava cercando di consolarla.
''Si, ma chi chiamerò nel bel mezzo della notte per mostrare i miei nuovi esperimenti?''.
Eren nascose una smorfia per nulla serena. Tra l'insonnia di Levi che si alzava ogni notte per bere un tè o fumarsi una sigaretta e le manie di Hanji, quella settimana non era riuscito a riposare gran che, addormentandosi perfino durante le lezioni universitarie. Grazie a Mike che l'aveva ospitato solo una nottata in camera sua, aveva preso finalmente sonno.
''Cosa volete ragazzi? Offro io''. Intervenne Mike, lasciando che una mano toccasse la sua fronte con fare sconsolato.
''Grazie, Mike. Tu sai come ricucire il cuore infranto di una giovane donna''. Hanji si risollevò all'istante. ''Qualcosa di molto forte, se avete la bottiglia meglio''.
Christa, udendo quelle parole, non riuscì a trattenere una risata. Prese poi una bottiglia e la pose dinanzi alla figura della donna che, osservandola con occhi lucenti, iniziò a versare il liquido trasparente all'interno di un piccolo bicchiere da shot. Mike, alla vista pietosa di quella scena, decise di aiutarla a finire la bottiglia. Reggeva molto bene l'alcool, a differenza di Hanji.
''Un tè nero senza zucchero come piace a te''. Sorrise raggiante Eren, appoggiando sul bancone dinanzi all'uomo una tazzina fumante. Ormai conosceva perfettamente i gusti di Levi. Odiava i pomodori anche se si forzava a mangiarli per non sprecare del cibo ma, in compenso, adorava la pasta al sugo che gli preparava durante i suoi turni in cucina. Quasi tutti i piatti di Hanji li rigettava, ordinando poi una pizza a domicilio con del salamino piccante. Stranamente ne avanzava sempre una fetta, porgendogliela con fare intimidatorio per poi abbozzare un piccolo sorrisino, sembrava più un ghigno malefico, non appena vedeva Eren mangiarla con gusto.
Due ore passarono tranquille, il locale era ormai vuoto e Eren aveva appena terminato il suo turno. Salutò velocemente Christa, Ymir e Reiner, i quali si erano offerti di ripulire tutto quella sera, per poi uscire dal bar insieme ai suoi tre coinquilini.
''I giganti...i giganti ci divoreranno tutti''.
Hanji, completamente ubriaca, diceva frasi incomprensibili durante il breve tragitto che li divideva dall'abitazione. Mike, ormai esasperato, la teneva sollevata con un braccio, cercando di non farla cadere o finire in mezzo alla strada.
''Questa diventa sempre più pazza. Le toglierò la voglia di dire cazzate prima o poi, magari prendendola a sberle per attivarle il cervello''.
Levi camminava rapidamente, le mani all'interno delle tasche dei suoi jeans e il viso con aria scocciata.
''E' proprio questo il bello di lei''. Ridacchiò Eren, affiancando l'uomo. Lo guardò di sottecchi, il riflesso dei suoi occhi blu risplendeva sotto la luce della luna e alcune ciocche di capelli gli ricadevano disordinatamente sulla fronte.
''Erwin viene a prenderti domani mattina?''.
''Si, alle nove devo farmi trovare pronto'', ribadì il ragazzo con volto triste. ''Mi mancherete'', sospirò pesantemente. Non si aspettava una risposta dal corvino anzi, sapeva che lui preferiva che la situazione terminasse in quel modo. Essere privato della sua camera e della sua privacy non rendeva felice nessuno, era meglio che quel caos creatosi giungesse alla fine.
Quando giunsero a casa, ormai era mezzanotte inoltrata.
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Un coinquilino di troppo ||ERERI/RIREN||
Fanfiction||ATTENZIONE R-18: questa storia parla di una relazione tra ragazzi. Può contenere un linguaggio esplicito e scene di sesso. Se non vi piace il genere, non leggete.|| 📌SOSPESA! Eren Yeager è un semplice ragazzo di ventun'anni che, per problemi lega...